Sunday, January 14, 2007

AGO DA GIOVANE

Posted by Picasa


La dieta allunga la vita,
ecco il segreto Chi mangia poco frena l’ormone della
crescita e resta sensibile all’insulina La ricerca
dell’Università dell’Illinois: così si può vivere
fino al 30% in più Tutti, o quasi, vorremmo vivere di più. Come fare?
C’è un sistema abbastanza semplice e funziona, già
oggi (senza aspettare che gli scienziati trovino i
geni dell’invecchiamento e il modo di farli esprimere
al nostro organismo). Basta mangiare poco. Ma perché
chi mangia poco vive di più? Questo fino a poco tempo
fa non si sapeva. Adesso c’è qualche idea in più.
Sembra che c’entrino l’ormone della crescita e
l’insulina. Vediamo perché. Ricercatori
dell’Università del Sud dell’Illinois — il lavoro è
pubblicato su Proceedings of the National Academy of
Sciences — hanno studiato topi normali e topi cui era
stato «spento» con l’ingegneria genetica il recettore
per l’ormone della crescita (è la proteina cui si
lega l’ormone della crescita, ormone che esercita le
sue funzioni sulle cellule proprio grazie a questo
recettore). Metà degli animali veniva tenuta a dieta,
l’altra metà aveva cibo a volontà. Gli animali
normali a dieta sono vissuti di più di quelli che
mangiavano liberamente. Fin qui niente di nuovo. Gli
animali senza recettori per l’ormone della crescita
vivevano a lungo, con o senza dieta, ma mai di più
degli animali normali a dieta. Vuole dire che: 1) ridurre le calorie della dieta è
come tirare via il gene per il recettore dell’ormone
della crescita; 2) le due cose insieme—poche calorie
e non avere il recettore per l’ormone della crescita
— non allungano la vita ancora di più. Questi
esperimenti dimostrano che la vita degli animali (e
non c’è ragione che non sia così per l’uomo) si può
allungare un po’—del 30% circa —ma probabilmente non
di più. Chi mangia tanto — uomini e topi — diventa
resistente all’azione dell’insulina (è l’ormone che
serve a utilizzare gli zuccheri che prendiamo con gli
alimenti). Così l’organismo non utilizza bene gli
zuccheri e c’è obesità, pressione alta, diabete e poi
ci si ammala di cuore. I ricercatori dell’Illinois
hanno documentato molto bene che i topi normali che
mangiavano a volontà erano resistenti all’azione
dell’insulina e questo si corregge bene con la dieta. Anche l’ormone della crescita induce resistenza
all’insulina. Spegnere il recettore corregge il
difetto, tanto è vero che i topi senza recettori per
l’ormone della crescita avevano comunque una buona
sensibilità all’azione dell’insulina, con la dieta
certamente, ma anche se li si lasciava liberi di
mangiare quanto volevano. Studiare l’ormone della
crescita e la resistenza all’insulina è quasi
certamente un modo per capire di più dei meccanismi
dell’invecchiamento, e persino per provare a fare un
farmaco che possa allungare la vita (pillola della
longevità o del buon invecchiamento). Ma ci sarà, un
giorno o l’altro, un farmaco così? È molto probabile.
Costerà anni di lavoro e centinaia di milioni di
dollari (o di euro), e quando arriverà sarà
pubblicizzato come il farmaco dell’immortalità. E
davvero allungherà la nostra vita? Forse, un po’.
Proprio come succede adesso se uno mangia di meno.
Qualche anno fa il professor Sirchia, allora
ministro, aveva suggerito che i ristoranti
riducessero le porzioni. Fu polemica, e si capisce.
Ma è proprio così che si deve fare se si vuole vivere
un po’ di più, al ristorante e — per chi ci va poco o
mai — a casa.Giuseppe Remuzzi
_______________La vitamina D non solo fa bene alle ossa, ma frena
anche la proliferazione delle cellule maligne nei
tumori. Il legame fra questa sostanza - sintetizzata
in buona parte dalla pelle durante l'esposizione al
sole - e il cancro è una sorpresa, ma solo fino a un
certo punto. Vari studi nel passato sembravano
suggerire un'azione simile. Una pubblicazione
dell'American Journal of Public Health del febbraio
2006 lo conferma.
I suoi autori dell'università della California sono
andati a scandagliare tutti gli articoli apparsi
sulla stampa scientifica dal 1996 al 2004 e hanno
concluso che l'assunzione di quantità elevate di
vitamina D è in grado di prevenire i tumori di una
trentina di tessuti diversi, soprattutto al colon
(meno 50 per cento), al seno e alle ovaie (meno 30
per cento). Il meccanismo di protezione però rimane
ancora un mistero.
I volontari studiati avevano assunto 25 milligrammi
di vitamina D al giorno, una dose molto superiore
rispetto a quella consigliata normalmente (10-15
milligrammi). Le fonti tradizionali sono
l'esposizione al sole da un lato e gli alimenti
dall'altro (soprattutto olio di fegato di merluzzo,
ma anche prodotti caseari, fegato, pesci grassi come
tonno o salmone e tuorlo d'uovo).
Oltre a ridurre l'incidenza dei tumori, la vitamina D
aiuta anche a soffrire meno di diabete, ipertensione
e sclerosi multipla. Ma il ruolo principe di questa
sostanza rimane quello di rafforzare le ossa e
prevenire malattie come il rachitismo nei bambini e
l'osteoporosi negli anziani. La vitamina D funziona
infatti come un messaggero per l'intestino,
ordinandogli di assorbire dagli alimenti il calcio e
il fosforo che rappresentano i mattoni delle nostre
ossa.
La carenza di questa vitamina in passato aveva
provocato in Italia epidemie di rachitismo e per
questo si usava far ingurgitare ai bambini
cucchiaiate di olio di fegato di merluzzo. Oggi
questa malattia è molto diffusa per esempio in una
città come Il Cairo, in cui il Sole non manca, ma è
schermato da una cappa di inquinamento.
Gli alimenti da soli, senza esposizione al Sole,
difficilmente bastano a garantirsi il giusto
fabbisogno. Un bicchiere di latte per esempio copre
solo un decimo della quantità giornaliera
consigliata. E usando gli integratori in commercio si
rischia di superare il tetto dei 50 milligrammi
giornalieri, oltre il quale si provocano più danni
alla salute che benefici, in particolare a fegato e
reni. Per calcolare il giusto tempo di esposizione
all'aria aperta bisogna tenere conto anche del colore
della pelle. I neri per esempio pagano il prezzo di
una buona difesa dai raggi ultravioletti con una
ridotta produzione di vitamina D. Proprio per ovviare
a questo deficit sembra che i primi uomini che
popolarono l'Europa settentrionale abbiano acquisito
il gene che ha dato una colorazione più chiara alla
pelle. A parità di esposizione al sole, i pallidi
godevano di una minore protezione contro i danni
degli Uv ma di una produzione più abbondante di
vitamina D.
In genere per raggiungere una buona dose di questa
sostanza i medici consigliano almeno un quarto d'ora
di sole al giorno. Ma se braccia e busto sono coperti
o se il Sole è coperto dalle nuvole occorre
raddoppiare il tempo da passare all'aria aperta. Con
un doppio vantaggio: per il buonumore e la
prevenzione del cancro.
__________________
Quando la candida gonfia la pancia Stanchezza, irritabilità, depressione, gonfiore,
disturbi intestinali e digestivi, sono i sintomi più
comuni della candida intestinale, una patologia molto
diffusa, contro la quale, la migliore medicina rimane
una dieta adeguata.
L'essere umano vive in continua simbiosi con numerosi
microrganismi onnipresenti nell'ambiente e parte
integrante della nostra vita. Nell'intestino di un
individuo sano se ne contano oltre 400 specie e il
loro peso complessivo raggiunge in media il
chilogrammo. La maggior parte di questi nostri ospiti
riveste un ruolo importante in un gran numero di
processi fisiologici: degradano i pigmenti biliari,
sintetizzano le vitamine (K, B1, B6) e frenano la
proliferazione dei microrganismi patogeni, diventando
così parte integrante del nostro sistema immunitario.
Tra i numerosi virus, batteri e funghi microscopici
che colonizzano il nostro organismo vi è anche la
Candida albicans, un lievito benigno che s'instaura
nell'intestino di tutti gli esseri umani, in genere
poco dopo la nascita, e vi rimane sempre presente. In condizioni normali, la candida è benefica e svolge
un ruolo importante nella digestione degli zuccheri.
La sua presenza diventa patologica solo quando, in
seguito ad un indebolimento del sistema immunitario,
comincia a moltiplicarsi a dismisura all'interno del
corpo umano. Una volta attraversata la mucosa
intestinale, arriva nel flusso sanguigno, dove libera
le proprie tossine che vengono assorbite
dall'organismo, dando luogo ai tipici sintomi della
"sindrome da lievito": stanchezza, irritabilità,
alterazioni dell'umore, depressione, allergie,
disturbi intestinali, rallentamento della digestione,
intolleranze alimentari, aria nell'intestino,
gonfiori, ecc. Inoltre, la candida interferisce con l'assorbimento
ed il metabolismo dei nutrienti essenziali: vitamine,
minerali e aminoacidi; indebolendo ulteriormente
l'intero organismo. Si viene così a creare un circolo
vizioso con il rischio della cronicizzazione di
questa sindrome, con la quale, spesso, si finisce per
convivere per anni sottovalutandone la gravità e
subendo un progressivo indebolimento di tutto
l'organismo, fino ad arrivare ad uno stato di
stanchezza permanente che diventa anch'essa cronica.
Questa sindrome colpisce tutto l'organismo ed in
particolare l'apparato gastrointestinale, quello
urogenitale, il sistema nervoso e il sistema
immunitario; ed è più presente nelle donne, la cui
predisposizione è otto volte maggiore rispetto agli
uomini.Come si curaLa candidosi cronica è una malattia di tipo
multifattoriale pertanto la sua risoluzione è
possibile solo con un approccio globale, la semplice
assunzione di farmaci antifungini non è sufficiente,
anzi predispone a recidive. Per ottenere risultati
efficienti è pertanto importante individuare e
correggere i fattori che predispongono alla
proliferazione della Candida, tra cui l'assunzione
prolungata d'antibiotici che, alterando la flora
intestinale e distruggendo i batteri simbionti
(buoni), favoriscono la crescita del fungo. Proprio
l'abuso dilagante di questi farmaci è ritenuto il
primo fattore di problematiche gravi come lo sviluppo
di microrganismi sempre più resistenti,
l'indebolimento della flora intestinale e lo sviluppo
d'infezioni silenti, quali appunto la "sindrome da
lievito", oggi molto frequente, ma raramente
riconosciuta nell'ambito della medicina convenzionale
a causa della sintomatologia molto ampia e variabile. Oltre ad intervenire sui fattori predisponenti è
altresì importante riequilibrare il "terreno di base"
(cioè le condizioni di salute generali) e creare le
condizioni per cui la candida non possa più
proliferare. Per questo motivo è fondamentale sia
rafforzare il sistema immunitario, sia la flora
intestinale, entrambi impoveriti da un'alimentazione
scorretta e squilibrata. Gli alimenti da evitare Quali sono le basi di una dieta anticandida? La
candida vive di zucchero e pertanto la prima
correzione da fare è l'eliminazione degli zuccheri
semplici (zucchero, miele) per almeno due o quattro
mesi, a seconda della gravità della sindrome,
dopodiché si può ritornare gradualmente ad
utilizzarli, evitando però accuratamente tutti gli
zuccheri raffinati. In genere non è un divieto facile
da rispettare perché chi soffre di candidosi cronica
sente un grande desiderio di assumere zuccheri;
bisogno indotto dal lievito stesso che spinge così
l'organismo ad assumere l'alimento che gli permette
di svilupparsi.Da evitare, sono anche il latte e i latticini, il cui
elevato contenuto di lattosio favorisce la
proliferazione del fungo. Oltre ad essere uno dei più
comuni allergeni, il latte può talvolta contenere
anche tracce di antibiotici che allora volta possono
danneggiare ulteriormente la flora batterica
intestinale.Altri alimenti da scansare sono quelli contenenti
lieviti e muffe: formaggi, bevande alcoliche (birra
compresa), cereali lievitati (pane, pizza, brioche) e
frutta secca. Infine bisogna evitare i cibi a cui si
è intolleranti o allergici, per individuare i quali
possono essere molto d'aiuto il test d'intolleranza
alimentare (Citotest o test kinesiologici). …e quelli consigliatiTra gli alimenti consigliati vi sono l'aceto di mele
e le verdure come cicoria, carciofo e tarassaco, che
stimolano la funzionalità epatica. Diversi studi
hanno infatti evidenziato l'importanza del
miglioramento delle funzioni digestive e del
ripristino delle normali secrezioni digestive e in
particolare della produzione di acido cloridrico,
degli enzimi pancreatici e della bile nell'inibizione
della proliferazione di candida. In definitiva,
l'alimentazione dovrebbe essere ricca di ortaggi,
frutta, cereali integrali (ma senza eccedere),
legumi, pesce, semi, oli di semi (particolarmente
consigliato è l'assunzione di un cucchiaino di olio
di lino al dì) e di oliva spremuti a freddo. Di grande importanza sono anche le fibre (di cui sono
particolarmente ricchi legumi e cereali integrali)
che oltre all'azione positiva sulla flora
intestinale, evitano i ristagni intestinali e i
fenomeni di fermentazione e putrefazione ad essi
collegati. Inoltre nella dieta non devono mancare
zinco, magnesio, vitamina C (si trovano soprattutto
in ortaggi, agrumi e semi oleosi). Un alimento
particolarmente indicato nei casi di candidosi è
l'aglio (uno spicchio al dì), dotato di un'eccellente
azione antifungina.Se da un lato, dunque, la cura anticandida deve
partire da una revisione dell'alimentazione
quotidiana, dall'altro è fondamentale porre
attenzione a tutto ciò che indebolisce il sistema
immunitario: antibiotici, cortisone, farmaci
immunosoppressori, amalgame dentali, vaccini e
pillola anticoncezionale. Inutile ricordare che anche
lo stress indebolisce il sistema immunitario.
