Saturday, June 13, 2015

Friday, March 25, 2011

Wednesday, March 16, 2011

IL RISVEGLIO DI COSCIENZA


IL RISVEGLIO DI COSCIENZA
Questo blog è guidato da un unico principio:il mondo non esiste come realtà oggettiva esterna a te,bensì come estensione del tuo essere.Il mondo non è un’entità indipendente da te,ma si trova dentro la tua coscienza e può solo reagire a ciò che tu sei. Stiamo parlando di un ribaltamento del consueto modo di pensare la realtà intorno a noi.Sto parlando di una nuova specie di esseri viventi che sostituirà gli attuali esseri umani!

domenica 13 marzo 2011RISPETTATE QUESTE REGOLE. AMATE IL VOSTRO CORPO. SIATE FELICI !
Di ANDREA ZURLINI.


1 - Riduci al minimo la dipendenza dalle cure mediche e dai farmaci (dal greco pharmakon= medicina, rimedio, veleno), che sopprimono i sintomi e non eliminano le cause. Le malattie non vanno mai represse ma sempre prevenute innalzando le difese immunitarie.

2 - Mangia poco e solo se hai veramente fame. La sovralimentazione è nemica della longevità. Dà ascolto all'istinto quando ti dice che hai mangiato a sufficienza. Il nostro organismo è infatti regolato da un orologio biologico naturale che divide la giornata in tre periodi distinti: dalle 12 alle 20 (assunzione e ingerimento dei cibi), dalle 20 alle 4 (metabolizzazione e assimilazione), dalle 4 alle 12 (scarto ed eliminazione). Privilegia i cibi con qualità nutrizionali elevate. Spesso si continua ad avere ancora fame perché la qualità del cibo ingerito è scadente e quindi poco nutriente.

3 - Mangia in piena tranquillità e mastica moltissimo (minimo 30 volte ogni boccone). Prima di consumare i pasti, se sei stanco o stressato fà riposare il corpo e rilassate la mente (respirando con il diaframma). Spegni la televisione durante i pasti: per non essere condizionato dagli spot che pubblicizzano i 'cibi spazzatura' e i 'cibi killer' ma soprattutto perché occorre mangiare in silenzio, concentrando il vostro pensiero sull'assorbimento dell'energia vitale (prana) contenuta nei cibi vivi.

4 - Elimina lo zucchero industriale e tutti gli alimenti che lo contengono: pasticceria e dessert in generale, caramelle e dolciumi (che predispongono alla leucemia), confetti, marmellate e gelati. Abolisci i dessert. Lo zucchero bianco (nel processo di sbiancatura viene utilizzata la 'corrosiva' calce viva) è un ladro di calcio che provoca osteoporosi, carie, infiammazioni, febbre, secchezza della gola, perdita dell'appetito, gas, grasso superfluo, colite, diabete, dolori articolari, schizofrenia. La melassa è fra i sottoprodotti provenienti dalla raffinazione dello zucchero e che le industrie non riuscivano a smaltire. Per essa, come in tanti altri casi, è stata inventata la favola del "più sano e naturale".

5 - Elimina o almeno riduci notevolmente il consumo di sale (cloruro di sodio), specie di quello raffinato, e dei cibi che ne contengono una grande quantità: dadi da brodo, olive, capperi, acciughe conservate, baccalà, crackers, tamari, salumi, patatine fritte industrialmente, pop corn, cibi sottolio e sottaceto. In particolare, per prevenire l'ipertensione e gli infarti, è opportuno assumere più potassio (frutta e verdura) e meno sodio (cibi tradizionali).

6 - Elimina o almeno riduci notevolmente il consumo di grassi da estrazione: burro, oli di semi, olio d'oliva e margarina. Quest'ultima viene prodotta trasformando puro olio liquido polinsaturo in un pezzo di grasso solido mediante l'idrogenazione e cioè soffiando un getto di gas di idrogeno nell'olio fino a quando questo non solidifica. Gli oli così lavorati diventano saturi, contraddicendo la pubblicità con cui si promuove la vendita della margarina. Se inizialmente non ne puoi fare a meno, prendi (per non più di tre volte alla settimana) due cucchiai da minestra con olio d'oliva extra-vergine spremuto a freddo.

7 - Elimina o almeno riduci notevolmente il consumo di prodotti che derivano da fermentazione: alcool (vino, birra, superalcolici), conserve, sottaceti, tamari, riso, pane, yogurt e aceto. Quest'ultimo (di uva, di mele, di sidro e balsamico) è un fermento che interrompe la digestione salivare e ritarda la digestione degli amidi: può essere sostituito con il succo di limone, di pomodoro o di pompelmo. Va evitato in particolare il lievito di birra, sottoprodotto di scarto difficile da smaltire e che ci contrabbandano come sano e naturale. Se inizialmente non ne puoi fare a meno, non bere più di due piccoli bicchieri di vino o di birra e mangia al massimo due panini al giorno.

8 - Limita al massimo il consumo della pasta, del riso e degli altri cereali: creano muco e catarro e sono acidificanti (l'acidificazione dei tessuti è la premessa alle malattie degenerative poiché quando si accumula acido nel corpo l'organismo trattiene i liquidi per neutralizzarlo, provocando un aumento del peso e del gonfiore). Il riso e la polenta di mais sono fra i cereali meno dannosi perché poco acidificanti. Ancor meno acidificanti sono la zucca, i topinambur, le patate e le batate (patate americane dolci). Se inizialmente non ne puoi fare a meno, limita il consumo di queste sostanze a non più di tre volte alla settimana.

9 - Eliminate o almeno riduci notevolmente il consumo di alimenti grassi, della carne, dei sottoprodotti animali (latte, burro, formaggi, gelato, uova). Il latte di mucca contiene una quantità di caseina trecento volte superiore a quella del latte umano e che si coagula nello stomaco formando una grossa, stopposa e densa cagliata, molto difficile da digerire. Se inizialmente non ne puoi fare a meno, mangia formaggi, pesce o carne (preceduti comunque da un abbondante piatto di verdura cruda) non più di una volta alla settimana.

10 - Limita al massimo il consumo di semi di leguminose: soia, fagioli, fave, lenticchie, piselli e ceci. I legumi sono tra gli alimenti più ricchi di proteine, amidi e grassi, difficili da digerire e da assimilare, quindi dannosi.

11 - Mangia alimenti vivi (frutta e verdure biologiche crude): sono gli unici cibi che sicuramente prevengono il cancro poiché gli agenti antiossidanti in essi contenuti combattono efficacemente i “radicali liberi” (killer cellulari) e anche perché le fibre in esse contenute aumentano la massa delle feci, favoriscono un veloce transito intestinale e diminuiscono i tempi di fermentazione del materiale di scarto. In particolare, la frutta non va mai mangiata alla fine dei pasti ma sempre il più lontano possibile da altri cibi (almeno tre ore). Essa dovrebbe anzi costituire da sola la parte essenziale di ogni pasto, a causa delle proteine che vi si trovano in quantità e qualità ottimali. La frutta fresca è classificabile in cinque diverse categorie: acida, semiacida, semidolce, dolce e grassa. Anche i semi (arachidi, mandorle, nocciole, noci, noci di cocco, pinoli, castagne) sono ricchi di proteine e possono benissimo sostituire quelle di origine animale. Essi vanno mangiati crudi e allo stato naturale (non tostati né salati), fanno eccezione le castagne che sono semi amidacei e che - se non sono fatte seccare - vanno mangiate bollite o arrostite (con moderazione).

12 - Mangia verdure e ortaggi crudi: cavoli verdi e rossi, cavolini di Bruxelles, cicoria, indivia, insalata riccia, spinaci, verza, cavolfiore, cetrioli, peperoni, pomidoro, zucche gialle, zucchine verdi, finocchi, barbabietole, carote, ravanelli, sedani, rapa, tarassaco, topinambur, carciofi e radicchio. Il sedano e la lattuga, essendo altamente alcalinizzanti, neutralizzano l'acido che si trova nello stomaco e impediscono che lo stesso si gonfi. Se non hai mai mangiato verdure e ortaggi crudi prova e ne resterai piacevolmente sorpreso. Masticali molto. I funghi, anche quelli commestibili, sono da evitare perché contengono sostanze tossiche. Non consumare troppo peperoncino, cipolla e aglio crudo perché questi cibi, alterando la funzione delle papille gustative, ti faranno desiderare alimenti più pesanti.

13 - Evita tutti gli stimolanti e le droghe (sia pesanti che leggere) perché logorano il sistema nervoso: caffè, tè, cioccolato, cola (la caffeina contenuta in questi quattro prodotti provoca una distruzione di calcio in misura doppia del normale); cacao, spezie piccanti, tabacco, cocaina, eroina, marijuana... Per togliere la caffeina e la teina vengono usati dei procedimenti chimici che alterano il prodotto e che lo rendono ancora più tossico.

14 - Evita di mescolare nello stesso pasto cibi tra loro incompatibili sul piano digestivo, come ad esempio gli amidi con le proteine. Pane, carne, pesce, patate, uova, formaggi, noci, castagne... non devono dunque essere mescolati tra loro. La verdura cruda va comunque mangiata prima di ogni altro cibo.

15 - Limita al massimo il consumo di cibi cotti (cibi morti) ed evita i 'cibi spazzatura': fritti (indigeribili), precotti, liofilizzati, surgelati, congelati, omogeneizzati, affumicati, pastorizzati, sterilizzati, conservati in scatola, fermentati.

16 - Evita di bere durante e subito dopo i pasti, altrimenti si diluiscono i succhi gastrici con conseguente allentamento della digestione.

17 - Evita di bere le bibite gassate (l'acido fosforico che serve a mantenere le attraenti bollicine si ottiene trattando il fosforo con l'acido solforico e col tempo intacca le sensibilissime pareti dello stomaco), le zuppe, i succhi di frutta prodotti industrialmente, le tisane. Evita altresì tutti gli alimenti che provocano sete.