Pertanto, per essere efficace una terapia anticandida
comporta spesso un adeguato cambiamento dello stile
di vita, la pratica di qualche attività fisica e
l'adozione di ritmi che consentano il recupero delle
energie consumate e un adeguato riposo. Massaggi, esercizi di respirazione, rilassamento,
visualizzazioni, stimolano la secrezione di endorfine
e quindi migliorano la risposta dell'intero organismo
agli inevitabili fattori stressanti che s'incontrano
nel quotidiano. Buona abitudine è quella di dedicare
almeno un giorno alla settimana, a se stessi. Non è
così difficile, basta spegnere la Tv e creare spazi
per stimolare una comunicazione più profonda con il
proprio partner, i figli o gli amici; per esempio
scambiando semplici massaggi con oli essenziali ai
piedi o sulla schiena (di solito il profumo che si
preferisce è quello di cui si ha bisogno). Ovviamente
si tratta solo di un suggerimento, la cosa essenziale
è comprendere l'importanza di prendersi cura di sé.
La ragione è molto semplice, la candida ha un grande
nemico: la gioia e la serenità interiore.
Profilo tipico da candidosi cronica Generali: Sintomi gastrointestinali, Disturbi
dell'apparato urogenitale, Disturbi del sistema
endocrino, Disturbi del sistema nervosoIn particolare: stanchezza cronica, gonfiore,
infezioni vaginali da Candida, disturbi legati al
ciclo mestruale, depressione, forte desiderio per
cibi lievitati o ricchi di zuccheri, calo di energie,
malessere generale, crampi intestinali, irritabilità,
minore libido, prurito anale, frequenti infezioni
alla vescia, difficoltà di concentrazione, funzioni
intestinali alterate, mughetto
Anamnesi: infezioni ai genitali croniche da Candida;
assunzione frequente di antibiotici per infezioni o
acne; assunzione di pillola anticoncezionale;
assunzione orale di ormoni steroidei (cortisone,
ecc.).Condizioni associate: sindrome premestruale;
sensibilità ad alimenti, sostanze chimiche o altri
allergeni; disturbi ormonali; eczemi; psoriasi;
sindrome dell'intestino irritabile.
RICETTE CONTRO LA CANDIDASeguire un'alimentazione sana ed equilibrata è il
modo migliore per iniziare il processo di guarigione
dalla candida. Le ricette che riportiamo, qui di
seguito, cercano di trovare un equilibrio tra il
mangiare come medicina e il mangiare come piacere.
Nelle ricette si dà l'opportunità di usare sapori
forti o accostamenti poco usuali in maniera che
comunque non sovrastino gli altri sapori ma in modo
che possano apportare benefìci nutrizionali. Le
ricette suggerite non sono rigide e si possono
sostituire ingredienti sgraditi con altri più vicino
ai gusti personali. L'importante è che, una volta
fatto il primo passo verso la cura della candida
attraverso una dieta mirata, ci si dia la possibilità
di entrare pienamente nella mentalità della dieta e
del trattamento. Il nostro corpo ha bisogno di tempo
per abituarsi ai cambiamenti e la dieta contro la
candida non deve essere un martirio, semplicemente un
modo nuovo di prenderci cura di sé (le dosi indicate
sono per quattro persone).
Humus di lenticchie 200 g di lenticchie, mezzo litro d'acqua, 2
cucchiaini di olio extravergine d'oliva, 1 cipolla
media, 2 spicchi d'aglio, 1 piccola radice di zenzero, 1
cucchiaino di coriandolo e cumino, 1 cucchiaino di
curcumaScolare e sciacquare bene le lenticchie (lasciate
precedentemente in bagno per una notte con un'alga
kombu). Mettere a cuocere lenticchie e kombu in acqua
per circa 30 minuti. A fine cottura, scolare, tenendo
da parte l'acqua in eccesso. A parte soffriggere
cipolla, aglio e zenzero, tagliati tutti finemente,
aggiungere quindi cumino e coriandolo per un paio di
minuti. Aggiungere al soffritto, le lenticchie, la
kombu (tagliata finemente) e il liquido di cottura in
eccesso. Proseguire la cottura per altri 5 minuti.
Quindi frullare il tutto, fino ad ottenere una salsa
consistente. Si può usare come condimento per
verdure, riso, quinoa o miglio.
Zuppa di cipolle con spinaci, cipolline e zenzero 2 cucchiaini di olio extravergine d'oliva, 250 g di
cipolle, 4 spicchi di aglio, 900 ml di brodo
vegetale, 1 cucchiaino di zenzero grattugiato, 200 g
di spinaci, 2 cipolline. Soffriggere lievemente la cipolla e l'aglio, tagliati
finemente, per una ventina di minuti, fino a
raggiungere la doratura. Aggiungere il brodo e lo
zenzero in polvere. Portare ad ebollizione e
proseguire la cottura per circa 15 minuti. Aggiungere
poi gli spinaci tagliati in piccoli pezzi e lasciare
continuare la cottura per altri 5 minuti. Servire la
zuppa in ciotole, guarnendo con le cipolline tritate.
Carote ai semi di sesamo 6 carote, 4 manciatine di erba cipollina, 4
cucchiaini di semi di sesamo, 2 cucchiaini di olio di
semi di sesamo spremuto a freddo, un po' di olio
extravergine d'oliva.Mondare, lavare e grattare le carote. Riporre le
carote in una ciotola. Aggiungere l'olio e i semi di
sesamo (precedentemente tostati), l'olio di oliva e
mescolare bene. Guarnire con l'erba cipollina
triturata e servire.
Tortini di patate e sesamo 500 g di patate grosse, 1 uovo, 1 cucchiaio di farina
di ceci, 1 cucchiaio di semi di sesamo, 4 cipolline,
1 cucchiaio di prezzemolo, 2 cucchiai di olio
extravergine d'oliva, sale, pepe.Bollire le patate, scolare, lasciarle raffreddare e
dopo averle sbucciate, schiacciatele con una
forchetta. Mettere in una ciotola e aggiungere l'uovo
sbattuto, la farina, i semi di sesamo, le cipolline
tritate, il prezzemolo, l'olio e mescolate ben bene.
Con l'impasto così ottenuto, preparare 6-8 piccoli
tortini bassi. Lasciare in frigorifero per una decina
di minuti. A parte, in una padella fate riscaldare
l'olio e mettete a friggere 2-3 tortini alla volta
per 4-5 minuti per parte. Prima di servire fare
assorbire l'olio in eccesso. Si consiglia di servire,
accompagnando con le carote della ricetta precedente.
Alimenti Sì Semi oleosi Legumi e pesce Oli di semi e di oliva spremuti a freddo Cereali integrali non lievitati Futta e ortaggi freschi Alimenti NoDolci e semplici (zucchero, miele)Latte e latticiniFormaggi, bevande alcoliche (birra compresa)


E' stato Ralph Heinicke, dottore e biochimico, il primo a capire perché il Noni funziona. Lo scienziato scoprì un
alcaloide fondamentale perché le cellule del corpo funzionino correttamente, consentendo alle proteine di eseguire i
loro compiti: lo chiamò xeronina. La xeronina è fisiologicamente prodotta dall’organismo umano, ma questa capacità
diminuisce con l’età: malattie, traumi e stress contribuiscono in particolare a ridurne la produzione. Per questo
motivo l’integrazione alimentare con estratti di Noni permette di normalizzare le strutture proteiche e le funzioni
ad esse legate, grazie ad un migliore assorbimento di aminoacidi, vitamine e minerali, e a un facilitato passaggio di
tali sostanze attraverso le membrane cellulari. Gli esseri umani possono anche attingerla dagli alimenti, ma molti
ricercatori, incluso Heinicke, sostengono che non sia sufficiente. E la sua mancanza può comportare l'insorgere di
malattie, stanchezza e peggioramenti dello stato di salute.I benefici del Noni sono stati confermati da un recente test condotto su un campione di 8mila persone dall'équipe di
Neil Solomon, ricercatore americano e firma di New York Times e Cnn.______________________________Comprendere il miracolo.Sull’azione chimica della xeronina

Nelle culture tropicali il frutto della pianta Morinda Citrofolia, altrimenti detta ”Noni”, è noto da migliaia di
anni. Di recente è stata presentata all’opinione pubblica come integratore alimentare. Sono davvero incredibili le
proprietà che si addicono a questo frutto, e pertanto le origini di tali effetti benefici non sono ancora del tutto
studiate a livello teorico.
L’elemento più importante di Noni è un alcaloide chiamato ‘proxeronina’. Il succo di Noni cresce nella natura
selvaggia e contiene 800 volte tanto la quantità di proxeronina contenuta nell’ananas (la seconda fonte naturale di
questa sostanza). Quando beviamo un bicchiere di succo di Noni, grazie alla fase digestiva, la proxeronina giunge
nell’intestino crasso e di qui viene trasportata nel fegato. Il fegato è il contenitore di molte sostanze nutritive
essenziali per il nostro corpo. Ogni due ore il fegato immette un determinato quantitativo di questa proxeronina nel
flusso sanguigno, in modo ché essa giunga nei diversi tessuti del corpo.
Una volta esaurito questo passaggio, dobbiamo trasferirci sul piano molecolare per capire ciò che accade. Guardando
meglio, possiamo riconoscere che la proxeronina è una molecola dal peso molecare di 17.000 unità (per capire la
dimensione: la molecola dell’acqua ha un peso molecolare di 18). La sua forma è quella di un manubrio dalle estremità
ingrossate. Affinché la proxeronina possa poi trasformarsi nella xeronina – la molecola attiva – necessita dell’aiuto
di una enzima precisa, il proxeronase, presente in quantità eccessive nel nostro corpo. Il processo che trasforma la
proxeronina nella xeronina è molto complesso, ma detto semplicemente accade quanto segue: la proxeronina avvolge il
proxeronase, quest’ultima enzima unisce le due estremità della proxeronina e quindi le separa dalla catena, ora
diventata inutile. Le due parti ingrossate, ora unite, producono a loro volta assieme alla serotonina la molecola
relativamente piccola della xeronina.
La xeronina prodotta dalla proxeronina si unisce ora alle proteine presenti nel corpo, affinché esse diventino
attive. Per capire bene questo processo, dobbiamo sapere qualcosa di più sulle proteine.
Le proteine sono le sostanze attive forse più importanti del nostro corpo. Il nome deriva dal greco ‘proteios’ e
significa ‘primario’ o ‘innanzitutto’, e questo ci fornisce la chiave per comprenderne il significato. Le proteine si
compongono di lunghe catene di aminoacidi. Ce ne sono venti, di cui ha bisogno il corpo per costruire le varie
proteine. Questi aminoacidi si uniscono grazie a specifiche sequenze date dal DNA di ognuno di noi. E’ proprio la
diversa successione degli aminoacidi nella proteina che ne determina la struttura. La catena si avvolge su se stessa
e si raggruppa per formare, o un enorme grumo di aminoacidi, o una proteina.
Le proteine hanno funzioni diverse ma molto importanti nel corpo. In primo luogo nutrono la struttura dei nostri
capelli, della pelle e delle ossa. Nella maggior parte sono le proteine a nutrire la sostanza del corpo, fin dentro
le singole cellule. In secondo luogo sono le proteine a rendere possibile il trasporto delle sostanze chimiche
all’interno della cellula e al suo esterno. Le proteine giungono attraverso la membrana fin dentro la cellula, di qui
attraggono importanti sostanze nutritive permettendo così a queste ultime di entrare all’interno della cellula. In
terzo luogo le proteine agiscono al pari degli ormoni. In questa funzione esse sono in grado di coordinare tutti i
processi del corpo sul piano molecolare. In quarto luogo fungono come anticorpi e aiutano il sistema immunitario. Gli
anticorpi si attaccano agli elementi aggressori estranei (p.es. i virus) in modo da indebolirli e combatterli. E in
ultimo, le proteine agiscono come enzimi facilitando l’attività chimica nel corpo. Il nostro corpo trasforma
continuamente le composizioni chimiche, componendole e scomponendole: sono le proteine che rendono possibile questo
processo.
Ora che è chiara l’importante funzione delle proteine, bisogna sapere che molte di queste proteine non possono
svolgere il proprio compito senza la xeronina. In alcune proteine ci sono caratteristiche specifiche grazie alle
quali esse possono unirsi alla xeronina. Non tutte le proteine hanno bisogno della xeronina per diventare attive, ma
molte di esse, fondamentali per la vita e che funzionano come ormoni, anticorpi o enzimi, necessitano della xeronina.
Quando la xeronina si è unita alla proteina, essa rende possibile lo svolgimento del compito trasformando l’energia
sottratta all’acqua in energia utile, o a livello chimico, o a livello elettrico. Ma vediamo più da vicino anche
questo tipo di processo.
L’acqua contiene un’enorme quantità di energia. La molecola dell’acqua è costituita da un atomo di ossigeno in
stretta relazione con due atomi di idrogeno (H2O). Quando si trovano assieme numerose molecole di acqua (come in un
bicchiere d’acqua), l’ossigeno di alcune viene attratto dalle molecole di idrogeno di altre. Questo fenomeno è noto
come composto d’idrogeno. Questo composto di idrogeno (composto H) non ha la stessa forza della composizione
originaria all’interno della molecola stessa, ma sommando tutti i composti di idrogeno all’interno di una tazza piena
d’acqua, essa può produrre qualcosa di più forte dell’acciaio. In realtà, non tutti gli atomi di idrogeno e di
ossigeno stanno insieme in questo tipo di composto H. Grazie a un esperimento si è provato che il 15-20% di tutti i
composti H possono scomporsi in qualsiasi momento. L’acqua è da sempre un segreto per gli scienziati, perché i fatti
non sono calcolabili. Analizzando l’acqua, si può constatare che da un lato, sebbene si fosse scomposto il 20% dei
composti H, essa dovrebbe avere di fatto una struttura ‘più dura dell’acciaio’. Dall’altro invece, guardandola e
osservandola semplicemente, è evidente che la sua struttura non è affatto ‘dura come l’acciaio’ ma molto debole. Ed
ecco la soluzione: se i composti H si decompongono secondo il principio del caso in tutto il liquido presente, allora
la struttura rimane forte; se però essi si decompongono lungo una linea, allora l’acqua si comporta come un liquido.
Se allora questi composti H si rompono continuamente lungo una linea ma attraverso tutto il liquido, essa presenterà
le caratteristiche tipiche dell’acqua e così la forza dei composti e le caratteristiche visibili (cioè il suo essere
liquido) diventano compatibili.
Così diventa comprensibile, dove la xeronina prende il potere di attivare la proteina. A causa di queste separazioni
permanenti dei composti H, l’acqua forma forti ‘blocchi’ che scivolano via, l’uno accanto all’altro, trascinando e
portando con sé tutto quello che trovano lungo il percorso. Se - visto sul piano teorico - fossimo in grado di
dirigere questa scomposizione ‘a mo’ di cerniera’ caratteristica dei composti H, potremmo determinare i punti in cui
questi blocchi d’acqua si rompono. Ed è esattamente quello che fa la xeronina. Grazie alla sua singolare struttura
chimica può emettere un segnale che dirige le soluzioni H all’interno dell’acqua. Determinando i punti in cui i
composti si rompono, la xeronina può anche - assai velocemente – dirigere i movimenti di questi enormi blocchi
d’acqua. Mentre i blocchi d’acqua scorrono, l’uno davanti o accanto all’altro, nel mezzo, in modo specifico e
straordinario, essi trascinano e portano con sé la proteina. Questo è un processo molto forte che assegna alla
proteina una grande forza di azione che essa poi usa per svolgere il proprio lavoro utile.
Questo processo avviene in tutte le forme di vita. Sia le piante che gli animali producono la xeronina dalla
proxeronina e utilizzano quindi la xeronina per la mobilità delle loro proteine, esattamente come lo facciamo noi
esseri umani. Ciò significa che tutti i tessuti sani di piante e animali contengono la proxeronina. Effettivamente
riceviamo la nostra proxeronina dagli alimenti che mangiamo. E allora sorge la domanda: se ci procuriamo la
proxeronina con l’alimentazione, perché dovremmo avere bisogno del succo di Noni per aggiungere altra proxeronina a
quella già assorbita dagli alimenti? Ecco la risposta.
E’ vero che mangiando normalmente assimiliamo anche la proxeronina. Basterà? Assieme a tutto il bene fatto dalla
moderna civiltà sono nati anche una serie di problemi assolutamente nuovi. Con il drammatico aumento della
popolazione nel ventesimo secolo l’agricoltura ha drasticamente cambiato aspetto per tenere il passo con
l’accresciuto fabbisogno. E questa aumentata produzione agricola ha reso inevitabile uno sfruttamento eccessivo del
terreno negli enormi spazi usati per le piantagioni. Gli additivi chimici usati per eguagliare l’uso spropositato del
terreno non erano sufficienti, però, al fine di fornire tutte le necessarie microsostanze nutritive per crescere le
piante in modo sano e naturale. Lo svuotamento del terreno e l’insufficiente concimazione chimica hanno reso malati e
deboli i raccolti e di conseguenza hanno condotto a un deficit di molte sostanze nutritive di importanza vitale per
noi, come per l’appunto la proxeronina.
Accanto all’indebolimento del terreno c’è inoltre una ridotta offerta di alimenti che rende necessario un apporto
ulteriore di proxeronina. Il nostro modo di vivere veloce nella società moderna ha prodotto un’offerta di alimenti
carenti di molte sostanze importanti. Al giorno d’oggi, l’uomo medio non riceve più un’alimentazione equilibrata che
apporta la proxeronina nella giusta quantità per svolgere bene le funzioni vitali: ecco perché nasce il bisogno di
integrare la proxeronina. Certamente sarebbe la cosa migliore riuscire a procurarsi tutta la proxeronina necessaria
per un corretto funzionamento del corpo dagli alimenti, ma non sempre è possibile. Così diventa necessario
integrarla.
Una serie di fattori ulteriori determina inoltre un fabbisogno maggiore di proxeronina nell’alimentazione. La
malattia e una vita molto attiva richiedono più proteine nel corpo. E affinché le proteine possano svolgere il loro
duro lavoro e rispondere alle richieste dovute, esse hanno bisogno di più xeronina. E per produrre più xeronina c’è
bisogno di più proxeronina nell’alimentazione quotidiana. Anche l’età avanzata comporta un maggiore impegno di
sostanze nutritive per mantenere un corpo sano. E una di queste sostanze è la proxeronina.
Tutte le situazioni elencate indicano una maggiore richiesta di proxeronina da parte del corpo rispetto a quella
normalmente assimilata. Se questo fabbisogno non viene esaudito, le proteine non possono rispondere alle richieste
del corpo. Se accade questo, seguono malattie, spossatezza, esaurimento e a volte la morte. E’ addirittura possibile
che molte delle nostre malattie moderne siano in realtà una conseguenza di una mancanza di xeronina nel corpo.
Se effettivamente è così, una maggiore assimilazione di proxeronina agirà preventivamente e inoltre provvederà a
‘curare’ queste malattie. Su questo principio si basano per altro molti attributi ascritti al succo di Noni. Chi ha
una bassa percentuale di xeronina nel corpo, sente prontamente gli effetti negativi dell’incapacità di azione delle
proteine. Quando poi viene innalzata questa percentuale, bevendo il succo di Noni e portando il livello di xeronina a
una quantità nuovamente ‘sana’, la persona percepirà ciò che viene generalmente definito come ‘miracolo’. Il motivo
per cui molte persone si affidano al ‘miracoloso’ succo parlando degli straordinari risultati ottenuti è da spiegarsi
col fatto che il succo di Noni apporta una sostanza nutritiva vitale – la proxeronina – che in alcuni casi manca
clamorosamente nella loro alimentazione quotidiana.Questo è il motivo per cui il succo di Noni è un prodotto unico per la salute. Invece di dare al corpo sostanze
chimiche per funzionare meglio, come lo fanno molte droghe e numerosi farmaci, il succo di Noni fornisce la
pre-sostanza di questa sostanza chimica attiva e fa sì che il corpo stesso riprenda in mano il timone per gestire le
sue funzioni. Il succo di Noni fornisce la proxeronina al corpo, e il corpo regola la sua assimilazione usandone la
quantità utile per tenere un buon livello. Il resto viene eliminato. Per questo motivo si può escludere il rischio di
assumere una dose eccessiva bevendo il succo di Noni.
Ora che siamo a conoscenza del ruolo importante che svolge la xeronina nel nostro corpo, proviamo ad addentrarci in
alcuni segreti della scienza spiegabili attraverso le nuove nozioni acquisite.
Come già detto, la xeronina viene utilizzata sia nel mondo animale che nel mondo delle piante. Ma la differenza tra
questi due mondi sta nel modo in cui la decompongono/eliminano, quando non serve più. Quando la xeronina ha svolto il
proprio compito, diventa importante per l’organismo l’eliminazione di quella utilizzata affinché non continui a
esercitare la propria azione laddove non serve più. Se avessimo troppa xeronina che stimola le proteine a lavorare
più del dovuto, ciò creerebbe non pochi problemi. Ma la soluzione è data ancora una volta dalla natura stessa. La
xeronina è un composto chimico molto instabile. Lasciata al proprio destino, essa decade e diventa inutilizzabile. Il
maggior numero delle forme di vita lascia decadere infatti la xeronina.Non le piante: qui le cose procedono in altro modo. Mentre quasi tutti gli esseri viventi (noi compresi) eliminano
semplicemente la xeronina, molte piante desiderano trattenere la xeronina per conservarla, dato che contiene il
prestigioso azoto. Per conservarla e al contempo disattivarla, la pianta aggiunge fili e grumi di ‘rifiuti
molecolari’ alla xeronina affinché non decada e non si aggreghi nemmeno a qualche proteina. Quando la xeronina è
stata caricata con questi ‘rifiuti molecolari’, ne nasce la ben nota combinazione detta ‘alcaloide’.Gli alcaloidi furono i primi composti biochimici a essere isolati dal mondo scientifico. Attualmente si conoscono
oltre 10.000 alcaloidi. Alcuni di questi contengono nicotina, cocaina, eroina, o morfina. Fino a oggi la scienza non
è in grado di spiegarci perché le piante contengono gli alcaloidi e qual è la loro funzione nella pianta. Avendo
compreso la natura della xeronina, vediamo che in realtà questi alcaloidi non sono altro che forme alterate della
xeronina e che la loro funzione è quella di stabilizzare la stessa xeronina per conservarla al fine
dell’assimilazione dell’azoto.
Tutto ciò è molto bello per la pianta di per sé che produce questi alcaloidi, ma la cosa cambia nel momento in cui
noi li ingeriamo. Assolutamente innocui e non attivi all’interno della pianta, gli alcaloidi, essendo dei corpi
estranei al nostro organismo ma simili nella loro struttura alla xeronina, le proteine li riconoscono come se fossero
la xeronina e quindi si fanno attivare. Se per esempio si fuma una sigaretta, arriva una grande quantità di nicotina
nel corpo. Sebbene la nicotina nella pianta di tabacco non fosse attiva, essa è sufficientemente simile alla
struttura della xeronina per cui inganna le proteine del corpo. Esse accettano la nicotina come se fosse xeronina (e
quindi la accettano al posto della xeronina) di cui in realtà lo stesso corpo avrebbe bisogno. Appena la nicotina ha
occupato il posto della xeronina all’interno della proteina, essa attiva la proteina esattamente come avrebbe fatto
la xeronina, solo in modo meno efficace. Avendo la stessa struttura di base, la nicotina continua ad averne le stesse
proprietà, e cioè il potere di attivare la proteina, ma lo fa meno bene a causa dei ‘rifiuti molecolari’ che si porta
dietro e che dovrebbero impedire esattamente questo processo.Ora, continuando a fumare e a intromettere nicotina nel proprio corpo, il corpo si adeguerà alla nicotina e cambierà
leggermente la forma delle sue proteine affinché si associno meglio con la nicotina che non con la xeronina. Questa è
la base molecolare della dipendenza. La richiesta del fumo aumenta, perché molte proteine hanno letteralmente bisogno
delle molecole di nicotina per svolgere le proprie funzioni nel corpo, così come un tempo la stessa proteina aveva
bisogno della xeronina. Più si fuma, più proteine vengono trasformate da proteina-xeronina in proteina-nicotina, e –
ovviamente – più difficile diventa smettere di fumare. Quando si decide di smettere, ciò risulta difficoltoso e
doloroso perché molte proteine – ora che manca la nicotina – non sono più in grado di funzionare bene. Questo è il
motivo per i sintomi di astinenza.
Lo stesso processo vale per tutti gli alcaloidi estranei al nostro corpo che noi assumiamo, compresi la caffeina, la
cocaina, l’eroina, la morfina, ecc. Quando assumiamo questi alcaloidi - di fatto sostanze estranee al nostro corpo -
le nostre proteine si adeguano e la nostra richiesta naturale di xeronina si trasforma in un fabbisogno innaturale di
questi alcaloidi.
Il motivo per cui siamo ‘brilli’ dopo aver ingerito questi alcaloidi è molto semplice. Siccome essi sono molto simili
alla xeronina, al punto tale da ingannarci, essi garantiscono la continuità dell’azione delle proteine. Se noi
inondiamo il nostro corpo con questi alcaloidi a noi estranei (come per esempio le droghe), essi stimolano le nostre
proteine a un’iperattività e provocano quindi una sensazione di euforia. Le diverse droghe hanno effetti diversi
proprio a causa della non eguale quantità di ‘rifiuti molecolari’ appiccicati alla loro struttura originaria. La
cocaina suscita un altro effetto nel nostro corpo rispetto alla morfina, per esempio, grazie alla leggera differenza
nella loro struttura, differenza che limita o amplia determinati aspetti della funzione naturale della xeronina. La
chiave è sempre la stessa: tutte imitano la funzione naturale della xeronina. Molti alcaloidi vengono usati nella
farmacologia come droghe, ma alla base di ogni effetto farmacologico di questi alcaloidi c’è la funzione naturale
della xeronina.
Forse qualcuno potrà chiedersi come mai risulti tanto facile la dipendenza e tanto difficile un successivo
allontanamento da queste sostanze. La risposta è semplice, se abbiamo ben compreso la vera natura del fenomeno della
stessa dipendenza. Una volta assunto un alcaloide in grande quantità, questa persona ha letteralmente inondato il
proprio corpo con questo alcaloide. La grande affluenza di alcaloidi estranei all’organismo travolge la quantità
minore di xeronina naturale presente e deforma molto velocemente tante proteine.Conoscendo il ruolo della xeronina nel corpo, possiamo ampliare lo spettro del suo uso. Uno dei tanti può essere il
campo dei cosmetici. Come abbiamo già spiegato, il fegato è il principale organo contenente la proxeronina, e il
secondo è la pelle. La proxeronina viene trasformata in tutto il corpo nella xeronina, pelle inclusa. Per mantenere
sana e liscia la sua superficie, la pelle ha bisogno di molta proxeronina. Una mancanza può suscitare una condizione
malsana e creare numerosi altri problemi. Inoltre la proxeronina serve per mantenere sani i capelli e la cute. Se
dovesse regnare anche qui una deficienza, un ulteriore apporto di proxeronina determina benefici a entrambi gli
elementi.
Sappiamo già che gli alcaloidi non sono altro che imitazioni della xeronina prodotte dalle piante ai fini di
conservazione. Per questo motivo la xeronina sa fare tutto quello che possono fare questi alcaloidi, se non meglio e
in modo naturale. Le endorfine sono gli ormoni responsabili per le buone sensazioni nel corpo. Esse si uniscono a
certe proteine proprio come fa la xeronina. Quando la xeronina e l’endorfina sono legate alla stessa proteina, la
xeronina conduce l’energia dell’acqua dentro l’endorfina e l’endorfina produce quella sensazione di ‘benessere’. La
scienza indaga tuttora sul modo in cui l’endorfina produce queste sensazioni, ma noi sappiamo che sono le endorfine a
essere responsabili del nostro ‘sentirci bene’. Comunque sia, senza la xeronina l’endorfina di fatto è inutile.
L’azione stimolante della xeronina si rispecchia nell’azione della sua cugina, la caffeina, l’alcaloide che la imita.