18 - Mantieni l'intestino sempre pulito (la stitichezza provoca tossiemia). Consuma cibi ricchi di fibre e fai un'apposita ginnastica addominale. I cibi devono transitare velocemente e non devono imputridire nell'intestino. Il nostro corpo non riceve infatti nutrimento se sono occlusi i piccolissimi villi intestinali attraverso i quali vengono assorbite le sostanze nutritive. L'olio forma un velo impermeabile che impedisce il buon funzionamento dei villi intestinali.

19 - Quando cambi un regime malsano di alimentazione per adottarne invece uno sano è facile che avverti delle crisi di disintossicazione. Esse si manifestano con possibili nausea, bocca impastata, alito fetido, lingua sporca, mal di testa, diarrea, febbre, orticaria, foruncoli, emorroidi, catarro, muco, vertigini, coliche, vomito, raffreddore, occhi gonfi, ecc... Queste crisi sono delle vere e proprie 'malattie benefiche' che non vi devono assolutamente preoccupare. Devi anzi accoglierle con grande gioia in quanto sono il segnale che il tuo fisico ha ancora la forza vitale e l'energia per reagire al fine di depurarsi e di guarire (vis medicatrix naturae).

20 - In caso di malessere, febbre, crisi o malattia resta quindi a letto, digiuna e dormi: guarirai prontamente. Interrompi il digiuno masticando lentamente poca frutta. Evita di peggiorare la situazione assumendo dei farmaci.

21 - Le cose nuove vanno sperimentate gradualmente, per permettere di interiorizzarle e farle nostre. No al rigorismo del neofito. Dopo tante "regole" e comportamenti virtuosi (per evitare di essere intransigenti solo nei primi tre mesi, per poi "sbracare" clamorosamente ed "andare via di testa" - facendo le cose peggiori e le più dannose), concediti "obbligatoriamente", due o tre volte al mese, uno stravizio che ti appaghi fisicamente, emotivamente e mentalmente. Per reggere nel tempo, non solo obblighi, ma anche piaceri!

22 - Controlla quotidianamente il peso corporeo per evitare il superamento del tuo peso forma.

23 - Respira profondamente utilizzando il diaframma. Molte persone, respirando in misura insufficiente, vivono in continuo e dannoso stato di ipossiemia.

24 - Cammina tutti i giorni ad andatura sostenuta (90-110 passi al minuto) per almeno mezz'ora. Evita gli ascensori: salire le scale a piedi è un ottimo esercizio, anche per il cuore. Le scale sono infatti le 'montagne' delle città. Sudando ed ansimando si eliminano tossine.

25 - Manteni una posizione eretta ed “energica” (sia camminando che sostando, sedendoti o coricandoti). Esegui quotidianamente esercizi di stretching o yoga per restituire alla spina dorsale tutta l'estensione e la flessibilità degli anni “verdi”.

26 - Fatti la doccia con acqua non troppo calda, strofinando il corpo con un guanto ruvido per eliminare le cellule morte. Termina la doccia diminuendo sempre la temperatura dell'acqua. Asciugati sfregandoti con vigore al fine di attivare la circolazione del sangue.

27 - Fatti frequenti massaggi. Essi sono rilassanti, decongestionanti e stimolano la circolazione: vanno praticati dalla periferia al cuore, seguendo il percorso della corrente sanguigna.

28 - Pratica bagni di sole e di aria. Non indossare abiti molto stretti e con fibre, utilizzando ogni occasione per far respirare il corpo e al tempo stesso facendo attenzione a non raffreddarlo.

29 - Esercita una costante attività sessuale: è bene tenere sempre in allenamento cervello, muscoli, libido. La sessualità va vissuta con allegria e mai con angoscia. Non farti prendere dalla rassegnazione alla minima delusione o al primo insuccesso. Se sotto il profilo sessuale sei troppo agitato e focoso devi diminuire i protidi (carne, pesce, uova, formaggi, legumi, semi) che agiscono da eccitanti ma che depotenziano le tue capacità sessuali (voglio ma non posso).

30 - Non arrabbiarti mai e per nessun motivo. Abbia sempre pensieri positivi e vivi il presente all'insegna del carpe diem. E' inutile arrovellarsi rinvangando il passato o deprimersi pensando al futuro. Evita quindi lo stress e l'inquietudine. Per sciogliere le tensioni, pratica ogni sera ad occhi chiusi venti minuti di respirazione lenta, profonda e ritmica: le tensioni spariranno e verrà facilitata l'instaurazione del sonno. Da inquietudini della psiche possono derivare le lacerazioni delle mucose gastriche (ulcere) e le irritazioni croniche dell'intestino (coliti).

31 - Lavora per tutta la vita a qualcosa di significativo e di impegnativo. Sii sempre rigoroso (prima con te stesso e poi con gli altri) e coerente, operando per affermare le tue convinzioni. Abbia fiducia, tutto si può realizzare. E' importante avanzare anche di un solo millimetro al giorno, ma nella direzione giusta.

32 - Cerca la massima indipendenza. Assumiti il pieno controllo della tua vita e accetta in prima persona la responsabilità della tua salute e del tuo benessere. Dopo esserti liberato della dipendenza dai genitori, non cadere nella dipendenza dal coniuge, dai figli, dal terapeuta, dal datore di lavoro o dalla guida personale.

33 - Non essere mai rigido ma dai il benvenuto al cambiamento e all'avventura, adottando un atteggiamento flessibile. La capacità di adattamento è fondamentale: anche in caso di catastrofe bisogna azzerare tutto e ripartire con rinnovata energia ed entusiasmo. Non vi è nulla di irreparabile, il tempo medica tutto.

34 - Sii sempre attivo mentalmente ed emotivamente. La crescita e l'evoluzione mentale non si devono mai arrestare. La curiosità e la meraviglia per la vita aiutano a rimanere giovani. Cerca quindi di abbandonare pregiudizi, miti, credenze errate e negative, informandoti a fondo e verificando di persona le varie situazioni. Sviluppa una rete di amicizie solidali (la solitudine e la tristezza accorciano la vita) e viaggia molto.

35 - Sorridi alla vita, sviluppa il senso dell'umorismo, dell'autoironia e della spontaneità. Mantieni una grande stima e una chiara immagine di te stesso ma non ostentare il tuo IO e i tuoi successi.

36 - Invidia, meschinità, competizione, mancanza di generosità, mania di persecuzione, rancore e avarizia fanno vivere poco e male. L'attività frenetica permette spesso di accumulare denaro ma fa fare una brutta vita. Stai lontano dai giochi d'azzardo, dalle corse e dai giochi di carte legati al denaro. Sii onesto, non mentire e cerca sempre la verità. Fai scelte chiare, audaci e univoche, senza tradire i tuoi ideali.

37 - Vivi in armonia con l'ambiente che ti circonda. Ama le altre persone e la natura: gli altri animali, le piante, l'aria, l'acqua, la terra. Evita tutte le attività aggressive, coltiva un atteggiamento benevolo e amichevole, tollera le opinioni altrui. Coltiva la pazienza, l'equilibrio, il sangue freddo, la calma e la tolleranza. Evita le cattive compagnie, le letture malsane, le influenze nocive.


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Wednesday, February 16, 2011

ma è davvero influenza?

Ma è davvero influenza?
Ogni inverno mette a letto migliaia di italiani. Spesso, però, viene confusa con raffreddore, bronchite o sinusite. Ecco, allora, una miniguida per riconoscere al volo i sintomi dei più diffusi mali di stagione. E i consigli dei nostri esperti per combatterli con soluzioni veloci e "fai da te"

tag: raffreddore, influenza, laringite, faringite

invia ad un amico Chiudi Uno starnuto improvviso, subito seguito da una raffica di “etciù”, mentre il naso si congestiona a vista d’occhio. Oppure, la gola che brucia e, magari, qualche linea di febbre. A questi segnali, scatta subito l’allarme: sarà influenza! In realtà, non sempre i classici sintomi di un’infezione alle vie respiratorie annunciano il virus influenzale, che in media colpisce solo il 5 per cento degli italiani. Più spesso, si tratta di altre forme virali come la parainfluenza (”brutta copia”, fuori stagione, di quella “vera”), oppure di una bronchite, una faringite o un semplice raffreddore. Secondo una recente indagine dell’Istituto di ricerca Nielsen, naso chiuso e mal di gola sono tra le indisposizioni più comuni in tutto il mondo e rappresentano la prima causa che spinge gli italiani a entrare in una farmacia. Se è colpa di un virus, in realtà, c’è poco da fare: i medicinali, antibiotici compresi, non lo uccidono. Per fortuna, se non sopravvengono complicazioni (per cui è indispensabile rivolgersi al medico), questi disturbi hanno vita breve: qualche giorno e poi passano da soli. Viceversa, i loro sintomi sono fastidiosissimi! Inoltre, se non li affronti subito nel modo giusto, rischi di trascinarteli più a lungo.

La soluzione? Un’attenta autodiagnosi dei primi segnali del malanno in arrivo. Hai la tosse secca o “grassa” (con catarro)? Ti si è alzata di colpo la temperatura, o hai una febbricola persistente? Osservare le reazioni del tuo corpo ti aiuta a capire che cos’hai e a mettere in pratica la strategia giusta per ogni tipo di problema, scegliendo anche i farmaci da banco più indicati per neutralizzarne i malesseri.