Quando bevete una tazza di caffè la mattina, la caffeina inonda il vostro corpo. Queste molecole della caffeina si
aggregano subito alle proteine presenti nel corpo, prendono cioè il posto della xeronina e le attivano. Siccome sono
tante queste molecole di caffeina che vengono assunte bevendo una tazza di caffè, le proteine possono lavorare molto
di più. L’effetto provocato da una quantità significativa di xeronina pura è pari all’effetto della caffeina.
L’effetto stimolante della xeronina può sviluppare un potenziale sorprendente. Può migliorare la capacità di un
atleta, come può aumentare la capacità di concentrarsi e di pensare in piena lucidità.
Qui abbiamo elencato solo alcuni campi in cui il potere curativo del succo di Noni può essere impiegato: la lista è
molto lunga invece.
I consumatori del succo di Noni hanno già sperimentato l’effetto straordinario suscitato in molti ambiti del corpo da
un integratore di proxeronina. L’unico limite di un ulteriore potenziale della xeronina e della proxeronina è dato
dalla nostra capacità immaginativa.
(da Understanding the Miracle, Interviste a cura di Kelly Olsen con il Dr. Ralph Heinicke, giugno 1998)
________________________________Non è ancora stata scoperta l'arma magica che ci possa garantire dagli effetti del processo d'invecchiamento, nessuno
ha mai scoperto la strada che porta all'immortalità, ma senz'altro è possibile rallentare in misura considerevole le
conseguenze della senescenza, ed è quasi incredibile quanti anni possono essere aggiunti alla vita di ciascuno di
noi.
Il Dr. Heinicke, un biochimico, ha scoperto che il frutto del NONI della Polinesia (Morinda citrifolia) contiene un
alcaloide precursore di un composto vitale denominato xeronina. Questo precursore della xeronina è la proxeronina,
alcaloide contenuto anche nell'Ananas, ma il frutto del Noni lo contiene in misura maggiore di 800 volte. La Xeronina
è un alcaloide, una sostanza che il corpo produce per attivare gli enzimi per far si che funzionino in modo adeguato.
Tantissime malattie si sviluppano a causa del malfunzionamento enzimatico. Senza la xeronina la vita cesserebbe.
Il frutto della Morinda citrifolia, contenendo la proxeronina ha la possibilità di aumentare i livelli di xeronina
dando un notevole contributo alla salute ed alla protezione delle cellule. La proxeronina avvia il rilascio della
xeronina nel tratto intestinale dopo essere venuto in contatto con un enzima specifico contenuto anch'esso nel
frutto. Questa combinazione si pensa possa influenzare molto positivamente la funzione cellulare.
Il fatto di ottenere un precursore per la xeronina dal Noni fa si che il corpo decida in modo naturale quanto di
questo precursore si debba trasformare in xeronina.
Le malattie, lo stress, il trauma e le ferite possono diminuire i livelli di xeronina nel corpo, creando di
conseguenza un deficit di xeronina. Il Noni è probabilmente la fonte migliore di proxeronina che oggi si conosca. La
migliore integrazione di Noni si ha assumendolo in forma polverizzata e liofilizzata. Il procedimento di
liofilizzazione rimuove soltanto l'acqua senza distruggere gli enzimi vitali della pianta e gli altri elementi
fitonutrienti come la proxeronina; da 4 Kg di frutto di Noni fresco si ottiene 1 Kg di polvere liofilizzata. Anche il
succo di Noni contiene gli stessi principi attivi ma esso è costituito da una percentuale di acqua che va dall'85
all'88 %, e quindi bisogna assumerne molto di più per avere la stessa integrazione di principi attivi. Alcuni autori,
invece, sostengono che il succo di Noni darebbe migliori risultati della polvere.
Gli studi sostengono la capacità del Noni di agire come immunostimolante, inibire la crescita di certi tumori,
accrescere e normalizzare la funzione cellulare e incrementare la rigenerazione dei tessuti. Il Noni è considerato un
potente purificatore del sangue e contribuisce all'omeostasi complessiva. Il Dr. Heinicke crede che i principi attivi
contenuti nel frutto del Noni intervengano sulla riparazione delle cellule danneggiate a livello molecolare. La
proxeronina contenuta nel Noni aumenta la produzione di xeronina, la quale sembra essere capace di regolarizzare la
forma e l'integrità di alcune proteine che contribuiscono individualmente alle specifiche attività cellulari. Secondo
le teorie del Dr. Heinicke, la proxeronina contenuta nel frutto del Noni della Polinesia può essere usata come
coadiuvante nella cura di diverse malattie (senilità, artrite, pressione sanguigna alta e bassa. Esami aneddotici
hanno verificato che il Noni allevia il dolore delle articolazioni collegate alla malattia artritica. Il dolore
artritico può essere l'incapacità di digerire correttamente o completamente le proteine che potrebbero quindi formare
depositi cristallini nelle articolazioni; la capacità del frutto di Noni Polinesiano di aumentare la digestione
proteica attraverso l'intensa funzione enzimatica può agevolare ad eliminare questo fenomeno. Inoltre, l'effetto
antiossidante del Noni può contribuire a diminuire il danno provocato dai radicali liberi. I principi attivi presenti
nel Noni hanno dimostrato di controllare efficacemente oppure di sopprimere più di sei tipi di ceppi batterici
infettivi, Escherichia coli, Salmonella typhi (ed altri tipi), Shigella paradysenteriae, Staphylococcus aureus.
Inoltre, il damnacantale (principio attivo contenuto nel Noni) riusciva ad inibire la prima fase antigene del virus
Epstein-Barr, responsabile della mononucleosi che, a sua volta è una delle cause della sindrome da affaticamento
cronico. Relazioni aneddotiche sostengono quest'azione, cioè che il Noni sembra particolarmente efficace ad
accorciare la durata di certi tipi di infezioni.
I principi attivi trovati nel Noni testimoniano la possibilità che essi stimolino la produzione di xeronina e
potrebbero spiegare la proprietà immunostimolante dello stesso. Gli alcaloidi contenuti nel Noni sono atti a
stimolare la fagocitosi, processo in cui certi leucociti (macrofagi) attaccano e, letteralmente digeriscono, gli
organismi infettivi.
L'azione antitumorale del Noni è stata attribuita ad una risposta del sistema immunitario che è coinvolto alla
stimolazione delle cellule T. La presenza della proxeronina nel Noni promuove l'aumento della xeronina nel tratto
intestinale che permette alle pareti intestinali di assorbire meglio le varie sostanze nutrienti, in particolar modo
gli aminoacidi. La xeronina rende possibile il passaggio di molecole più larghe attraverso le membrane cellulari. Ne
consegue perciò un miglioramento della digestione.
Il frutto di Noni contiene molta Vitamina C ed è considerato un tonico ed è consigliabile per le condizioni più
debilitanti. Il processo d'invecchiamento bombarda il corpo con radicali liberi che possono causare una miriade di
malattie degenerative.
Il Dr. Heinicke sostiene che mentre invecchiamo, perdiamo la capacità di sintetizzare la xeronina e questo fatto è
peggiorato dalla presenza di moltissime tossine presenti nell'ambiente, le quali hanno la capacità di bloccare la
produzione di xeronina. Il Dr. Heinicke sostiene che la proxeronina contenuta nel Noni Polinesiano può aiutare ad
arrestare queste azioni, agendo come una sostanza antisenescente. La Morinda Citrifolia, inoltre, contiene selenio,
uno dei migliori componenti antiossidante disponibile oggi.
Il Noni agisce anche a livello psichico in quanto la xeronina, attivata dalla proxeronina contenuta nel Noni,
trasforma certe proteine del cervello in ricettori attivi dell'endorfina o "ormone del benessere".
Utile per il tabagismo e dipendenze da droghe. Il Noni fornisce la proxeronina al corpo ed il corpo regola la sua
assimilazione usandone la quantità utile per tenere un buon livello ed il resto viene eliminato; per questo motivo si
può escludere il rischio di assumerne una dose eccessiva.
_____________________________
Sono millenni che nella Polinesia viene apprezzato il succo di un frutto selvatico come ottimo rimedio curativo
naturale. Esso è parte integrante della cultura polinesiana che si rivela essere ricchissima di storie che riguardano
la meravigliosa "regina delle piante", grande quanto una patata e disseminata un po' ovunque sull'intero gruppo di
isole.Il succo del Noni, non trattato, ha il sapore di un formaggio troppo stagionato ed il suo odore sgradevole si
diffonde nell'aria in vaste zone delle isole. La grande vitalità della pianta ed il clima permettono fino a dodici
raccolti l'anno e di solito, questa iperproduzione, non veniva sfruttata ed i frutti, rimanevano là. Il succo del
Noni è molto acido, il suo pH va dal 3,4 al 3,8.Nel 1983 un medico portò alcuni di questi frutti a due chimici alimentari negli U.S.A. e gli raccontò le numerose
leggende che circolavano in Polinesia a riguardo di questa fonte dell'eterna giovinezza. In seguito fu distribuito ad
un gruppo di persone campione il succo di Noni e questi, dopo pochissimi giorni dalla loro prima assunzione,
riferirono di aver già notato degli apprezzabili miglioramenti del loro stato di salute generale.Alcuni anni fa il succo di Noni è stato immesso sul mercato americano e si è rapidamente trasformato in uno dei più
grandi successi del settore alimentare. In occasione di un recente sondaggio, molto rappresentativo, la stragrande
maggioranza dei clienti abituali ha dichiarato di continuare a rimanere fedeli a questo succo anche in futuro grazie
ai miglioramenti della loro salute generale ottenuti e mai immaginati.Numerose ricerche scientifiche ad ampio raggio hanno evidenziato che si tratta, molto probabilmente, della scoperta
più importante degli ultimi decenni nel campo dell'alimentazione naturale, in quanto il Noni racchiude una
concentrazione incredibilmente alta di principi attivi utili alla produzione del più importante enzima presente nel
corpo umano, ovvero la xeronina. Si tratta di un enzima scoperto circa trent'anni fa e che secondo i dati scientifici
dovrebbe essere un elemento decisivo nei processi di sintesi delle proteine, del metabolismo in generale e della
scissione delle cellule.
Il miracolo dell'azione chimica della XERONINA
Nelle culture tropicali il frutto della pianta Noni (Morinda citrifolia) è noto da migliaia di anni, esso ha
molteplici ed incredibili proprietà, ed a tuttoggi le origini di tali effetti benefici non sono ancora del tutto
studiate. Il principio attivo più importante del Noni è un alcaloide chiamato "proxeronina". La pianta cresce nella
natura selvaggia e contiene 800 volte più di proxeronina rispetto a quella contenuta nellananas, che è comunque la
seconda fonte naturale di proxeronina .Quando si assume il Noni, grazie alla fase digestiva, la proxeronina giunge nell'intestino crasso e di qui viene
trasportata al fegato, che è il contenitore di molte sostanze nutritive essenziali per il nostro corpo. Ogni due ore
il fegato immette un determinato quantitativo di proxeronina nel flusso sanguigno, così essa può giungere ai diversi
tessuti. Andiamo ora a vedere cosa succede a livello molecolare.La proxeronina ha un peso molecolare di 17.000 unità, per renderci conto della dimensione basta sapere che la
molecola dell'acqua ha un peso molecolare di 18 unità, e la sua forma assomiglia a quella di un manubrio dalle
estremità ingrossate. Perché la proxeronina possa trasformarsi in xeronina, che è la molecola attiva, ha bisogno
dell'aiuto di un preciso enzima, questo enzima è il proxeronase, il quale è presente in grande quantità nel nostro
organismo. Il processo che trasforma la proxeronina in xeronina è complesso, ma possiamo cercare di farlo capire
semplicemente spiegando in parole povere cosa accade. La proxeronina avvolge l'enzima proxeronase, quest'ultimo
unisce le due estremità della proxeronina (ricordate? Estremità ingrossate del manubrio) e quindi le separa dalla
catena, che ora è diventata inutile; le due parti ingrossate, ora unite, producono a loro volta, insieme alla
serotonina, la molecola relativamente piccola della xeronina. La xeronina prodotta dalla proxeronina ora si può unire
alle proteine presenti nell'organismo, affinché esse diventino attive. Per capire meglio quest'ultimo processo
diciamo qualcosa di più sulle proteine. Il nome proteina deriva dal greco "proteios" che significa "primario,
innanzitutto" e questo ci fa capire l'importanza delle proteine. Le proteine si compongono di lunghe catene di
aminoacidi e forse sono le sostanze attive più importanti del nostro corpo. Gli aminoacidi di cui il nostro corpo ha
bisogno per costruire le varie proteine sono venti e si uniscono grazie a specifiche sequenze date dal DNA di ogni
singolo individuo ed è proprio la diversa successione degli aminoacidi nella proteina che ne determina la struttura.
La catena si avvolge su se stessa e si raggruppa per formare, o un enorme grumo di aminoacidi, o una proteina.Le proteine hanno diverse funzioni nel corpo e tutte molto importanti, in primis nutrono la struttura dei nostri
capelli, della pelle e delle ossa, in secondo luogo sono sempre loro a rendere possibile il trasporto delle sostanze
chimiche all'interno della cellula e al suo esterno. Le proteine giungono attraverso la membrana cellulare fin dentro
la cellula e da qui attraggono importanti sostanze nutritive, permettendo così a queste ultime di entrare all'interno
della cellula stessa, in terzo luogo le proteine agiscono al pari degli ormoni e, in questa funzione, sono in grado
di coordinare tutti i processi del corpo sul piano molecolare, in quarto luogo fungono come anticorpi ed aiutano il
sistema immunitario. Gli anticorpi si attaccano agli elementi estranei che aggrediscono il nostro organismo, come
batteri e virus, in modo da indebolirli e combatterli. In quinto ed ultimo luogo, ma non per questo meno importante
degli altri, agiscono come enzimi facilitando l'attività chimica nel corpo, perché il nostro corpo trasforma
continuamente le composizioni chimiche, componendole e componendole e sono proprio le proteine che rendono possibile
questo processo. Ora che abbiamo visto l'importanza delle proteine e le funzioni che svolgono, dobbiamo sapere che
senza la xeronina molte di queste proteine non possono svolgere il proprio compito in quanto ci sono proteine che
hanno specifiche caratteristiche grazie alle quali possono unirsi alla xeronina. Non tutte le proteine hanno bisogno
della xeronina per diventare attive, ma molte di esse, fondamentali per la vita e che funzionano come ormoni,
anticorpi o enzimi, necessitano della xeronina. Quando la xeronina si è unita alla proteina, essa rende possibile lo
svolgimento del compito trasformando l'energia sottratta all'acqua in energia utile, o a livello chimico, o a livello
elettrico. Questo processo è un processo meraviglioso ed affascinante, ma anche misterioso, cerchiamo di descriverlo
il più semplicemente possibile per renderlo il più possibile chiaro e comprensibile. L'acqua contiene un'enorme
quantità d'energia, la sua molecola è costituita da un atomo di ossigeno (O) in stretta relazione con due atomi di
idrogeno (H2), formando così la formula chimica H2O. Quando numerose molecole di acqua si trovano assieme, come in
un recipiente, l'ossigeno di alcune (O) viene attratto dalle molecole di idrogeno di altre (H), dando origine ad un
fenomeno noto come composto d'idrogeno; questo composto di idrogeno (composto H) non ha la stessa forza della
composizione originaria all'interno della molecola stessa, ma, sommando tutti i composti di idrogeno all'interno di
un recipiente pieno d'acqua, essa può produrre qualcosa di più forte dell'acciaio, in realtà, non tutti gli atomi di
idrogeno e di ossigeno stanno insieme in questo tipo di composto H. In sperimentazione si è dimostrato che il 15-20%
di tutti i composti H possono scomporsi in qualsiasi momento. L'acqua è sempre stata un segreto per gli scienziati,
perché i fatti non sono calcolabili. Analizzando l'acqua, si può constatare che, sebbene si sia scomposto il 20% dei
composti H e dovrebbe avere di fatto una struttura "più dura dell'acciaio", guardandola e osservandola semplicemente
è evidente che la sua struttura non è affatto "dura come l'acciaio", ma molto debole. Vediamo ora come ciò è
possibile: se i composti H si decompongono secondo il principio del caso (cioè senza una precisa teoria o procedura)
in tutto il liquido presente, allora la struttura rimane forte, se invece si decompongono lungo una linea, allora
l'acqua si comporta come un liquido. Ecco allora che se allora questi composti H si rompono continuamente lungo una
linea, ma attraverso tutto il liquido, essa presenterà le caratteristiche tipiche dell'acqua e così la forza dei
composti e le caratteristiche visibili, ovvero il suo stato liquido, diventano compatibili. Ora diventa comprensibile
dove la xeronina prende il potere di attivare la proteina. A causa di queste separazioni continue dei composti H,
l'acqua forma forti "blocchi" che scivolano via, l'uno accanto all'altro, trascinando e portando con sé tutto quello
che trovano lungo il percorso. Sul piano teorico se fossimo in grado di dirigere questa scomposizione, caratteristica
dei composti H, potremmo determinare i punti in cui questi blocchi d'acqua si rompono. Noi non siamo in grado di fare
ciò, invece è esattamente quello che riesce a fare la xeronina che, grazie alla sua singolare struttura chimica, può
emettere un segnale che dirige le soluzioni H all'interno dell'acqua, determinando così, i punti in cui i composti si
rompono. La xeronina può anche dirigere velocemente i movimenti di questi enormi blocchi d'acqua così, mentre i
blocchi d'acqua scorrono, l'uno davanti od accanto all'altro, nel mezzo, in modo specifico e straordinario, essi
trascinano e portano con sé la proteina. Questo è un processo che assegna alla proteina una grande forza d'azione che
essa poi usa per svolgere il proprio lavoro utile.Questo processo avviene in tutte le forme di vita, infatti, sia le piante, sia gli animali producono la xeronina per
mezzo della proxeronina ed utilizzano quindi la xeronina per la mobilità delle loro proteine, esattamente come lo
facciamo noi esseri umani, questo ci fa capire che tutti i tessuti sani sia di piante, sia di animali, contengono
questo precursore della xeronina, che è la proxeronina. L'essere umano riceve la proxeronina dagli alimenti che
assume, ma a volte questo non è sufficiente ed allora occorre integrare questa assunzione ed un buon modo è quello di
assumere il Noni che è ricchissimo in proxeronina. Ad esempio con la cultura intensiva si è svuotato il terreno delle
sue sostanze nutritive e così i raccolti sono malati e deboli con la conseguenza che questi raccolti hanno un deficit
di molte sostanze nutritive d'importanza vitale per l'essere umano, come per l'appunto la proxeronina. Al giorno
d'oggi, l'uomo medio non riceve più un'alimentazione equilibrata che apporta la proxeronina nella giusta quantità per
svolgere bene le funzioni vitali, ecco perché nasce la necessità di integrare la proxeronina. Ci sono altri fattori
che determinano un'integrazione di proxeronina, come la malattia, l'età avanzata ed una vita molto attiva; in queste
situazioni le proteine per svolgere il loro duro lavoro e rispondere alle richieste hanno bisogno di più xeronina e,
per produrre più xeronina c'è bisogno di più proxeronina nella dieta quotidiana. In carenza di xeronina e quindi di
proxeronina le proteine non possono rispondere alle richieste del corpo e, in questo caso, si avranno malattie,
spossatezza, esaurimento etc... Si pensa che sia possibile che molte delle nostre malattie moderne siano in realtà
una conseguenza di una mancanza di xeronina nel corpo. Chi ha una bassa percentuale di xeronina nel corpo, sente
prontamente gli effetti negativi dell'incapacità d'azione delle proteine, ma quando poi viene innalzata questa
percentuale e, grazie all'assunzione di Noni, il livello di xeronina viene portato ad un buon livello, la persona
percepisce ciò che viene generalmente definito come "miracolo". Questo è il motivo per cui il succo di Noni è un
prodotto unico per la salute. Invece di dare al corpo sostanze chimiche per funzionare meglio, come lo fanno molte
droghe e numerosi farmaci, il succo di Noni fornisce la pre sostanza di questa sostanza chimica attiva e fa sì che il
corpo stesso riprenda in mano il timone per governare le sue funzioni. Non vi è il rischio di assumere troppa
proxeronina assumendo il Noni, in quanto il corpo regola la sua assimilazione usandone la quantità utile per
mantenere un buon livello ed il resto viene eliminato.Come già detto, la xeronina è utilizzata sia nel regno animale che nel regno vegetale, ma la differenza tra questi
due regni sta nel modo in cui la eliminano quando non serve più. Quando la xeronina ha svolto il proprio compito
diventa importante per l'organismo umano eliminare quella non utilizzata affinché non continui ad esercitare la
propria azione laddove non serve più. Si potrebbero creare non pochi problemi se avessimo troppa xeronina che stimoli
le proteine a lavorare più del dovuto, ma la soluzione è data ancora una volta dalla natura stessa. La xeronina è un
composto chimico molto instabile e, lasciata al proprio destino, essa decade e diventa inutilizzabile. Il maggior
numero delle forme di vita lascia decadere la xeronina e poi viene eliminata, ma non fanno così le piante, infatti,
nel regno vegetale le cose cambiano. Molte piante trattengono la xeronina per conservarla, in quanto contiene azoto,
sostanza molto utile per la vita delle piante stesse. Per conservarla ed al contempo disattivarla, la pianta aggiunge
fili e grumi di "rifiuti molecolari" alla xeronina così essa non decade e non si può nemmeno aggregare a qualche
proteina. Quando la xeronina è stata arricchita di questi "rifiuti molecolari" ne nasce la ben nota combinazione
detta "alcaloide", oggi se ne conoscono più di 10.000 ed alcuni di questi contengono nicotina, cocaina, eroina, o
morfina. Oggi si è portati a pensare che questi alcaloidi non siano altro che forme alterate della xeronina e che la
loro funzione nelle piante sia quella di stabilizzare la stessa xeronina per conservarla al fine dell'assimilazione
dell'azoto. Gli alcaloidi sono simili nella loro struttura alla xeronina e sono inattivi nella pianta, ma all'interno
del nostro organismo vengono scambiati dalle proteine come xeronina e quindi si fanno attivare.Quando si fuma una sigaretta arriva una grande quantità di nicotina nel corpo, nella pianta la nicotina non è attiva,
ma nel momento che entra nel nostro organismo, essendo molto simile alla xeronina, viene presa per tale dalle
proteine che quindi vengono ingannate, di conseguenza la nicotina occupa il posto della xeronina all'interno della
proteina e la attiva, esattamente come avrebbe fatto la xeronina, ma in modo meno efficace a causa dei "rifiuti
molecolari" che si porta dietro. Il continuare a fumare fa sì che si continui ad introdurre nell'organismo nicotina e
di conseguenza il corpo si adeguerà ad essa e cambierà leggermente la forma delle sue proteine affinché si associno
meglio con la nicotina che con la xeronina e questo creerà dipendenza. Col tempo la richiesta di fumo e quindi di
nicotina aumenta, perché molte proteine hanno letteralmente bisogno delle molecole di nicotina per svolgere le
proprie funzioni all'interno del nostro corpo, così come prima la stessa proteina aveva bisogno della xeronina. Più
si fuma, più proteine vengono trasformate da proteina-xeronina in proteina-nicotina, e, ovviamente, sarà sempre più
difficile smettere di fumare. Quando si deciderà di smettere di fumare, questo sarà difficoltoso e doloroso, perché,
mancando la nicotina, molte proteine non saranno più in grado di funzionare bene. Questo è il motivo perché si
avranno i sintomi da astinenza. Lo stesso processo vale per tutti gli alcaloidi estranei al nostro corpo che noi
assumiamo, compresi la caffeina, la cocaina, l'eroina, la morfina, ecc., perché quando assumiamo questi alcaloidi,
che sono sostanze estranee al nostro corpo, le nostre proteine si adeguano a loro e la nostra richiesta naturale di
xeronina si trasforma in un fabbisogno innaturale di questi alcaloidi. Se noi inondiamo il nostro corpo con questi
alcaloidi a noi estranei (come per esempio le droghe), essi stimolano le nostre proteine a un'iperattività e
provocano quindi una sensazione di euforia. Le diverse droghe hanno effetti diversi sul nostro organismo proprio a
causa della non eguale quantità di "rifiuti molecolari" che si sono aggiunti alla loro struttura originaria, quindi,
per esempio, la cocaina susciterà un altro effetto nel nostro corpo rispetto alla morfina e questo grazie alla
leggera differenza nella loro struttura, differenza che limita o amplia determinati aspetti della funzione naturale
della xeronina. La chiave è sempre la stessa: tutte imitano la funzione naturale della xeronina. Diventare dipendenti
è molto facile, ma è poi molto difficile smettere di assumere questi alcaloidi e questo è normale, perché una volta
assunto un alcaloide in grande quantità, questo inonda letteralmente il nostro corpo e la grande affluenza di
alcaloidi estranei all'organismo travolge la quantità minore di xeronina naturale presente in noi e deforma molto
velocemente molte proteine. In farmacologia vengono usati molti alcaloidi, ma alla base di ogni effetto farmacologico
di questi alcaloidi c'è sempre la funzione naturale della xeronina.Il fegato è il principale organo che contiene proxeronina, il secondo è la pelle. La proxeronina viene trasformata in
tutto il corpo nella xeronina, pelle inclusa. Per mantenere sana e liscia la sua superficie, la pelle ha bisogno di
molta proxeronina. Una mancanza può suscitare una condizione malsana e creare numerosi altri problemi. Inoltre la
proxeronina serve per mantenere sani i capelli.Abbiamo visto che gli alcaloidi non sono altro che imitazioni della xeronina prodotti dalle piante ai fini di
conservazione per ottenere azoto, per questo motivo la xeronina sa fare tutto quello che possono fare questi
alcaloidi, se non meglio e in modo naturale. Le endorfine sono gli ormoni responsabili delle buone sensazioni nel
corpo, esse si uniscono a certe proteine proprio come fa la xeronina e, quando la xeronina e l'endorfina sono legate
alla stessa proteina, la xeronina conduce l'energia dell'acqua dentro l'endorfina e quest'ultima produce quella
sensazione di "benessere". La scienza indaga tuttora sul modo in cui l'endorfina produce queste sensazioni, ma quello
che è certo è che senza la xeronina l'endorfina di fatto è inutile.L'azione stimolante della xeronina si rispecchia nell'azione della sua cugina, la caffeina, l'alcaloide che la imita.
Quando bevete una tazza di caffè la mattina, la caffeina inonda il vostro corpo; le molecole della caffeina si
aggregano subito alle proteine presenti nel corpo e prendono il posto della xeronina e poi le attivano e siccome sono
tante queste molecole di caffeina che vengono assunte bevendo una tazza di caffè, le proteine possono lavorare molto
di più. L'effetto provocato da una quantità significativa di xeronina pura è pari all’effetto della caffeina.
L'effetto stimolante della xeronina può sviluppare un potenziale sorprendente. Può migliorare la capacità di un
atleta, come può aumentare la capacità di concentrarsi e di pensare in piena lucidità.
Il dottor Heinicke è la referenza in materia di Noni; laureato in biochimica all'Università del Minnesota ha fatto
anche degli studi d'ingegneria presso l'Università del Kentucky (Lexington); è vissuto nelle Hawaii dal 1950 al
1986, dove lavorava presso l'Università di Hawaii e faceva delle ricerche sull'Ananas sativa per conto della Società
Dole.Il dottor Heinicke è stato il primo a ricercare i principi attivi contenuti nel Noni (Morinda citrifolia) che fa
parte della famiglia delle rubiacee. Egli voleva sapere quali erano i principi attivi contenuti nel frutto di Noni
che i polinesiani consumano già da secoli.Nel 1957 scoprì nelle cellule umane un alcaloide che chiamò xeronina, poco dopo riscontrò che una quantità troppo
debole di xeronina nelle cellule poteva dare origine a problemi di salute importanti. Il Noni ne contiene poca, ma
contiene molta proxeronina precursore della xeronina. La trasformazione di proxeronina in xeronina incomincia subito
dopo l'assunzione di Noni.Il Noni contiene anche la forma inattiva dell'enzima necessaria a questa trasformazione. Per fare sì che gli effetti
del Noni siano completi questo proenzima deve essere attivato; ecco perché è meglio assumere il Noni a stomaco vuoto.