Ecco, allora, con l’aiuto dei nostri esperti, una Uno starnuto improvviso, subito seguito da una raffica di “etciùY, mentre il naso si congestiona a vista d’occhio. Oppure, la gola che brucia e, magari, qualche linea di febbre. A questi segnali, scatta subito l’allarme: sarà influenza! In realtà, non sempre i classici sintomi di un’infezione alle vie respiratorie annunciano il virus influenzale, che in media colpisce solo il 5 per cento degli italiani. Più spesso, si tratta di altre forme virali come la parainfluenza (”brutta copiaY, fuori stagione, di quella “veraY), oppure di una bronchite, una faringite o un semplice raffreddore. Secondo una recente indagine dell’Istituto di ricerca Nielsen, naso chiuso e mal di gola sono tra le indisposizioni più comuni in tutto il mondo e rappresentano la prima causa che spinge gli italiani a entrare in una farmacia. Se è colpa di un virus, in realtà, c’è poco da fare: i medicinali, antibiotici compresi, non lo uccidono. Per fortuna, se non sopravvengono complicazioni (per cui è indispensabile rivolgersi al medico), questi disturbi hanno vita breve: qualche giorno e poi passano da soli. Viceversa, i loro sintomi sono fastidiosissimi! Inoltre, se non li affronti subito nel modo giusto, rischi di trascinarteli più a lungo. La soluzione? Un’attenta autodiagnosi dei primi segnali del malanno in arrivo. Hai la tosse secca o “grassaY (con catarro)? Ti si è alzata di colpo la temperatura, o hai una febbricola persistente? Osservare le reazioni del tuo corpo ti aiuta a capire che cos’hai e a mettere in pratica la strategia giusta per ogni tipo di problema, scegliendo anche i farmaci da banco più indicati per neutralizzarne i malesseri. Ecco, allora, con l’aiuto dei nostri esperti, una miniguida per scoprire che cosa ti dicono i tuoi sintomi, gli errori da evitare e le soluzioni per stare subito meglio. ··········. Se vuoi stare subito meglio, ascolta i tuoi sintomi Febbre alta, naso chiuso e “ossa rotteY Come ti senti Hai il naso chiuso, starnutisci a ripetizione e ti senti indolenzita dappertutto, come se avessi le “ossa rotteY. E quando ti provi la febbre, perché ti senti un po’ calda, scopri che la temperatura è schizzata oltre i 38 e mezzo. - Che cos’è? INFLUENZA Probabilmente ti sei proprio presa l’orthomyxovirus, responsabile dell’influenza, immancabile all’appuntamento invernale. “I suoi tipici segnali sono febbre molto alta, indolenzimento diffuso e una infiammazione alle prime vie respiratorie”, spiega il dottor Enrico Brenna, otorinolaringoiatra. - In quanto tempo passa Una settimana circa. Le strategie di difesa - Da fare “Mangia “liquidoY, leggero ed energetico”, consiglia l’esperto. “La febbre, infatti, ti fa sudare, facendoti perdere acqua e sali minerali (specie sodio). Inoltre, aumenta il metabolismo e il fabbisogno di proteine”. Il menu? Minestrine, carni bianche e frullati di frutta e verdura (cipolle per depurare, noci per un pieno d’energia, cavoli e spinaci per una scorta di minerali e vitamine). - Da non fare “Alzare troppo il riscaldamento”, avverte Brenna. “La temperatura ideale è di 20-22 gradi. Per rendere l’aria più “respirabileY, basta aggiungere un po’ di balsamo di Tigre negli umidificatori sui caloriferi”. I rimedi efficaci - “Se la febbre supera i 38, prendi un antipiretico come il paracetamolo per alleviare la sensazione di “ossa rotteY”, consiglia lo specialista. “Per decongestionare le vie respiratorie, invece, è ideale un fumento”. Basta respirare i vapori di una ciotola d’acqua calda con un cucchiaio di bicarbonato, coprendoti il capo con un asciugamano. Ripeti ogni volta che ne senti il bisogno. ··········. Mal di pancia, nausea e febbre Come ti senti Corri in bagno più volte al giorno, in preda a dolorose fitte addominali. Oltre agli attacchi di diarrea, può sopraggiungere nausea, anche associata a vomito (ma non è sempre così). Infine, la febbre si alza a 38. - Che cos’è? PARAINFLUENZA “Come l’influenza, anche questo disturbo è provocato da un virus, che però colpisce l’intestino, causando una gastroenterite”, spiega Cristina Pipia, internista all’Ospedale S. Paolo di Milano. - In quanto tempo passa 2-3 giorni, altrimenti vai subito dal medico: i sintomi potrebbero avere anche un’origine diversa, che necessita di una terapia specifica. Le strategie di difesa - Da fare “Bisogna bere molto, acqua ma anche succhi di frutta dolci, per ripristinare i liquidi e ricaricarsi d’energia”, raccomanda la specialista. - Da non fare “Evita di mangiare in bianco, se non te la senti”, consiglia Pipia. “In questo caso, più che attenersi a una dieta ferrea, devi ascoltare quello che ti dice il tuo corpo. La regola è: mangia quello che ti senti, senza esagerare. Dunque, se l’idea di un piatto di spaghetti al pomodoro ti mette appetito, significa che il tuo organismo non ne risentirà. Se, invece, senti che è meglio una mela o, addirittura, stare un po’ a digiuno, segui il tuo istinto”. i rimedi efficaci - “Per bloccare il vomito, ricorri a un antiemetico come il metoclopramide, mentre per abbassare la febbre va bene il paracetamolo”, suggerisce l’esperta. “Evita, invece, di prendere antidiarroici: quando hai una gastroenterite virale è comunque importante liberarsi, lasciando che il corpo si depuri”. Se però le scariche perdurano e sono frequenti, vai dal medico. ··········. Difficoltà a deglutire e mal di gola Come ti senti Ti fa male a deglutire e, nel giro di qualche ora, ti senti la gola in fiamme. Se ti guardi allo specchio, infatti, la mucosa appare arrossata e, a volte, sono distinguibili dei puntini bianchi (placche). - Che cos’è? FARINGITE Molto probabilmente si tratta di una forma virale. Se, invece, oltre al mal di gola toccando il collo senti i linfonodi ingrossati e ti viene la febbre alta, può essere d’origine batterica. Infine, se ti va via la voce, è laringite, in genere virale. - In quanto tempo passa 3-4 giorni la faringite virale; se dura di più è batterica (vai dal medico). Le strategie d’attacco - Da fare “Per un’azione balsamica benefica per la gola e il naso, fai un fumento con 10 gocce di Olio 31 (un mix di erbe tra cui Arancio amaro e Pino silvestre, in erboristeria) in un litro d’acqua molto calda”, consiglia Brenna. - Da non fare “Evita gli alimenti acidi (kiwi, limone) e i cibi caldi: irritano”, avverte lo specialista. “E non esagerare con sciacqui a base di disinfettanti locali: se la gola è infiammata, troppi possono risultare controproducenti. Meglio allora il latte caldo con miele per lenire la mucosa. Infine, se ti va via la voce, stare in silenzio è sbagliato: parlare piano aiuta a non perdere la tonicità delle corde vocali. i rimedi efficaci - “Se hai la faringite virale, tieni sotto controllo i sintomi con un antinfiammatorio, per esempio acido acetilsalicilico, meglio in compressa effervescente sciolta nell’acqua, più adatta se si ha mal di gola”, suggerisce lo specialista. “Se però hai il dubbio che sia batterica, oppure si tratta di faringite, vai dal medico che valuterà la cura più appropriata, di solito a base di antibiotici”. ··········. Ogni disturbo da raffreddamento ha la sua cura Tosse secca, oppure “grassaY Come ti senti La gola pizzica ed è impossibile resistere: ti parte una tosse secca che ti raschia dentro. Oppure, a farti esplodere, è un intasamento di catarro: a ogni crisi, espelli abbondanti secrezioni bianche. - Che cos’è? TOSSE VIRALE “E’ associata a un’infiammazione alle vie aeree: spesso inizia secca e poi diventa “grassaY o produttiva. Se però il muco è giallo o verde, vai dal medico: potrebbe essere una bronchite o una polmonite”. - In quanto tempo passa 7 giorni. Poi vai dal medico (anche prima se hai dolori al petto). La tosse è un riflesso che serve a liberare trachea e vie respiratorie, ma può segnalare anche altre patologie. le strategie di difesa - Da fare Se tossisci soprattutto di notte, significa che l’ambiente della tua camera è troppo secco: metti gli umidificatori sui caloriferi e aggiungi qualche goccia di olio essenziale di Pino silvestre. Altra precauzione, dormire a pancia in giù oppure semiseduta: evita le crisi notturne, frequenti se la tosse è “grassaY. - Da non fare “Prendere sedativi se hai catarro: riducono il riflesso fisiologico a tossire, così il muco ristagna e l’intasamento aumenta”, avverte Pipia. In questo caso, meglio il miele, dalle proprietà lenitive e ammorbidenti, magari con l’aggiunta di una goccia di propoli (se non sei allergica), un antinfiammatorio naturale. i rimedi efficaci - “In caso di violente crisi di tosse secca per prima cosa si può ricorrere a un sedativo in sciroppo. Se così non passa, vai dal medico: probabilmente ti prescriverà un antistaminico”, precisa il dottor Brenna. “Se la tosse è “grassaY, invece, i sintomi possono essere ridotti con uno sciroppo fluidificante: aiuta a sciogliere il catarro favorendo così la liberazione dei bronchi”. ··········. Starnuti a ripetizione e naso chiuso Come ti senti Al primo starnuto, quasi non ci fai caso. Ma al quarto di una raffica di “etciùY inizi ad avere bisogno della scorta di fazzoletti. Prima il naso ti si chiude “a tappoY, quindi inizia a scorrere come un rubinetto e non percepisci più il sapore dei cibi. Ti senti a terra e puoi avere anche qualche linea di febbre. - Che cos’è? RAFFREDDORE A provocarlo è il rhinovirus, che è contagiosissimo: basta starnutire vicino a qualcuno per infettarlo. - In quanto tempo passa Una settimana, con un picco iniziale di 3 giorni in cui i sintomi sono più forti. le strategie di difesa - Da fare Libera il respiro con uno spray nasale all’acqua marina o soluzione fisiologica. E bevi per ripristinare la perdita di liquidi causata dal raffreddore nella sua fase “colanteY. Acqua, ma anche tè, tisane di malva e spremute di agrumi, ricchi di vitamina C (no se hai mal di gola: sono acide). - Da non fare “Mai abusare dei decongestionanti nasali”, afferma Brenna. “Ti liberano il respiro, ma vanno presi solo quando il naso è chiuso. Se si esagera, possono avere un effetto “reboundY: invece di liberarti, aumentano l’occlusione. E a lungo andare possono alzare la pressione”. i rimedi efficaci - In farmacia trovi gel in spray che formano una barriera antivirus, ma funzionano solo se li prendi entro 24 ore dai primi starnuti. Ci sono poi soluzioni “strongY: sciroppi a base di antistaminici e antinfiammatori che neutralizzano i sintomi (anche dell’influenza) in 2-3 giorni. “Vanno usati seguendo scrupolosamente le indicazioni, non più di 1 volta a stagione”, raccomanda Brenna. ··········. Mal di testa, occhi gonfi e raffreddore Come ti senti Hai un forte raffreddore e un terribile mal di testa. Il dolore è soprattutto sulla fronte. E ti fa ancora più male se premi con un dito a livello degli zigomi o sulle sopracciglia. Inoltre, non senti bene gli odori, hai gli occhi gonfi e (in certi casi) ti viene la febbre. - Che cos’è? SINUSITE Si tratta di un’infiammazione della mucosa dei seni paranasali causata dal ristagno di muco (prodotto dal raffreddore) che non riesce a scorrere attraverso il naso. - In quanto tempo passa Una settimana, altrimenti vai dal medico. le strategie di difesa - Da fare “Fumenti con camomilla o bicarbonato per sciogliere i depositi di muco”, suggerisce la dottoressa Pipia. “In alternativa, aggiungi all’acqua bollente una manciata di sale grosso”. Quanto alle irritazioni cutanee, frequenti nella zona tra naso e bocca per via dello scolo di muco, basta applicare mattino e sera abbondante crema idratante alla calendula. - Da non fare “Vietato tirare su con il naso: così peggiori il problema. Devi invece soffiartelo il più spesso possibile”, avverte la specialista. “Se la secrezione è gialla e densa, è normale: significa che c’è molto muco ancora da sciogliere”. i rimedi efficaci - “Mucolitici in sciroppo o bustine per rendere più fluide le secrezioni, in modo da favorirne il drenaggio da parte dei seni paranasali e, dunque, lo svuotamento”, raccomanda il dottor Enrico Brenna. “Se c’è febbre e la temperatura supera i 38, prendi subito il paracetamolo per abbassarla. E poi consulta il medico”.