In queste condizioni questo proenzima è capace di resistere ai succhi gastrici della digestione e passare così
nell'intestino dove diventa attivo e può essere utilizzato dall'organismo. Molti organi del corpo umano contengono
delle proteine capaci di utilizzare la xeronina; essa può alleviare i sintomi di gran parte delle malattie (in questo
caso la malattia è dovuta ad una carenza di xeronina). Lavori di A. Hirazumi dimostrano che il Noni allunga la
speranza di vita nei topi da laboratorio colpiti da cancro dei polmoni. Sembra che il Noni agisca indirettamente sul
sistema immunitario. Il Noni è anche molto efficace nel trattamento delle ustioni, in quanto la xeronina attiva un
enzima specifico che accelera il rinnovamento dei tessuti bruciati. Il noni ha anche un effetto sulla salute
psichica, perché la xeronina trasforma certe proteine del cervello in ricettori attivi dell'endorfina o "ormone del
benessere.'' La xeronina rende possibile il passaggio di molecole più larghe attraverso le membrane cellulari. Ne
consegue perciò un miglioramento della digestione. Altri problemi di salute possono essere migliorati grazie al Noni:
ipertensione, dolori mestruali, artrite, ulcera dello stomaco, distorsioni, depressione, nervosismo, senescenza
precoce, disturbi digestivi, obesità, mancanza di libido e/o piacere, ipertensione arteriosa, diabete di tipo 1 e 2,
astenia psichica e/o fisica, sindrome da stanchezza cronica, disturbi del sonno, tabagismo, dipendenza da droghe,
etc.".La xeronina è un elemento fondamentale per le funzioni del corpo umano. Una debole presenza di xeronina
nell'organismo è funesta per la nostra salute, ma in quantità sufficiente essa permette di restare in piena forma. Il dottor Scott Gerson ha effettuato uno studio in doppio ceco (i pazienti non erano al corrente di ciò che veniva
loro somministrato) per valutare l'influenza del Noni sull'ipertensione.Durante 14 settimane il dottor Gerson ha condotto le sue ricerche su 9 pazienti (6 uomini e 3 donne) affetti da
ipertensione i quali sono stati selezionati casualmente e non sapevano di consumare del Noni. I pazienti hanno
conservato lo stesso regime alimentare e la stessa attività fisica che avevano prima di cominciare il trattamento. 8
dei 9 pazienti hanno manifestato una diminuzione significativa della loro pressione arteriosa, la loro tensione
sistolica (pressione massima) è diminuita in media del 7,5 % e la tensione diastolica (pressione minima) è diminuita
i media del 4 %. Il dottor Gerson è stato il primo a dimostrare questo attraverso questo piccolo studio clinico, in
seguito queste cifre si sono verificate presso la maggior parte dei consumatori di Noni. Nessun medico ha potuto
constatare che la pressione arteriosa poteva scendere sotto la norma e tutti hanno segnalato che gli effetti
secondari erano insignificanti e praticamente inesistenti.La maggior parte dei pazienti hanno constatato un ritorno all'ipertensione dopo l'interruzione del trattamento, poi
un abbassamento della loro tensione fino alla normale dopo avere ripreso il Noni. Gli effetti della xeronina
sull'ipertensione sono innegabili. Altri studi in più grande scala sono stati da allora realizzati ed hanno
confermato il lavoro del dottore Gerson.È riconosciuto che una delle principali azioni del Noni è la capacità di alleviare gran parte dei dolori. Eminenti
medici Occidentali, del Sud Est Asiatico, Hawaiani o ricercatori contemporanei come Ralph Heinicke o clinici
naturopati come il dottor Steve Schechter ribadiscono che il Noni permette al corpo di guarire da solo e di
sopprimere il dolore. La xeronina riduce ed in alcuni casi fa scomparire una gran parte dei dolori.Il Dr. Halton Delbert D.C., laureato in Kiropratica al College di Kiropratica di Palmer e laureato in biologia
riferisce che da quaranta anni circa, soffriva di un dolore insistente nel basso della schiena che gli impediva di
fare qualsiasi attività casalinga normale e che, dopo 6 settimane di assunzione di Noni il dolore è rapidamente
scomparso, dopo l'esperienza vissuta in prima persona ha iniziato a raccomandare ai suoi pazienti ottenendo grandi
successi. Un'altra prova delle meraviglie del Noni, continua a riferire il Dr. Halton Delbert, è la seguente: una
paziente affetta da AIDS dopo aver assunto noni per un certo periodo il Noni ha visto la sua quantità unitarie di
cellule T passare da 169 a 400 ed i suoi sintomi si sono stabilizzati. Il Dr. Halton Delbert riferisce di aver
vissuto altre meravigliose esperienze come quella di un paziente colpito da cancro del polmone che le sue metastasi
hanno iniziato a riassorbirsi da quando ha iniziato ad assumere Noni. Qualche anno fa, uno dei suoi pazienti ha
subito importanti traumi a causa di un incidente stradale; si è fratturato diverse costole, una spalla ed un
ginocchio e da allora aveva molti problemi di artrite ed in modo particolare al ginocchio. Quando ha iniziato ad
assumere Noni il dolore al ginocchio è sparito in pochi giorni e progressivamente anche il dolore alla spalla ed alle
costole; oggi quest'uomo vive felice senza alcun dolore. Un altro dei suoi pazienti si era fratturato una caviglia e
gli era rimasto un dolore insistente e la caviglia era rimasta gonfia per più di un anno e mezzo; dopo solo 10 giorni
di assunzione di Noni, dolori e gonfiori erano spariti completamente. Gli effetti della xeronina contenuta nel Noni
sono spettacolari e questo su parecchie malattie, le più varie
Il Noni è uno dei poli di ricerca più importanti dell'inizio del terzo millennio. Nei prossimi 15 anni, applicazioni
farmaceutiche sempre più specifiche ne dovranno derivare. Il Noni è una delle grandi speranze della ricerca del
ventunesimo secolo.
________________________
Dottor Heinicke è la massima referenza in materia di Noni.
Diplomato in biochimica all'Università del Minnesota, ha fatto anche studi d'ingegneria (elettricità) all'Università
del Kentucky (Lexington). È vissuto alle Hawaii dal 1950 al 1986, dove lavorava all'Università di Hawaii e faceva
ricerche sugli ananas per la società Pineapple Dole.
Dichiara il dottor HEINICKE:
"Sono stato il primo a ricercare i componenti attivi del Noni Morinda citrifolia (della famiglia delle rubiace).
Volevo sapere quali erano i principi contenuti in questo frutto che i polinesiani consumano da secoli.Nel 1957, ho scoperto nelle cellule umane un alcaloide che ho chiamato Xeronina, poco dopo ho riscontrato che una
quantità troppo debole di Xeronina nelle cellule poteva portare a problemi.....
Il Noni ne contiene poca, ma, contiene molta pro-Xeronina precursore della Xeronina. La trasformazione di
pro-Xeronina in Xeronina incomincia appena dopo l’assunzione di Noni.
Il Noni contiene anche la forma inattiva dell'enzima necessaria a questa trasformazione. Per fare sì che gli effetti
del Noni siano completi, questo proenzima deve essere attivato; ecco perchè il Noni deve essere preso a stomaco
vuoto.
In queste condizioni questo proenzima è capace di resistere alla digestione per passare così nell'intestino.
A questo punto diviene attivo e può essere utilizzato dall'organismo.Molti organi del corpo umano contengono delle proteine capaci di utilizzare la Xeronina.
Tratto da: (Ref Health News, Volume 4, Numero 2 triple R Publishing, Inc.)
Importante: con la presente documentazione non si vogliono dare consigli medici di alcun genere, per qualsiasi
problema di carattere medico consulta il tuo medico curante.
_______________________________"Noni", come viene chiamato dagli abitanti di Tahiti, è il frutto del quale si parla in questo documento. La società
che si occupa del raccolto, elaborazione, distribuzione e vendita, si chiama MORINDA, il cui nome deriva dal nome
latino di questa pianta, "Morinda Citrifolia". In America viene presentata in questo modo: I polinesiani usano il
succo del Noni già da 2000 anni perché: - rinnova e ringiovanisce le cellule del nostro corpo - aiuta nella
regolazione del Sistema immunologico - stimola molti sistemi nel nostro corpo ed agisce nella zona del sistema delle
cellule. I test sono stati fatti in varie parti del mondo. Noni e oggetto di importanti ricerche scientifiche. Noni è
un prodotto esclusivo della società Morinda.

La società Morinda possiede l'esclusivo diritto sul raccolto e sulla lavorazione del succo Noni nella Polinesia
francese .
Il succo Noni viene usato da migliaia'di persone con risultati incredibili!
Ilsucco Noni ha un valore speciale per i guaritori tradizionali polinesiani per i suoi ottimi risultati.
La società Morinda Inc. ha investito quasi tre anni nella ricerca di mercato e ricerche sulle proprietà del succo
Noni. Il succo Noni è una fonte ricca di xeronina - uno degli alcaloidi, che servono ad aumentare e rivitalizzare le
cellule del corpo umano.
Il succo Noni (i canadesi lo chiamano ,Noni - integratore alimentare) non si può paragonare a nessun altro prodotto
che si trova sul mercato. Il succo Noni è oggetto di importanti ricerche scientifiche in tutto il mondo.Il succo Noni
è un frutto tradizionale della Polinesia ed è forse la scoperta più importante sulla natura negli ultimi decenni!
Presso gli abitanti del Sud Pacifico, Nuova Zelanda, Australia, Malesia,India e Isole caraibiche, il succo Noni e già
da generazioni conosciuto per le sue proprietà benefiche. Molti conoscono questa pianta con il nome di,"pianta che
uccide il dolore", "l'albero del mal di testa" e simili. .
I tradizionali guaritori polinesiani usano questo frutto già da centinaia di anni come rimedio per molti problemi di
salute , come ad es.diabete,pressione alta, artrite, cattiva digestione, ammaccature da colpi, lesioni, malattie
della pelle, dolori mestruali, malattie della vescica e dei reni,raffreddori, alte temperature, mal di gola e molte
altre...
Si prende come purificatore dei sangue e ,"depuratore" dell'organismo dai batteri nocivi. Nei molti studi svolti si
scopre quello che i guaritori sapevano da sempre. Questi studi mostrano le possibilità che offre il succo Noni:
stimola il sistema immunitario, diminuisce e impedisce lo sviluppo del tumore,regola le funzioni delle cellule e
rigenera le cellule danneggiate. Le componenti attive del succo Noni aumentano l'attività delle cellule nel corpo; le
vitamine minerali vengono elaborati.
Negli studi compaiono alcune dichiarazioni che citeremo qui in breve:
1. In un rapporto della 83°riunione della società americana perla ricerca sul cancro, nel maggio 1992, è stato
accertato che il succo Noni allunga di molto la vita dei topi che erano stati attaccati con le cellule del cancro dei
polmoni "lewis". La ricerca teorizza che le componenti contenute nel frutto Noni hanno la capacita' di far funzionare
l'attività delle cellule -T nel solo sistema immunitario. La reazione del sistema immunitario è sicuramente la chiave
per capire perché il succo già da molti anni trova il suo uso in sfide scientifiche così grandi. 2.11 dr. Ralph
Heinicke, uno dei maggiori biochimici in USA, ha aperto la strada verso lo studio dell'alcaloide xeronin, contenuto
in grande quantità nel frutto Noni. Il suo lavoro ha fatto chiaramente compredere il motivo per cui il Noni ha una
cosi' forte efficacia sull'organismo umano . Come ricercatore alle Hawaii, il dr. Heinicke ha accertato l'efficacia
de! frutto Noni e si è prefìsso il compito di trovare le parti farmacologiche di questo frutto. Ha trascorso 45 anni
nella ricerca dell'efficacia di un alcaloide che ha scoperto e chiamato Xeronin. La xeronina è un alcaloide
relativamente piccolo, psicologicamente molto attivo e molto importante per il funzionamento regolare delle cellule.
Nella sua ricerca ha scoperto che il succo Noni contiene importanti quantità del grado prima della xeronina che ha
chiamato "pro-xeronin".
Il pro-xeronin lascia la xeronina pura nel corpo, quando viene in contatto con un enzima speciale che è presente nel
succo. La sua teoria dimostra che la xeronina, una volta liberata, lavora sul campo molecolare per rinnovare le
cellule danneggiate. Il dr. Heinicke ha appurato che la funzione primaria della xeronina regola la flessibilità e la
formazione di specifiche proteine. Queste proteine hanno diverse funzioni nell'organismo, i! che spiega come l'uso
del succo Noni comporta un'incredibile reazione fisiologica.
Il dr. Heinicke commenta: "Alcuni dei problemi sui quali il succo Noni influisce sono:
alta pressione, dolori mestruali, artrite, dolori allo stomaco, depressioni mentali, senilità, cattiva digestione,
arteriosclerosi, la circolazione del sangue, la dipendenza dalle droghe, dolori e molti altri
problemi di salute. Anche se questa lista somiglia ad un manuale tascabile medico, in realtà è molto contenuta. In
vari studi si mostra positiva l'efficacia del Noni sugli animali da laboratorio.
E' stato confrontato con 500 piante medicinali.
Il risultato è che questo frutto:
contiene un effetto analgesico molto importante (diminuisce il dolore)è efficace contro 7 tipi di batteri dannosie' un antisettico naturale (ferma l'infezione delle ferite)e' efficace contro funghi e parassitiII frutto di Noni e la fonte più ricca e sicura della pro-xeronina e della proxeronasa.
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Il Beneficio dai mari del sudIl succo di frutta VITALE della pianta "Morinda Citrifolia" …finalmente anche in Italia
Nella Polinesia francese, a Tahiti, cresce una pianta chiamata "Morinda Citrifolia". È conosciuta da più di 2000 anni
ed è stata utilizzata in molti casi della medicina ufficiale e naturale. Questa pianta selvatica che cresce nel clima
subtropicale è conosciuta anche come "pianta antidolorifica, albero della salute" contro le algie, mal di testa ecc.,
o "regina delle piante" e molte altre denominazioni. Nelle isole Tahiti e in altre culture, la Morinda Citrifolia viene utilizzata in tantissimi casi di malattie: dall'
azione tonica e rinforzante contro il cancro, ai problemi di respirazione e depressione psicofisica. Nelle Filippine
viene adoperata contro cancro, diabete, artrosi e artrite oltre che per i problemi della pelle come le allergie
atopiche, psoriasi, dolori alle ossa e alle giunture muscolari. Per gli abitanti delle isole Hawaii la Morinda
Citrifolia è la pianta medicinale più preziosa che esista. Viene utilizzata per pulire l'intestino, drenante e
calmante, nei casi di coliche riesce ad essere efficace contro sette tipi di batteri e soprattutto contro parassiti,
miceti ecc. Nei Caraibi l'adoperano contro la febbre, l'influenza virale e si applica localmente per slogature, escoriazioni,
ragadi ecc. In Malaysia - così raccontato - viene adoperata con gran successo quando si soffre di bronchiti, tosse o
contro dolori mestruali, cistiti e diabete.Nel 1994 un turista americano ha "scoperto" nelle isole Tahiti la pianta "Morinda Citrifolia". Tramite gli stregoni
del luogo è venuto a conoscenza del significato della pianta, dei suoi poteri curativi e di come viene utilizzato il
succo Noni. Al suo ritorno in patria ha fatto analizzare il frutto del Noni dal biochimico Dr. Ralph Heinicke,
specialista nella ricerca sugli enzimi come quello dell'ananas "Bromelain".Egli ha scoperto che il corpo umano non ha sufficiente enzima Xeronina per poter rinnovare ogni 100 giorni tutte le
cellule del corpo. È impossibile avere nel corpo dosi eccessive di Xeronina, poiché questo la produce e l'adopera
subito lì dove c'è richiesta o dove c'è carenza. La Xeronina che non viene più adoperata si disintegra e viene
eliminata.Il Dr. Heinicke ha riconosciuto che la salute e la vita senza Xeronina non sono possibili. Così ha iniziato la
ricerca dai primi stadi di trasformazione della Xeronina e ha trovato gli enzimi Proxeronina e Proxeronase. È rimasto
totalmente sorpreso quando ha riscontrato che il succo della "Morinda Citrifolia" contiene questi importanti enzimi
in quantità 800 volte superiori rispetto all'ananas, che nella medicina naturale gode di molta fama ed ha un gran
valore. Il Dr. Heinicke si è dedicato subito nelle ricerche su questo succo. I risultati erano così sorprendenti che hanno
suscitato la curiosità e l'interesse di ricercatori in Giappone, Hawaii, Francia, Messico e USA, Paesi che hanno
accettato questa sua scoperta e l'hanno riconosciuta legalmente. La ditta "Tahitian NONI® International" ha
sviluppato un metodo per cui il succo si mantiene per lungi periodi in bottiglie di vetro, senza distruggere enzimi,
proprietà chimiche e vitamine.Per rendere il succo di Noni più gustoso e bevibile, è stato aggiunto l'11% fra succo naturale e mirtilli e succo
naturale di uva, così anche neonati, bambini e giovani lo bevono volentieri. A questo punto ci sarebbe da dire che è
molto utile per le gestanti in quanto contiene sostanze importanti per la donna e il bambino… Un puro succo, vero
portento della natura, senza effetti collaterali, senza pesticidi e senza fertilizzanti!In questo succo di frutta si trovano oltre 150 sostanze vitali: vitamine, enzimi, minerali, carboidrati, aminoacidi,
microelementi e quantità particolarmente alte di Proxeronina, Scopoletina, Precursore di Serotonina, Proxeronase,
Bromealina, Xeronina, Morindiadol, Rubidio Damnacanthal… Questo succo di frutta selvatico è in natura una miscela unica e straordinaria che produce un effetto sinergia:
questo spiega la sua efficacia eccezionale. Questa è anche la ragione per cui il Noni è un prodotto salutare così
importante: 100% naturale e fornisce sostanze nutritive importanti e vitali oltre a vitamine.L'efficacia stimolante della Xeronina può sviluppare un potenziale sorprendente. Gli sportivi affermano di ricevere
un grande rifornimento di energia supplementare. Persone che lavorano con la mente confermano che hanno una capacità
di concentrazione molto più alta durante tutto il giorno. Il ruolo che ha la Xeronina nel corpo apre più possibilità
d'utilizzazione e fra queste anche quella dei prodotti cosmetici. Il fegato è il più grande organo di riserva per la Proxeronina. Il secondo è la pelle. In questa, così come in tutto
il corpo, la Proxeronina viene trasformata in Xeronina. La pelle deve ricevere una sufficiente quantità di
Proxeronina per mantenersi sana, liscia e bella. La mancanza di questo enzima può essere la causa di pelle e capelli
insani o altri problemi. Abbiamo descritto qui solo alcune possibilità su come e dove adoperare il succo di Noni. Ce ne sono ancora tante
sulla lista, che potremmo descrivere per mostrare il grande potenziale del succo di Noni. Le persone che hanno
consumato questo succo si sono rese conto di quale grande, sorprendente e rinforzante effetto ha il supplemento di
Proxeronina.Qualità notevole del frutto di "Morinda Citrifolia"è di non essere solo una sostanza, ma anche una composizione e
sinergia di sostanze naturali (oltre 150), con in più la Xeronina, la quale non viene sintetizzata dal corpo in
maniera sufficiente. Il succo è ricco di tali sostanze che favoriscono la salute, rendendolo così prezioso. In altre
parole: il succo Noni ha un effetto globale sul corpo umano e aiuta il sistema immunitario a lavorare bene
riequilibrandolo.
Nel 1996 negli Stati Uniti l'azienda "Tahitian NONI® International" ha iniziato la vendita del succo Noni ottenendo
un successo strepitoso con tassi di crescita da primatista mondiale nella storia moderna.. Questo prodotto gira il
mondo ed ovunque è accolto con entusiasmo e successo. Il primo novembre 2003 Morinda sbarca in Europa ed apre il
mercato. Sicuramente anche qui da noi non passerà inosservato come negli altri Paesi nei quali viene già importato.
Anche voi potete cominciare a stare meglio o a partecipare al successo.
_____________________________IL NONI
La Morinda Citrifolia, è una pianta sempreverde la cui altezza varia fra i 3 e i 6 metri.. Produce durante tutto
l'anno fiori profumati di colore bianco dai quali si sviluppano frutti di consistenza granulosa, con sapore e odore
poco gradevoli a maturazione. I semi sono attaccati ad una piccola sacca d'aria che gli consente di galleggiare a
lungo sulle acque dell'Oceano. La pianta di noni è molto resistente e può vivere molti anni. Secondo i polinesiani vive molto più di un uomo. Per crescere, il noni predilige le regioni costiere situate fino a 400 metri sopra al livello del mare (m.s.l.m.).
Molto spesso lo si trova nei pressi di colate laviche, nelle quali diffonde le proprie radici. In Polinesia, dove ci sono ancora molti vulcani attivi, le zone laviche sono assai frequenti. La lava raffreddata è
ricca di sostanze nutritive fondamentali per il mondo vegetale e questo è sicuramente uno dei motivi più importanti
per spiegare la fertilità dal terreno di molte isole.
Secondo il dotto Charles Garnier, uno scienziato che si dedica da anni allo studio di questa pianta, sostiene che le
piante di noni che crescono nei terreni lavici e collinosi mostrano un contenuto molto elevato di sostanze benefiche
per la salute dell'uomo.
Il succo di NONI è noto da 2000 anni per le sue proprietà terapeutiche e ora inserito nella lista G.R.A.S. (Generally
Recomd As Safe / generalmente raccomandato come alimento sicuro), in cui si trovano anche molti altri alimenti
basilari come per esempio il succo di pomodoro, il succo di pesca, ecc.
STORIA
Il nome latino del Noni è Morinda Citrifolia, appartiene al genere delle Rubiacee ma, popolarmente è noto con molti
altri nomi, in base al luogo dove cresce e viene utilizzato, per cui potremo sentir parlare del Gelso Indiano
(India), del Noni o Nonu (Hawaii), Nono (Tahiti e Raratonga), Frutto di Cespuglio Polinesiano, Albero Antidolorifico
(Isole Caraibiche), Lada (Guam), Mengkudo (Malaysia), Nhau (Asia Sudorientale), Gran Morinda (Vietnam), Frutto
Formaggio - Cheesefruit (Australia), Kura (Fiji) e Bumbo (Africa).
Tutte queste popolazioni utilizzano il Noni dalla notte dei tempi per le sue qualità terapeutiche. Per esempio,
durante la dinastia degli Han in Cina, duemila anni orsono, diversi documenti scritti riportavano i benefici del
Noni. Ma è soprattutto in Polinesia dove questa pianta veniva usata, e lo è tuttora, come il più importante rimedio
per ripristinare la salute. Per più di 2000 anni, infatti, i guaritori Polinesiani hanno fatto uso di foglie, radici,
cortecce, fiori e frutti del Noni per preparare rimedi ef@!#&?$ci contro diverse malattie che minacciavano la salute
del loro popolo.
Questa pianta è tutta bene@!#&?$: i semi venivano utilizzati per la loro azione purgativa, le foglie per combattere
le infiammazioni esterne e per alleviare il dolore, la corteccia, per le sue proprietà astringenti, veniva usata per
curare la malaria, gli estratti della radice per abbassare la pressione sanguigna, le essenze del fiore per attenuare
l'infiammazione agli occhi. Tuttavia è il frutto, con le sue numerose azioni farmaceutiche, che è sempre stato
considerato la parte più preziosa di questa pianta. BENEFICI DEL NONI
Da moltissime ricerche è emerso che il Noni contiene vitamine, minerali, enzimi, oligoelemeti e steroli, si è
scoperto inoltre, che il Noni contiene l'intero spettro di aminoacidi, che fanno di essa una perfetta fonte di
proteine. Tra gli alcaloidi contenuti nella pianta c'è la xeronina, contenuta nelle cellule sane dei microrganismi,
piante, animali ed esseri umani, che assume un ruolo fondamentale affinché tutte le cellule del corpo funzionino
correttamente, consentendo alle proteine di eseguire i loro compiti. La pianta di Noni, veniva e viene utilizzata dalle popolazioni del Sud Pacifico sia come alimento sia come
ricostituente, grazie alle sue qualità, genuinità e benefici. Incuriositi dai miracoli secolari compiuti dal Noni, i
ricercatori hanno cominciato a fare studi sul Noni sperando di svelare i segreti ed i notevolissimi benefici che ha
sul corpo umano.
Il Noni può dunque essere considerato un: antibatterico; analgesico; anticongestionante; antiossidante; antinfiammatorio; antidolorifico; equilibratore dell'umore; emolliente; emmenagogo; ipotensivo; lassativo (riequilibratore intestinale); puri@!#&?$tore del sangue; sedativo; immunostimolante; tonico.
STUDI SCIENTIFICI
Lo studio di questa pianta ha portato gli esperti a numerose conclusioni che portano a considerare questa pianta come
probabilmente la fonte energetica più ricca e completa presente in natura.
Numerosi studi hanno documentato, inoltre, i benefici del Noni sul dolore. Nel 1990, i ricercatori hanno scoperto che
la somministrazione dell'estratto di Morinda Citrifolia mostrava una signi@!#&?$tiva attività analgesica centrale nei
topi relativa al dosaggio. La pianta contiene anche due dei migliori antiossidanti, la vitamina C ed il selenio,
oltre alle altre sostanze che agiscono contro i radicali liberi irritanti ed infiammatori nel corpo. Infine, recenti
studi sulle qualità di agente anticancerosa sono state molto incoraggianti.
Risale a poco tempo fa un test condotto negli USA dove è stato fatto somministrare il succo di Noni ad un campione di
circa 8000 pazienti affetti da diverse patologie. Sondaggio tratto da: The Tropical Fruit with 101 Medicinal Uses. Dr
Neil Solomon, New York Times, best-selling author, Commentatore della CNN-TV Health, Primario dell'Istituto di Igiene
Mentale del Maryland, Assistente presso il John Hopkins Hospital. STUDIO del Dr. SOLOMON
Numerosi studi hanno documentato i benefici del Noni sul dolore. Nel 1990, i ricercatori hanno scoperto che la
somministrazione dell'estratto di Morinda Citrifolia (Noni) mostrava una signi@!#&?$tiva attività analgesica centrale
nei topi relativa al dosaggio. La pianta contiene anche due dei migliori antiossidanti, la vitamina C ed il selenio,
oltre alle altre sostanze che agiscono contro i radicali liberi irritanti ed infiammatori nel corpo. Risale a poco tempo fa un test condotto negli USA dove è stato fatto somministrare il succo di Noni ad un campione di
circa 10.000 pazienti affetti da diverse patologie. Sondaggio tratto da: The Tropical Fruit with 101 Medicinal Uses
(Il Noni - frutto tropicale con 101 applicazioni mediche). Dr Neil Solomon, autore sul New York Times, Commentatore
tv per la CNN in tema di salute, Primario dell'Istituto di Salute e Igiene Mentale nello Stato del Maryland (USA),
Assistente presso il John Hopkins Hospital, Presidente del Health and Science Research Center - Organizzazione non
governativa degli USA.
EF@!#&?$CE PER SMETTERE DI FUMARE
Finalmente anche in Italia è arrivato l'attesissimo succo di NONI della Thaitian NONI. Direttamente dalla Polinesia
Francese questo frutto prodigioso, oltre ad aumentare il nostro benessere, ha già aiutato migliaia di persone in
tutto il mondo a smettere di fumare. In che modo? La Morinda Citrifolia comunemente chiamata Noni è ritenuta una
delle più grandi scoperte degli ultimi decenni nel campo delle cure naturali... Una delle componenti presenti in
questo frutto è la xeronina.
A cosa serve la xeronina? Se per esempio si fuma una sigaretta, arriva una grande quantità di nicotina nel corpo. Questa nicotina inganna le
proteine del corpo, in quanto esse la accettano come se fosse xeronina (e quindi la accettano al posto della
xeronina) di cui in realtà lo stesso corpo avrebbe bisogno. Con il passare del tempo la richiesta del fumo aumenta,
perché molte proteine hanno letteralmente bisogno delle molecole di nicotina per svolgere le proprie funzioni nel
corpo, così come un tempo la stessa proteina aveva bisogno della xeronina. Più si fuma, più proteine vengono
trasformate da proteina-xeronina in proteina-nicotina e ovviamente, più difficile diventa smettere di fumare. Quando
si decide di smettere, ciò risulta difficoltoso e doloroso perché molte proteine - ora che manca la nicotina - non
sono più in grado di funzionare bene. Pertanto la xeronina contenuta nel succo di NONI aiuta ad inibire la richiesta di nicotina da parte del nostro corpo.