Se vuoi stare subito meglio, ascolta i tuoi sintomi

Febbre alta, naso chiuso e “ossa rotte”. Come ti senti? Hai il naso chiuso, starnutisci a ripetizione e ti senti indolenzita dappertutto, come se avessi le “ossa rotte”. E quando ti provi la febbre, perché ti senti un po’ calda, scopri che la temperatura è schizzata oltre i 38 e mezzo. - Che cos’è? INFLUENZA. Probabilmente ti sei proprio presa l’orthomyxovirus, responsabile dell’influenza, immancabile all’appuntamento invernale. “I suoi tipici segnali sono febbre molto alta, indolenzimento diffuso e una infiammazione alle prime vie respiratorie”, spiega il dottor Enrico Brenna, otorinolaringoiatra. -

In quanto tempo passa. Una settimana circa.

Le strategie di difesa - Da fare.“Mangia “liquido”, leggero ed energetico”, consiglia l’esperto. “La febbre, infatti, ti fa sudare, facendoti perdere acqua e sali minerali (specie sodio). Inoltre, aumenta il metabolismo e il fabbisogno di proteine”. Il menu? Minestrine, carni bianche e frullati di frutta e verdura (cipolle per depurare, noci per un pieno d’energia, cavoli e spinaci per una scorta di minerali e vitamine). Da non fare. “Alzare troppo il riscaldamento”, avverte Brenna. “La temperatura ideale è di 20-22 gradi. Per rendere l’aria più “respirabile”, basta aggiungere un po’ di balsamo di Tigre negli umidificatori sui caloriferi”. I rimedi efficaci - “Se la febbre supera i 38, prendi un antipiretico come il paracetamolo per alleviare la sensazione di “ossa rotte”, consiglia lo specialista. “Per decongestionare le vie respiratorie, invece, è ideale un fumento”. Basta respirare i vapori di una ciotola d’acqua calda con un cucchiaio di bicarbonato, coprendoti il capo con un asciugamano. Ripeti ogni volta che ne senti il bisogno.

Mal di pancia, nausea e febbre Come ti senti. Corri in bagno più volte al giorno, in preda a dolorose fitte addominali. Oltre agli attacchi di diarrea, può sopraggiungere nausea, anche associata a vomito (ma non è sempre così). Infine, la febbre si alza a 38. - Che cos’è? PARAINFLUENZA. ”Come l’influenza, anche questo disturbo è provocato da un virus, che però colpisce l’intestino, causando una gastroenterite”, spiega Cristina Pipia, internista all’Ospedale S. Paolo di Milano.

In quanto tempo passa. 2-3 giorni, altrimenti vai subito dal medico: i sintomi potrebbero avere anche un’origine diversa, che necessita di una terapia specifica.

Le strategie di difesa. - Da fare. “Bisogna bere molto, acqua ma anche succhi di frutta dolci, per ripristinare i liquidi e ricaricarsi d’energia”, raccomanda la specialista. Da non fare. “Evita di mangiare in bianco, se non te la senti”, consiglia Pipia. “In questo caso, più che attenersi a una dieta ferrea, devi ascoltare quello che ti dice il tuo corpo. La regola è: mangia quello che ti senti, senza esagerare. Dunque, se l’idea di un piatto di spaghetti al pomodoro ti mette appetito, significa che il tuo organismo non ne risentirà. Se, invece, senti che è meglio una mela o, addirittura, stare un po’ a digiuno, segui il tuo istinto”. I rimedi efficaci - “Per bloccare il vomito, ricorri a un antiemetico come il metoclopramide, mentre per abbassare la febbre va bene il paracetamolo”, suggerisce l’esperta. “Evita, invece, di prendere antidiarroici: quando hai una gastroenterite virale è comunque importante liberarsi, lasciando che il corpo si depuri”. Se però le scariche perdurano e sono frequenti, vai dal medico.

Difficoltà a deglutire e mal di gola Come ti senti. Ti fa male a deglutire e, nel giro di qualche ora, ti senti la gola in fiamme. Se ti guardi allo specchio, infatti, la mucosa appare arrossata e, a volte, sono distinguibili dei puntini bianchi (placche). - Che cos’è? FARINGITE. Molto probabilmente si tratta di una forma virale. Se, invece, oltre al mal di gola toccando il collo senti i linfonodi ingrossati e ti viene la febbre alta, può essere d’origine batterica. Infine, se ti va via la voce, è laringite, in genere virale.

In quanto tempo passa 3-4 giorni la faringite virale; se dura di più è batterica (vai dal medico).

Le strategie d’attacco - Da fare. “Per un’azione balsamica benefica per la gola e il naso, fai un fumento con 10 gocce di Olio 31 (un mix di erbe tra cui Arancio amaro e Pino silvestre, in erboristeria) in un litro d’acqua molto calda”, consiglia Brenna. Da non fare. “Evita gli alimenti acidi (kiwi, limone) e i cibi caldi: irritano”, avverte lo specialista. “E non esagerare con sciacqui a base di disinfettanti locali: se la gola è infiammata, troppi possono risultare controproducenti. Meglio allora il latte caldo con miele per lenire la mucosa. Infine, se ti va via la voce, stare in silenzio è sbagliato: parlare piano aiuta a non perdere la tonicità delle corde vocali. I rimedi efficaci - “Se hai la faringite virale, tieni sotto controllo i sintomi con un antinfiammatorio, per esempio acido acetilsalicilico, meglio in compressa effervescente sciolta nell’acqua, più adatta se si ha mal di gola”, suggerisce lo specialista. “Se però hai il dubbio che sia batterica, oppure si tratta di faringite, vai dal medico che valuterà la cura più appropriata, di solito a base di antibiotici”. ··········. Ogni disturbo da raffreddamento ha la sua cura Tosse secca, oppure “grassaY Come ti senti La gola pizzica ed è impossibile resistere: ti parte una tosse secca che ti raschia dentro. Oppure, a farti esplodere, è un intasamento di catarro: a ogni crisi, espelli abbondanti secrezioni bianche. - Che cos’è? TOSSE VIRALE “E’ associata a un’infiammazione alle vie aeree: spesso inizia secca e poi diventa “grassaY o produttiva. Se però il muco è giallo o verde, vai dal medico: potrebbe essere una bronchite o una polmonite”. - In quanto tempo passa 7 giorni. Poi vai dal medico (anche prima se hai dolori al petto). La tosse è un riflesso che serve a liberare trachea e vie respiratorie, ma può segnalare anche altre patologie. le strategie di difesa - Da fare Se tossisci soprattutto di notte, significa che l’ambiente della tua camera è troppo secco: metti gli umidificatori sui caloriferi e aggiungi qualche goccia di olio essenziale di Pino silvestre. Altra precauzione, dormire a pancia in giù oppure semiseduta: evita le crisi notturne, frequenti se la tosse è “grassaY. - Da non fare “Prendere sedativi se hai catarro: riducono il riflesso fisiologico a tossire, così il muco ristagna e l’intasamento aumenta”, avverte Pipia. In questo caso, meglio il miele, dalle proprietà lenitive e ammorbidenti, magari con l’aggiunta di una goccia di propoli (se non sei allergica), un antinfiammatorio naturale. i rimedi efficaci - “In caso di violente crisi di tosse secca per prima cosa si può ricorrere a un sedativo in sciroppo. Se così non passa, vai dal medico: probabilmente ti prescriverà un antistaminico”, precisa il dottor Brenna. “Se la tosse è “grassaY, invece, i sintomi possono essere ridotti con uno sciroppo fluidificante: aiuta a sciogliere il catarro favorendo così la liberazione dei bronchi”. ··········. Starnuti a ripetizione e naso chiuso Come ti senti Al primo starnuto, quasi non ci fai caso. Ma al quarto di una raffica di “etciùY inizi ad avere bisogno della scorta di fazzoletti. Prima il naso ti si chiude “a tappoY, quindi inizia a scorrere come un rubinetto e non percepisci più il sapore dei cibi. Ti senti a terra e puoi avere anche qualche linea di febbre. - Che cos’è? RAFFREDDORE A provocarlo è il rhinovirus, che è contagiosissimo: basta starnutire vicino a qualcuno per infettarlo. - In quanto tempo passa Una settimana, con un picco iniziale di 3 giorni in cui i sintomi sono più forti. le strategie di difesa - Da fare Libera il respiro con uno spray nasale all’acqua marina o soluzione fisiologica. E bevi per ripristinare la perdita di liquidi causata dal raffreddore nella sua fase “colanteY. Acqua, ma anche tè, tisane di malva e spremute di agrumi, ricchi di vitamina C (no se hai mal di gola: sono acide). - Da non fare “Mai abusare dei decongestionanti nasali”, afferma Brenna. “Ti liberano il respiro, ma vanno presi solo quando il naso è chiuso. Se si esagera, possono avere un effetto “reboundY: invece di liberarti, aumentano l’occlusione. E a lungo andare possono alzare la pressione”. i rimedi efficaci - In farmacia trovi gel in spray che formano una barriera antivirus, ma funzionano solo se li prendi entro 24 ore dai primi starnuti. Ci sono poi soluzioni “strongY: sciroppi a base di antistaminici e antinfiammatori che neutralizzano i sintomi (anche dell’influenza) in 2-3 giorni. “Vanno usati seguendo scrupolosamente le indicazioni, non più di 1 volta a stagione”, raccomanda Brenna. ··········. Mal di testa, occhi gonfi e raffreddore Come ti senti Hai un forte raffreddore e un terribile mal di testa. Il dolore è soprattutto sulla fronte. E ti fa ancora più male se premi con un dito a livello degli zigomi o sulle sopracciglia. Inoltre, non senti bene gli odori, hai gli occhi gonfi e (in certi casi) ti viene la febbre. - Che cos’è? SINUSITE Si tratta di un’infiammazione della mucosa dei seni paranasali causata dal ristagno di muco (prodotto dal raffreddore) che non riesce a scorrere attraverso il naso. - In quanto tempo passa Una settimana, altrimenti vai dal medico. le strategie di difesa - Da fare “Fumenti con camomilla o bicarbonato per sciogliere i depositi di muco”, suggerisce la dottoressa Pipia. “In alternativa, aggiungi all’acqua bollente una manciata di sale grosso”. Quanto alle irritazioni cutanee, frequenti nella zona tra naso e bocca per via dello scolo di muco, basta applicare mattino e sera abbondante crema idratante alla calendula. - Da non fare “Vietato tirare su con il naso: così peggiori il problema. Devi invece soffiartelo il più spesso possibile”, avverte la specialista. “Se la secrezione è gialla e densa, è normale: significa che c’è molto muco ancora da sciogliere”. i rimedi efficaci - “Mucolitici in sciroppo o bustine per rendere più fluide le secrezioni, in modo da favorirne il drenaggio da parte dei seni paranasali e, dunque, lo svuotamento”, raccomanda il dottor Enrico Brenna. “Se c’è febbre e la temperatura supera i 38, prendi subito il paracetamolo per abbassarla. E poi consulta il medico”.

Saturday, October 09, 2010

FORMICOLIO, DITA, BRACCIO , ICTUS, VARIE

formicolio, si cerca
un disturbo fastidioso, frequente, spesso innocente. non sempre, pero' : in alcuni casi rappresenta la manifestazione

di una precisa patologia, piu' o meno grave

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: FORMICOLIO, SI CERCA Un disturbo

fastidioso, frequente, spesso innocente. Non sempre, pero' . In alcuni casi rappresenta la manifestazione di una

precisa patologia, piu' o meno grave - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Una

sensazione sperimentata da chiunque, il formicolio alla mano. Un disturbo che in genere si risolve spontaneamente. Ma

che a volte puo' farsi ostinato. E associarsi a sensazioni dolorose all' arto superiore. Dietro le quinte di una

simile condizione c' e' una sofferenza dei "fili elettrici" che assicurano la sensibilita' e il movimento dell' arto.

Una sofferenza provocata da quali problemi? In queste pagine abbiamo voluto fornire l' identikit delle piu' frequenti

cause. Diciamo che alla base dei vari disturbi c' e' in genere una compressione dei tronchi nervosi, un incidente di

percorso che tende spesso a realizzarsi in determinati punti: la' dove il nervo s' impegna in qualche "tunnel".

Infatti attorno al tronco nervoso le strutture muscolari, ossee e tendinee si organizzano a descrivere qua e la'

minute gallerie. Si tratta di spazi anatomici angusti, delicati, ma soprattutto inestensibili. Pertanto qualsiasi

alterazione che provoca un "aumento di pressione" all' interno di tali canali finisce per causare una compressione

del nervo. Un classico esempio, in questo senso, e' la "sindrome del tunnel carpale", un disturbo che interessa

prevalentemente la donna e che e' dovuto alla compressione del "nervo mediano" . come meglio diremo in seguito . in

quella galleria di tessuto osseo e connettivo accolta nel palmo della mano. Grande "spina nel fianco" dei tronchi

nervosi e' , poi, l' artrosi. Questa malattia degenerativa e' caratterizzata dalla formazione di "becchi", di speroni

ossei: il loro sviluppo a livello delle vertebre cervicali finisce per "irritare" le radici nervose che emergono dal

midollo spinale. Vediamo, allora, in dettaglio, i principali "guai" nervosi dell' arto superiore. E, naturalmente, i

mezzi a nostra disposizione per contrastarli. *Servizio di chirurgia ortopedica, Casa di cura "S. Ambrogio", Milano

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: E' IL GOMITO CHE DA' LA SCOSSA - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - A tutti e' sicuramente successo, urtando il gomito, di

avvertire una sensazione simile a una scarica elettrica che "corre" verso la mano. Il fenomeno e' dovuto a una

stimolazione del nervo ulnare, che nel gomito decorre . in posizione assai superficiale . in un canale osseo. Questo

"tunnel" . in seguito a un processo artrosico, a eventi traumatici o per motivi ancora non chiari . puo' andare

incontro a un progressivo restringimento (stenosi), fenomeno che provoca inevitabilmente una compressione del nervo.

I disturbi variano a seconda del grado di questa compressione. All' inizio il paziente avverte soltanto una

sensazione di formicolio sul quinto dito e in parte sul quarto, in corrispondenza della superficie dorsale della

mano. Se non si provvede ad attuare un trattamento precoce, queste sensazioni aumenteranno fino a sfociare in una

vera e propria mancanza di sensibilita' nelle dita interessate. Nel frattempo si assistera' anche a una progressiva

perdita di volume a carico dei piccoli muscoli della mano innervati dal nervo ulnare. Alla fine la mano assume un

aspetto scheletrico ed e' impossibilitata a estendere il quarto e il quinto dito. Il disturbo compare con la stessa

frequenza nell' uomo e nella donna di eta' media. Gia' questo quadro e' sufficiente a indirizzare il medico verso la

diagnosi. Ma, come in tutte le lesioni nervose, un esame elettromiografico, che permette di misurare le "correnti

elettriche" condotte dai nervi, fornisce la prova definitiva. LE CURE Il trattamento della "sindrome compressiva del

nervo ulnare" e' puramente chirurgico. L' intervento consiste nella liberazione del nervo: in pratica alle strutture

nervose si da' piu' spazio ampliando per tutta la sua estensione il canale che le accoglie. Si tratta di un'

operazione rapida, ma assai delicata, data la complessita' delle strutture anatomiche coinvolte. -------------------

------ PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: LA SENSIBILITA PERSA NEL TUNNEL - - - - - - - - - - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - La "sindrome del tunnel carpale" consiste nella compressione del nervo

mediano a livello di un canale osteo fibroso (composto, cioe' , da strutture ossee e fibrose) situato nel polso: in

questo "tunnel", detto "carpale", passano i tendini flessori delle dita e, per l' appunto, il nervo mediano, che si

trova in una posizione superficiale. Qualsiasi alterazione in tale sede e' pertanto in grado di provocare una

compressione del nervo. L' evento compromette la sensibilita' : insorge un formicolio nelle prime tre dita della

mano, che esordisce di notte e che persiste durante il giorno negli stadi piu' avanzati della malattia. Si arriva

progressivamente alla perdita della sensibilita' . Il sesso piu' colpito e' quello femminile, con un rapporto tra

donne e uomini di 9 a 1. Si manifesta a partire dai 25 30 anni, ma non sono rari riscontri della malattia a 18 20

anni. In ogni caso si calcola che circa il 20 per cento delle donne oltre i 60 anni soffra della sindrome. La

gravidanza e la menopausa (con le modificazioni ormonali che questi momenti della vita comportano) possono favorire

tale condizione. Il medico fonda la sua diagnosi sulla caratteristica sintomatologia. Ma la conferma giunge dall'

esame elettromiografico (che valuta la capacita' del nervo mediano a condurre uno stimolo elettrico). LE CURE Il

trattamento consigliato e' chirurgico e consiste nell' apertura del canale carpale, volta a decomprimere il nervo

mediano. Dal 1991 questo trattamento viene eseguito, nella maggioranza dei casi, con tecnica "mininvasiva", per via

endoscopica. Si procede con l' introduzione, mediante apposite sonde, di un endoscopio all' interno del canale

carpale, che proietta su un monitor la situazione anatomica. Sotto controllo endoscopico si procede, quindi, alla

recisione del "tetto" del canale. ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: NERVI

IN CRISI A CAUSA DELL' ARTROSI - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Tutti noi, a

partire dai quarant' anni, presentiamo segni piu' o meno evidenti di artrosi cervicale. Nella maggioranza dei casi

tale affezione rimane asintomatica, non da' , cioe' , segno di se' . Si rende evidente con dolori che insorgono in

seguito a movimenti del collo e che si irradiano alle braccia (si parla di "cervicobrachialgia"). E anche possibile

che compaiano vertigini. Soltanto in casi eccezionali questa malattia puo' causare formicolio alle mani: cio' dipende

sostanzialmente dalla compressione delle radici nervose provocata dalla progressiva deformazione delle strutture

ossee vertebrali. Nel processo artrosico e' , infatti, tipica la formazione di speroni ossei chiamati "osteofiti",

che possono occludere il foro di passaggio delle radici nervose. LE CURE Il trattamento e' "misto". Innanzitutto e'

fondamentale il consulto dello specialista fisiatra, che deve stilare un programma di attivita' fisica da abbinare

all' impiego di collari cervicali e all' eventuale trattamento farmacologico. Soltanto nei casi piu' gravi e'

consigliabile l' intervento chirurgico, che mira a decomprimere le radici nervose a livello delle vertebre cervicali.

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: SE LA CERVICALE MANDA UN SEGNALE - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - L' ernia del disco cervicale va sempre sospettata in

caso di formicolio alle mani. Progressive usure, sia di natura artrosica sia in seguito a traumi, possono portare

allo spostamento della parte centrale del disco intervertebrale (il cuscinetto fra una vertebra e l' altra), che

finisce per comprimere il midollo. I disturbi ricordano quelli dell' artrosi cervicale, con dolori (che possono

essere, pero' , piu' severi) e rigidita' al collo. Negli stadi avanzati, possono insorgere zone estese di riduzione

della massa muscolare, dapprima all' arto superiore, successivamente anche all' inferiore. LE CURE Il trattamento e'

chirurgico e consiste nell' asportazione del disco intervertebrale. E un intervento assai delicato, piu' difficile

dell' asportazione del disco a livello lombare. Dev' essere effettuato in centri qualificati (di ortopedia o

chirurgia specializzati nella patologia della colonna cervicale) e seguito da un programma fisioterapico. ----------

--------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: PROBLEMI ALLA RADICE SE IL MUSCOLO E INVADENTE - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Si chiama "sindrome dello stretto toracico

superiore" ed e' una condizione causata da vari fattori. E appannaggio del sesso femminile, si riscontra piu' di

frequente dopo i quarant' anni, ma e' osservabile anche a partire dalla trentina. Il tratto distintivo di questa

malattia e' una compressione o, quanto meno, un' alterazione, del decorso del "plesso brachiale", che e' quella

struttura nervosa da cui prendono origine i nervi destinati all' arto superiore. Il plesso brachiale e' costituito da

cinque radici nervose che, partendo dal midollo spinale, s' impegnano, subito al di la' delle vertebre, in uno spazio

triangolare delimitato dai "muscoli scaleni" (tesi dalle vertebre cervicali alla prima costa). Una qualsiasi

alterazione che interessa tale regione anatomica si traduce in una sindrome compressiva a carico del plesso

brachiale. Le cause, come si diceva, sono varie: alterazioni della forma della settima vertebra cervicale (ci puo'

essere addirittura una costola in soprannumero . le costole, infatti, traggono origine dalle vertebre toraciche); un'

abnorme grandezza dei muscoli scaleni (ipertrofia) o presenza di anomalie nelle loro inserzioni sulla prima costola;

legamenti che deviano il decorso dei nervi. La diagnosi e' difficile, perche' , vista la molteplicita' delle cause, i

disturbi sono variabili. Fra questi i piu' frequenti sono: dolori al braccio, diffusi e non ben localizzati in punti

precisi, con tipiche irradiazioni posteriori lungo il contorno della scapola che si acuiscono sollevando pesi;

diffusi formicolii alle mani, soprattutto al quarto e quinto dito; disturbi a carico della circolazione sanguigna,

per il fatto che anche l' arteria puo' rimanere compressa nello spazio delimitato dai muscoli scaleni; disturbi nel

tratto cervicale della colonna vertebrale, non ben differenziabili, pero' , dai fastidi dovuti all' artrosi

cervicale, presente nella maggior parte dei casi (soprattutto quando la sindrome compare in eta' piu' avanzata). LE

CURE Una volta formulata la diagnosi (che, per la molteplicita' dei sintomi, e' posta per lo piu' escludendo

accuratamente altre patologie, come artrosi ed ernia del disco), occorre ricorrere alla fisioterapia e all' impiego

di speciali collari. Se tali trattamenti non hanno successo, bisogna sottoporre il paziente all' intervento

chirurgico. Questo consiste nella "liberazione" dei nervi del plesso brachiale: l' operazione, in pratica, rimuove

tutte le cause della compressione (costole sovrannumerarie, anomalie d' inserzione dei muscoli e cosi' via). E un

intervento molto delicato, vista la complessita' delle strutture che si vanno a toccare; richiede, quindi, un'

estrema attenzione e un' esperienza specifica. ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------

TITOLO: QUEL GELO SULLA PUNTA DELLE DITA - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Il

"morbo di Raynaud" e' un disturbo di probabile origine neurovegetativa: consiste nello spasmo delle arterie digitali

di una o piu' dita, complice l' esposizione al freddo. La sua presenza e' spesso associata a malattie

autoimmunitarie. Piu' che un formicolio provoca una perdita della sensibilita' , con dolori dovuti a deficit della

circolazione. Quando la "crisi" compare, il dito diventa completamente bianco e in un secondo tempo assume un

colorito cianotico. LE CURE Il trattamento all' inizio si basa su farmaci capaci di contrastare lo spasmo delle

arterie. Se questi non sortiscono effetti, bisogna passare all' intervento chirurgico: consiste nel provocare la

paralisi del "sistema nervoso simpatico" (da cui dipende lo spasmo vascolare) agendo o a livello toracico

(gangliectomia toracica) o periferico (asportando la membrana esterna dei vasi arteriosi, la cosiddetta

"avventiziectomia"). ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: UN PERCORSO DAVVERO

TORTUOSO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Il nervo mediano, di cui abbiamo gia'

parlato nella "sindrome del tunnel carpale", puo' subire compressioni nel suo decorso a livello del gomito. Infatti,

dopo la piega del gomito, il nervo transita o al di sotto o nello spessore dei muscoli dell' avambraccio. L'

esistenza di formazioni cistiche o tumorali o, piu' semplicemente, la presenza di "nastri" fibrosi, puo' deviare il

decorso del nervo fino a provocarne una compressione. I disturbi non sono dissimili da quelli che si accusano nella

sindrome del tunnel carpale (formicolio nelle prime tre dita della mano). La differenza consiste nel periodo d'

insorgenza dei disturbi: questi compaiono per lo piu' nelle ore diurne e sotto sforzo (la "sindrome del tunnel

carpale" si fa, invece, "sentire" di notte). Inoltre e' presente una maggior perdita di forza, perche' la

compressione del nervo mediano a livello del gomito compromette tutta la muscolatura flessoria della mano. LE CURE Il

trattamento consiste nella decompressione del nervo, mediante esplorazione chirurgica e rimozione di tutti gli

ostacoli che premono sul nervo o ne provocano la deviazione. ------------------------- PUBBLICATO ------------------

------------ TITOLO: UNA STRETTA DI MANO TROPPO FORTE - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

- - - La possibilita' che il nervo ulnare possa essere compresso si realizza a livello del gomito. Un' altra

evenienza e' che la compressione avvenga nella mano, in quel "tunnel" che si trova sul suo lato interno e che

contiene, oltre al nervo ulnare, anche l' arteria e le vene ulnari ("canale di Guyon"). E questa una struttura assai

rigida, avendo pavimento e pareti laterali fatte di tessuto osseo e un tetto fibroso. Un' alterazione a carico di

tali strutture, dovuta a varie cause (eccessivo spessore del "tetto" o presenza di neoformazioni all' interno del

canale) provoca una compressione a carico del nervo ulnare. La compressione nel canale di Guyon e' assai simile a

quella che si verifica a livello del gomito (produce formicolio in corrispondenza del quarto e quinto dito). Anche in

questo caso l' esame elettromiografico e' il test decisivo per formulare la diagnosi. LE CURE Il trattamento e'

chirurgico e consiste nell' apertura del canale mediante asportazione del tetto. Ovviamente la presenza di formazioni

varie nel tunnel si risolvera' con la loro rimozione, che dovra' essere completa.

Morelli Alberto


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(7 marzo 1994) - Corriere della Sera

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Formicolii
di Attilio Speciani
Una fastidiosa sensazione di formicolio può dipendere da moltissime cause, sia fisiche (compressione nervosa,

alterazione circolatoria, eccetera) sia psichiche (tensione nervosa, iperemotività, ansia, eccetera).

Una cosa è certa: se si mette a formicolare una gamba dopo mezz'ora che si è seduti a gambe accavallate, oppure se si

informicola un braccio durante la notte perché ci si dorme sopra, questo non è da considerare una situazione

patologica e dei semplici esercizi fisici e un po' di ginnastica attuata con costanza risolveranno il problema.

Se, invece, il formicolio è persistente e fastidioso durante il giorno, può essere utile consultare il medico che

saprà valutare la causa tra i Dolori artro-reumatici, la Circolazione, le forme tossiche (vedi Alcolismo) o specifici

disturbi del nervo o del sistema nervoso centrale.

Prima di discuterne col proprio medico in molti casi è possibile tentare un riequilibrio spontaneo.

Omeopatia
Si possono valutare i prodotti già descritti alle voci Sciatica, Nevralgia e Nevrite.

Oligoelementi
Il Magnesio è uno dei minerali più importanti per il riequilibrio del nervo. Insieme a questo altri minrerali come

Manganese, Zinco e Rame sono importanti. È utilissima la assunzione di 1 misurino di Oximix 4+ (miscela di

oxiprolinati) alla sera quando la componente nervosa ed emotiva sia dominante.

Quando invece si sospetta maggiormente un disturbo di circolazione la miscela più indicata è Oximix 5+ (1 misurino al

mattino).

Nel dubbio, mezzo misurino (2,5 ml) di Oximix 5+ al mattino e altrettanto alla sera di Oximix 4+.

Vitaminoterapia e integrazione alimentare
Vale quanto detto alla voce Nevrite, cioè riequilibrare comunque l'apporto di vitamina B, e quanto detto alla voce

Dolori muscolari per riequilibrare la nutrizione dei muscoli.

Note di dietologia
Assumere obbligatoriamente dei cereali integrali e della lecitina di soia, oltre che arricchire la propria

alimentazione di magnesio (contenuto nelle noci e nella verdura in foglia).

La medicina popolare
Se i formicolii sono agli arti superiori, è buona cosa dormire per qualche giorno con una rivista arrotolata e

avvolta in un asciugamano sotto il collo, in modo che la colonna cervicale riprenda la sua giusta conformazione.

Quando comunque interviene il formicolio durante il giorno, si può cercare di farlo scomparire “misurando a spanne”

un tavolo o una scrivania, premendo con tutto il proprio peso sull'arto.

Questo riattiva la circolazione, ridà tono muscolare e fa cessare, in genere, la sensazione di formicolio.

Dott. Attilio Speciani
Allergologo e Immunologo clinico


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Che cos’è l’Ictus

L’Ictus è una malattia che colpisce il cervello quando improvvisamente una parte di questo viene danneggiata o

distrutta. E’ il risultato di un’interruzione di sangue ai tessuti cerebrali, dovuta alla chiusura o alla rottura di

un’arteria.
Il cervello è diviso in aree, ognuna delle quali è responsabile per il movimento e il funzionamento di diverse parti

del corpo.
Ogni lato del cervello controlla il lato opposto del corpo. Per esempio, se è danneggiato il lato destro del

cervello, la parte sinistra del corpo ne porterà le conseguenze.

Ci sono due tipi di Ictus:

• ISCHEMICO: dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale .
Si parla in questo caso di ischemia cerebrale: le cellule che prima venivano nutrite da quell’arteria subiscono un

infarto e muoiono. L’ischemia cerebrale rappresenta l’85% di tutti i casi di Ictus cerebrale.
L’occlusione dell’arteria può essere causata da un coagulo o trombo (che va a chiudere definitivamente un’

irregolarità della parete dell’arteria stessa formando la placca ateromasica): in questo caso si parla di trombosi

cerebrale.
Nel caso invece di embolia cerebrale l’arteria viene raggiunta da coaguli o emboli partiti dal cuore o da placche

ateromasiche delle arterie che portano sangue al cervello.

• EMORRAGICO: dovuto alla rottura di un’arteria cerebrale. Si parla allora di emorragia cerebrale. Questa rappresenta

il 15% dei casi di Ictus cerebrale. La causa più frequente è la pressione arteriosa troppo alta, che determina la

rottura di vasi normali o malformati, detti aneurismi.

Le funzioni del corpo colpite dall’Ictus

Un danno al lato sinistro del cervello può causare:
• Paralisi del lato destro e/o perdita di sensibilità
• Difficoltà di linguaggio e di deglutizione
• Lentezza nelle reazioni
• Perdita della visione nel lato destro di entrambi gli occhi

Un danno al lato destro del cervello può causare:

• Paralisi del lato sinistro e/o perdita di sensibilità
• Perdita dell’abilità di giudicare la distanza e le dimensioni (percezione spaziale)
• Tendenza ad essere impulsivi e non valutare correttamente le proprie capacità
• Perdita della visione nel lato sinistro di entrambi gli occhi

Fattori di rischio

Alcuni fattori di rischio non sono modificabili: ad esempio l’età, il sesso, la familiarità.
Altri invece si possono modificare. Tra questi i più importanti sono: l’ipertensione arteriosa, le malattie

cardiache, il diabete, i TIA, il fumo, l’obesità ed altri.

Un corretto stile di vita ed una giusta alimentazione riducono il rischio di Ictus ed aiutano i farmaci a tenere

sotto controllo la pressione, il colesterolo e la glicemia.

Se il rischio di Ictus è legato alla presenza di una placca aterosclerotica che ostruisce l’arteria carotide, la

rimozione chirurgica della placca può ridurre significativamente il rischio di un nuovo e più grave Ictus nella

maggior parte dei casi.

Chi è a rischio per Ictus è anche a rischio di demenza: contrasta i tuoi fatto di rischio!

Riconoscere i sintomi

L’Ictus cerebrale può manifestarsi con diversi sintomi, ma insorge sempre all’improvviso.
I sintomi più frequenti sono:
• Paralisi o debolezza o formicolio al viso, al braccio e alla gamba, soprattutto se interessano un solo lato del

corpo
• Perdita della visione, visione annebbiata o diminuita in uno o entrambi gli occhi
• Difficoltà a pronunciare o comprendere semplici frasi
• Perdita di equilibrio, vertigine e mancanza di coordinazione

Diagnosticare l’Ictus


L’Ictus è un’emergenza. La persona con sospetto Ictus deve ricevere immediatamente cure più adatte a lui. Per capire

se ha un’ischemia o un’emorragia è necessario fare una TC cerebrale. Bisogna recarsi immediatamente al pronto

soccorso di un ospedale specializzato nell’emergenza ICTUS, dotato di Stroke Unit, strutture dove lavorano esperti

aggiornati sulla cura della malattia!
In caso di ICTUS è necessario chiamare subito il 118.

Il TIA
I sintomi possono sparire completamente entro 24 ore da quando sono comparsi, senza lasciare nessun segno, si parla

allora di TIA (attacco ischemico transitorio).

Il TIA è un campanello d’allarme che precede l’Ictus. Esso può durare da pochi minuti a parecchie ore.
Nessuno può sapere se i sintomi scompariranno presto o no.
Quindi non perdere tempo: ai primi sintomi chiama il 118.

Se invece pensi di avere avuto un TIA, vai dal tuo medico curante, chiedi di fare presto tutti gli esami che

spieghino il motivo del TIA, e poi assumi le terapie che ti vengono prescritte con accuratezza.

Cosa fare periodicamente

Chiedi al tuo medico curante se sei a rischio di ictus, esegui tutti gli esami ed assumi le terapie che ti vengono

prescritti.

Monday, March 29, 2010

Il sesso? Serve anche a riparare il nostro Dna

A che serve il sesso? Per la riproduzione (e per il piacere) di chi lo pratica, si dice. Si sa che possono farne a meno quasi tutti gli organismi inferiori, molte piante e su 43 mila specie note di vertebrati solo pochi pesci, rettili, anfibi; ma non i mammiferi. Perché? Due le spiegazioni a confronto: la prima che il sesso serve a rimescolare i geni e favorire l’evoluzione e la salvaguardia della specie, la seconda - più recente - è quella che vede il sesso come momento di «riparazione» del Dna. Secondo il modello finora accettato, quello di Lucrezio-Weismann-Fisher-Muller, la riproduzione per via sessuale favorisce il rimescolamento dei geni e quindi delle caratteristiche che ne sono codificate, cioè aumenta la biodiversità (la possibilità di «rimescolare» i geni in modo da annullare i rischi letali per la specie). In altri termini, i cambiamenti ambientali sfavorevoli ai genitori potrebbero non esserlo più per alcuni dei figli selezionati in base al rimescolamento dei geni. Sarebbe questo il segreto dell’evoluzione?
Oggi però prevale un secondo modello: intuito da Platone, ripreso da Freud, sviluppato da Maynard Smith e divulgato da Michod in Eros and evolution propone che il sesso serve a... riparare il Dna (gli effetti sull’evoluzione ci sono tutti, ma indiretti). Si tratta di un «tagliando» al Dna, tale da consentire una «sana» riproduzione, che avviene ogni volta che entrano in campo le cellule sessuali (i gameti). Ad ogni atto sessuale si «riprogramma» il Dna, si sana, si ripara rispetto ai rischi ambientali e, se tutto funziona, nascerà un figlio con un Dna più «forte». Con questo nuovo modello si sanerebbero diversi paradossi, come la diffusione del sesso contro i suoi costi (la ricerca del partner è solo l’inizio!); l’insensatezza di scompaginare genomi (Dna) di successo in omaggio a biodiversificazioni (combinazioni di geni diverse e vincenti) vantaggiose in nuovi ambienti tanto ipotetici quanto generazionalmente lontani; la continuità evolutiva delle specie asessuate contro la discontinuità delle sessuate (persino Darwin era turbato dagli «anelli mancanti»).
Anni fa il Nobel Jacob notò che la natura fa bricolage, ma più che riparare, ricicla. L’uomo è fatto da miliardi di cellule, differenziate in circa 200 tipi riconducibili a due linee: la somatica (sangue, cuore, cervello, pelle, eccetera) e la sessuale (gameti: spermatozoi nei maschi, ovuli nelle femmine). Le cellule somatiche servono alla vita dell’organismo, le sessuali (i gameti) alla sua riproduzione. Ogni cellula abbonda di proteine, Rna, etc, ma ha un unico Dna: di norma dopo l’avvio si mette a riposo e fa lavorare le sue copie di scorta che ne assicurano le funzioni. Il Dna è a termine e dura al più una vita, almeno nelle cellule somatiche.
Nei gameti invece passa da una generazione all’altra: è perpetuo.
Il Dna di ogni cellula umana contiene tre miliardi di «lettere» combinate in parole diverse: quattro basi azotate, A, C, G e T, in un’infinità di combinazioni diverse. Sono tutti siti sensibili: radiazioni e sostanze chimiche ne colpiscono un migliaio al giorno. Danni, o alterazioni di struttura, e mutazioni, o alterazioni di sequenza, s’accumulano, causano malattie genetiche e accelerano l’invecchiamento. Sbagli che la cellula somatica ripara senza strafare, se sono pochi. Se sono tanti, e ripararli crea scompiglio, attiva un programma di suicidio cellulare, ma l’organismo si salva: anche le cellule abbondano. Se sono troppi gli sbagli, è il caos: salta pure il programma di suicidio e si rischia il cancro.
Ben altra la cura al Dna nella linea sessuale. Non per amore della discendenza, ma solo perché altrimenti il Dna non si replica. Grazie al sesso infatti il Dna gratifica il suo narcisismo: si perpetua, resta discontinuo e serve l’evoluzione. In genere le cellule subordinano la loro vita alla replicazione del Dna, possibile solo se è integro: ma per mantenerlo tale ci vuole tempo e energie. Ecco perché la natura ne ha reso la manutenzione così allettante che per goderne c’è chi è pronto a morire: di «infortuni sul lavoro» sono vittime la mantide religiosa, il topino col marsupio, il cactus centenario; l’uomo non si ferma neppure davanti all’Aids. La nostra cultura l’ha sublimata in un ideale (amore) e svilita in un’ossessione (sesso) nel cui nome si compiono mirabilia e crimini.
Qui possiamo solo riassumere la logica del ruolo del sesso nella manutenzione del Dna. Per correggere un testo occorre una copia buona di scorta: meglio se, come in una pellicola cinematografica, c’è anche un negativo. Il Dna è fatto da due eliche intrecciate: una è il negativo (o il complemento) dell’altra. La sequenza di basi di un’elica, determina quella dell’altra: gli sbagli di una sono corretti per confronto con l’altra. Qui scatta la prima riparazione.
Le cellule somatiche hanno due doppie eliche di Dna, una materna e una paterna. Questo permette di ripararle tutte e due, purché i danni siano diversi: nella seconda riparazione la doppia elica giusta fa da back-up alla sbagliata.
Ma ai gameti (le cellule sessuali) non basta. Hanno solo una doppia elica di Dna e devono passarla ai discendenti: va riparata al meglio. E così è, grazie a un terzo tagliando che le cellule progenitrici staccano prima di diventare gameti: anch’esse, come le somatiche, hanno due doppie eliche, che però replicano non una ma due volte. Questo evidenzia tutti gli sbagli presenti su ogni singola elica e ne ottimizza la correzione. Che non opera a pioggia: un capolavoro d’ingegneria riparativa allinea le doppie eliche materna e paterna e accumula le parti giuste in una, quelle sbagliate nell’altra. Le nuove doppie eliche, miste materne/paterne, finiscono ciascuna in un gamete: quella meglio riparata avrà una maggiore probabilità di successo nella fecondazione naturale. I gameti si mobilitano a milioni e anche se revisione (specie su ovuli) e selezione (di spermatozoi) sono severe, su cento nascite registriamo quattrocento aborti e quattro malformazioni congenite.
In vitro il rischio sale: c’è revisione, non selezione. E ancor di più con la clonazione: manca anche la revisione. Sulla riproduzione resta molto da imparare: ad esempio perché è facile clonare piante, ma non animali. «Conoscenza è potenza», ammoniva F. Bacone.
Queste transazioni spiegano anche perché nei figli ricompaiono tratti presenti nei nonni e non nei genitori (e viceversa). Lo notò Lucrezio nel De rerum natura , ma forse fuorviato dalla sua vena poetica mancò il modello giusto. Peccato, perché l’aveva già abbozzato quattro secoli prima Platone nel Simposio .
Il sesso è tabù e lo si esorcizza in favole. Dopo cavoli e cicogne archiviamo lotta a parassiti, biodiversità, etc, come sottoprodotti del sesso: della vita toccano l’hardware (cellule, organismi) più che il software (Dna).
Infine: perché il Dna? Se siamo strumenti di un disegno divino, amen. Alcuni cercano ragioni scientifiche: il Nobel Monod, e prima Democrito, ci vedono figli di caso e necessità. Si sa ancora ben poco della termodinamica di un processo che mira essenzialmente al Dna.

Ma su Marte, o altrove, con chimica e fisica simili alle nostre, c’è una molecola così egoista da asservire la biosfera e bella da rispettare la sezione aurea?

Saturday, February 14, 2009

ANGIOMA CAVERNOSO

ANGIOMA CAVERNOSO
buongiorno, sono un ragazzo di 29 anni con un angioma cavernoso sul dorso della spalla destra। è presente dalla
nascita e non si è mai capito se dovuto a complicazioni nel parto o al fatto che era già mio a prescindere dal
cesario...cmq sta di fatto che ce l'ho!!!l'ho sempre tenuto sotto controllo con ecografia, risonanze e angiografie..Non si è mai ingrandito è solo cresciuto
in proporzione alla mia crescita nel corso degli anni e attualmente ha un estensione di circa 20x35cm.Non mi ha mai dato problemi e mai dolore (solo un po' di fastidio quando dormo sul lato destro) e nessun medico si è
mai azzardato di propormi una cura..circa 4 anni fà sono stato da un chirurgo vascolare che mi ha proposto delle sclerosanti.ho effettuato le iniezioni
settimanali per circa due anni e devo dire che qualche miglioramento a livello estetico c'era...ma non diminuiva e dalle successive risonanze non si evidenziavano miglioramenti.Qualche mese fa ho effettuato una nuova risonanza dove sembra essere emersa una vena nella zona ascellare che
sembrerebbe alimentare l'angioma...Ora mi è stato proposto di sottopormi ad intervento per provare a cercare tale
vena ed eventualmente reciderla e chiuderla.Non mi è stato assicurato nessun risultato in quanto è un intervento sperimentale perchè non sanno se effettivamente
esiste questa vena e se è l'unica o se ce ne sono altre.quindi è possibile che anche la sua chiusura non porti
benefici..mi faranno l'anestesia totale perchè non sanno quanto tempo impiegheranno a cercare la vena...L'ospedale è Le molinette di Torino perchè il chirurgo vascolare che vorrebbe operarmi lavora lì.Secondo voi come devo comportarmi con tutti questi dubbi? e in più la chiusura di una vena è operazione ritenuta
semplice o ci sono complicazioni (tipo possibili emorragie)...esistono altre tecniche per operare casi come il mio? per esempio l'utilizzo di sonde o del laser o metodi più
moderni rispetto al tagliare e cercare...Che suggerite? farmi operare o no?grazie per l'attenzione indubbiamente va eseguito uno studio mirato: angiografia selettiva in particolare) per valutare la presenza o meno
dell'arteria che 'alimenta' l'angioma: In caso di presenza la lesione non può più essere definita semplice angioma,
ma malformazione vascolare e come tale va valutata l'ipotesi di una 'embolizzazione' endovascolare.
Laser e scleroterapia rappresentano poi indicazioni al trattamento della lesione, se sintomatica (sanguinamenti,
aumento di dimensioni ecc.)
Utente 9999999 innanzitutto la ringrazio per la tempestività della sua risposta...Mi sono già sottoposto ad angiografia, anche se ignoro se fosse selettiva o meno, ma so che non sono riusciti a
valutare la presenza della vena di origine.Lei mi parla di arterie, mentre a me è stato indicata la possibilità di un eventuale chiusura della vena che alimenta
l'angioma. mi perdoni x la domanda, ma in materia sono ignorante, ma c'è un po' di differenza tra le 2. quindi se
fosse l'arterisa quella da chiudere è ancora più pericoloso l'intervento?mi pare di aver capito dal suo sito che Lei ha esperienza in materia, le è già capitato di operare casi simili al
mio? se fosse interessato potrei mandarle delle foto...il mio timore è di mettermi in mano a medici che mi hanno confessato che non hanno mai avuto un caso come il mio.se invece ci fosse la possibilità di sentire il parere di un chirurgo con esperienza nel campo, sarei più
rincuorato...mi potrebbe indicare dove potrebbero essermi d'aiuto.ho letto del gaslini di genova ma se non erro è solo
pediatrico..
L'angioma è un intricato sistema di vicoli e viuzze formato da vasi molto piccoli. adesso faccia conto che l'angioma
(lesione rossa) sia come un incrocio, in cui afferisce una via (arteria) e da cui parte un'altra via (vena). Il
sangue arriva dall'arteria, attraversa l'angioma e se ne va dalla vena.Se questi vasi sono grossi, si possono vedere altrimenti ce ne possono essere tanti, ma non visibili all'angiografia.L'angiografia ha studiato l'arteria. Se c'è quasta va embolizzata (o almeno si tenta). Se invece c'è una vena
visibile (l'angiografia a volte la vede, ma non sempre), questa va chiusa usando la scleroterapia (come le vene
varicose).Se nè arteria, nè vena si vedono, vuol dire che ce ne sono molte, ma piccole, impossibili da chiusìdere tutte. In
questi casi si tratta solo l'angioma, se sintomatico o esteticamente deturpante, con scleroterapia unita o meno al
laser.Spero di essere stato chiaro, almeno con gli esempi; fermo restando che ogni angioma ha la sua anatomia, sede,
modalità di 'nutrimento' ecc e che ogni lesione è normalmente attaccata ad un paziente, con la sua storia clinica, le
sue patologie concomitanti ecc.Nessun problema se desidera una valutazione personale di presenza, prenotabile telefonicamente .
Se ne trattano molte di queste lesioni, solitamente piccole. Però, quando indicato, a volte
bisogna affidarsi a centri che raccolgono casi difficili e da trattare a livello multidisciplinare (angiologo,
radiologo ecc). Il gaslini è ottimo (è pediatrico ma ha anche un centro di studio malform vascolari), oppure il
pediatrico Buzzi di Milano (prof. Vercellio), per cui vale lo stesso discorso. In genere i centri malform vascolari
sono in ospedali pediatrici perchè i casi più gravi sono quelli congeniti che iniziano proprio in età pediatrica.se desidera altre informazioni o vuole inviarmi foto, faccia pure riferimento al sito cordialità,