Cosa aspetti a provare anche tu il succo della TAHITIAN NONI?!? Il succo della TAHITIAN NONI, insieme alla tua forza di volontà aumenta le possibilità di smettere di fumare. Ma non
solo!!!
A COSA SERVE IL NONI? - E' un antibiotico naturale e antibatterico - Rinforza il sistema immunitario - Puri@!#&?$ il sangue e disinfetta il corpo - Regolarizza l’intestino - Fornisce molta più energia ed aumenta il senso di benessere - Combatte ed allevia i dolori di ogni tipo IL NONI RACCONTA
Salve a tutti! Mi chiamo Morinda Citrofilia, ma i miei amici mi chiamano semplicemente Noni. La mia specie è molto antica. Più di
2000 anni fa gli uomini scoprirono che madre natura mi aveva concesso la forza per aiutare a risolvere i problemi di
salute e disturbi di vari tipi.
Posso addirittura fare in modo CHE VI TORNI IL BUON UMORE e sono molto digeribile.
Fino a poco tempo fa solamente gli indigeni della Polinesia sfruttavano le mie preziose qualità, ma adesso i miei
frutti viaggiano intorno al mondo e il mio sogno sta diventando realtà
Mi ricordo ancora assai bene di quando un curioso turista americano mi trovò alle Hawaii. Gli abitanti dell'isola gli
raccontarono molte storie su di me e sulla mia forza. Egli ne rimase affascinato, ma era anche alquanto scettico,e io pensai: "Per favore, provami, in modo che possa
dimostrarti tutte le mie virtù!"
Più sentiva della mia versatilità, più cresceva il suo interesse. Era il 1995, e il turista americano mi portò con sé
negli Stati Uniti. Una volta tornato in patria contava di trovare uno scienziato esperto che mi esaminasse al
microscopio, che svelasse i miei misteri e che veri@!#&?$sse se e come potevo aiutare le persone a restare sani ed
efficienti.
Prima agli uomini non importava di sapere perché ero ef@!#&?$ce. Se stavano male, sapevano che mangiando i miei frutti potevano sentirsi meglio. Ma i tempi sono cambiati e mi devo
adeguare. Oggi non importa sapere quante persone ho aiutato. Non è più sufficiente sapere che aiuto, bisogna
comprendere bene anche il come e il perché. Comunque sia, ho alle spalle una fama secolare. "C'est la vie"!
Per fortuna ci sono scienziati come il dott. Heinicke, che si preoccupano di diffondere la mia fama e le mie virtù.
Speriamo che ci siano ancora tanti scienziati in grado di far luce su ogni mio più piccolo aspetto.
_____________________________________La Natura ci da un "SUPER-ENZIMA"
Sono millenni che nella Polinesia viene apprezzato il succo di un frutto selvatico come ottimo rimedio curativo
naturale. Esso è parte integrante della cultura polinesiana che si rivela essere ricchissima di storie che riguardano
la meravigliosa "regina delle piante", grande quanto una patata e disseminata un po’ ovunque sull‘intero gruppo di
isole.Il succo del Noni, non trattato, ha il sapore di un formaggio troppo stagionato ed il suo odore sgradevole si
diffonde nell‘aria in vaste zone delle isole. La grande vitalità della pianta ed il clima permettono fino a dodici
raccolti l‘anno e di solito, questa iperproduzione, non veniva sfruttata ed i frutti, rimanevano là. Il succo del
Noni è molto acido, il suo pH va dal 3,4 al 3,8.Nel 1983 un medico portò alcuni di questi frutti a due chimici alimentari negli U.S.A. e gli raccontò le numerose
leggende che circolavano in Polinesia a riguardo di questa fonte dell’eterna giovinezza. In seguito fu distribuito ad
un gruppo di persone campione il succo di Noni e questi, dopo pochissimi giorni dalla loro prima assunzione,
riferirono di aver già notato degli apprezzabili miglioramenti del loro stato di salute generale.Alcuni anni fa il succo di Noni è stato immesso sul mercato americano e si è rapidamente trasformato in uno dei più
grandi successi del settore alimentare. In occasione di un recente sondaggio, molto rappresentativo, la stragrande
maggioranza dei clienti abituali ha dichiarato di continuare a rimanere fedeli a questo succo anche in futuro grazie
ai miglioramenti della loro salute generale ottenuti e mai immaginati.Numerose ricerche scientifiche ad ampio raggio hanno evidenziato che si tratta, molto probabilmente, della scoperta
più importante degli ultimi decenni nel campo dell’alimentazione naturale, in quanto il Noni racchiude una
concentrazione incredibilmente alta di principi attivi utili alla produzione del più importante enzima presente nel
corpo umano, ovvero la xeronina. Si tratta di un enzima scoperto circa trent’anni fa e che secondo i dati scientifici
dovrebbe essere un elemento decisivo nei processi di sintesi delle proteine, del metabolismo in generale e della
scissione delle cellule.
Il miracolo dell’azione chimica della XERONINA
Nelle culture tropicali il frutto della pianta Noni (Morinda citrifolia) è noto da migliaia di anni, esso ha
molteplici ed incredibili proprietà, ed a tuttoggi le origini di tali effetti benefici non sono ancora del tutto
studiate. Il principio attivo più importante del Noni è un alcaloide chiamato “proxeronina”. La pianta cresce nella
natura selvaggia e contiene 800 volte più di proxeronina rispetto a quella contenuta nell’ananas, che è comunque la
seconda fonte naturale di proxeronina .Quando si assume il Noni, grazie alla fase digestiva, la proxeronina giunge nell’intestino crasso e di qui viene
trasportata al fegato, che è il contenitore di molte sostanze nutritive essenziali per il nostro corpo. Ogni due ore
il fegato immette un determinato quantitativo di proxeronina nel flusso sanguigno, così essa può giungere ai diversi
tessuti. Andiamo ora a vedere cosa succede a livello molecolare.La proxeronina ha un peso molecolare di 17.000 unità, per renderci conto della dimensione basta sapere che la
molecola dell’acqua ha un peso molecolare di 18 unità, e la sua forma assomiglia a quella di un manubrio dalle
estremità ingrossate. Perché la proxeronina possa trasformarsi in xeronina, che è la molecola attiva, ha bisogno
dell’aiuto di un preciso enzima, questo enzima è il proxeronase, il quale è presente in grande quantità nel nostro
organismo. Il processo che trasforma la proxeronina in xeronina è complesso, ma possiamo cercare di farlo capire
semplicemente spiegando in parole povere cosa accade. La proxeronina avvolge l’enzima proxeronase, quest’ultimo
unisce le due estremità della proxeronina (ricordate? Estremità ingrossate del manubrio) e quindi le separa dalla
catena, che ora è diventata inutile; le due parti ingrossate, ora unite, producono a loro volta, insieme alla
serotonina, la molecola relativamente piccola della xeronina. La xeronina prodotta dalla proxeronina ora si può unire
alle proteine presenti nell’organismo, affinché esse diventino attive. Per capire meglio quest’ultimo processo
diciamo qualcosa di più sulle proteine. Il nome proteina deriva dal greco “proteios” che significa “primario,
innanzitutto” e questo ci fa capire l’importanza delle proteine. Le proteine si compongono di lunghe catene di
aminoacidi e forse sono le sostanze attive più importanti del nostro corpo. Gli aminoacidi di cui il nostro corpo ha
bisogno per costruire le varie proteine sono venti e si uniscono grazie a specifiche sequenze date dal DNA di ogni
singolo individuo ed è proprio la diversa successione degli aminoacidi nella proteina che ne determina la struttura.
La catena si avvolge su se stessa e si raggruppa per formare, o un enorme grumo di aminoacidi, o una proteina.Le proteine hanno diverse funzioni nel corpo e tutte molto importanti, in primis nutrono la struttura dei nostri
capelli, della pelle e delle ossa, in secondo luogo sono sempre loro a rendere possibile il trasporto delle sostanze
chimiche all’interno della cellula e al suo esterno. Le proteine giungono attraverso la membrana cellulare fin dentro
la cellula e da qui attraggono importanti sostanze nutritive, permettendo così a queste ultime di entrare all’interno
della cellula stessa, in terzo luogo le proteine agiscono al pari degli ormoni e, in questa funzione, sono in grado
di coordinare tutti i processi del corpo sul piano molecolare, in quarto luogo fungono come anticorpi ed aiutano il
sistema immunitario. Gli anticorpi si attaccano agli elementi estranei che aggrediscono il nostro organismo, come
batteri e virus, in modo da indebolirli e combatterli. In quinto ed ultimo luogo, ma non per questo meno importante
degli altri, agiscono come enzimi facilitando l’attività chimica nel corpo, perché il nostro corpo trasforma
continuamente le composizioni chimiche, componendole e componendole e sono proprio le proteine che rendono possibile
questo processo. Ora che abbiamo visto l’importanza delle proteine e le funzioni che svolgono, dobbiamo sapere che
senza la xeronina molte di queste proteine non possono svolgere il proprio compito in quanto ci sono proteine che
hanno specifiche caratteristiche grazie alle quali possono unirsi alla xeronina. Non tutte le proteine hanno bisogno
della xeronina per diventare attive, ma molte di esse, fondamentali per la vita e che funzionano come ormoni,
anticorpi o enzimi, necessitano della xeronina. Quando la xeronina si è unita alla proteina, essa rende possibile lo
svolgimento del compito trasformando l’energia sottratta all’acqua in energia utile, o a livello chimico, o a livello
elettrico. Questo processo è un processo meraviglioso ed affascinante, ma anche misterioso, cerchiamo di descriverlo
il più semplicemente possibile per renderlo il più possibile chiaro e comprensibile. L’acqua contiene un’enorme
quantità d’energia, la sua molecola è costituita da un atomo di ossigeno (O) in stretta relazione con due atomi di
idrogeno (H2), formando così la formula chimica H2O. Quando numerose molecole di acqua si trovano assieme, come in
un recipiente, l’ossigeno di alcune (O) viene attratto dalle molecole di idrogeno di altre (H), dando origine ad un
fenomeno noto come composto d’idrogeno; questo composto di idrogeno (composto H) non ha la stessa forza della
composizione originaria all’interno della molecola stessa, ma, sommando tutti i composti di idrogeno all’interno di
un recipiente pieno d’acqua, essa può produrre qualcosa di più forte dell’acciaio, in realtà, non tutti gli atomi di
idrogeno e di ossigeno stanno insieme in questo tipo di composto H. In sperimentazione si è dimostrato che il 15-20%
di tutti i composti H possono scomporsi in qualsiasi momento. L’acqua è sempre stata un segreto per gli scienziati,
perché i fatti non sono calcolabili. Analizzando l’acqua, si può constatare che, sebbene si sia scomposto il 20% dei
composti H e dovrebbe avere di fatto una struttura “più dura dell’acciaio”, guardandola e osservandola semplicemente
è evidente che la sua struttura non è affatto “dura come l’acciaio”, ma molto debole. Vediamo ora come ciò è
possibile: se i composti H si decompongono secondo il principio del caso (cioè senza una precisa teoria o procedura)
in tutto il liquido presente, allora la struttura rimane forte, se invece si decompongono lungo una linea, allora
l’acqua si comporta come un liquido. Ecco allora che se allora questi composti H si rompono continuamente lungo una
linea, ma attraverso tutto il liquido, essa presenterà le caratteristiche tipiche dell’acqua e così la forza dei
composti e le caratteristiche visibili, ovvero il suo stato liquido, diventano compatibili. Ora diventa comprensibile
dove la xeronina prende il potere di attivare la proteina. A causa di queste separazioni continue dei composti H,
l’acqua forma forti “blocchi” che scivolano via, l’uno accanto all’altro, trascinando e portando con sé tutto quello
che trovano lungo il percorso. Sul piano teorico se fossimo in grado di dirigere questa scomposizione, caratteristica
dei composti H, potremmo determinare i punti in cui questi blocchi d’acqua si rompono. Noi non siamo in grado di fare
ciò, invece è esattamente quello che riesce a fare la xeronina che, grazie alla sua singolare struttura chimica, può
emettere un segnale che dirige le soluzioni H all’interno dell’acqua, determinando così, i punti in cui i composti si
rompono. La xeronina può anche dirigere velocemente i movimenti di questi enormi blocchi d’acqua così, mentre i
blocchi d’acqua scorrono, l’uno davanti od accanto all’altro, nel mezzo, in modo specifico e straordinario, essi
trascinano e portano con sé la proteina. Questo è un processo che assegna alla proteina una grande forza d’azione che
essa poi usa per svolgere il proprio lavoro utile.Questo processo avviene in tutte le forme di vita, infatti, sia le piante, sia gli animali producono la xeronina per
mezzo della proxeronina ed utilizzano quindi la xeronina per la mobilità delle loro proteine, esattamente come lo
facciamo noi esseri umani, questo ci fa capire che tutti i tessuti sani sia di piante, sia di animali, contengono
questo precursore della xeronina, che è la proxeronina. L’essere umano riceve la proxeronina dagli alimenti che
assume, ma a volte questo non è sufficiente ed allora occorre integrare questa assunzione ed un buon modo è quello di
assumere il Noni che è ricchissimo in proxeronina. Ad esempio con la cultura intensiva si è svuotato il terreno delle
sue sostanze nutritive e così i raccolti sono malati e deboli con la conseguenza che questi raccolti hanno un deficit
di molte sostanze nutritive d’importanza vitale per l’essere umano, come per l’appunto la proxeronina. Al giorno
d’oggi, l’uomo medio non riceve più un’alimentazione equilibrata che apporta la proxeronina nella giusta quantità per
svolgere bene le funzioni vitali, ecco perché nasce la necessità di integrare la proxeronina. Ci sono altri fattori
che determinano un’integrazione di proxeronina, come la malattia, l’età avanzata ed una vita molto attiva; in queste
situazioni le proteine per svolgere il loro duro lavoro e rispondere alle richieste hanno bisogno di più xeronina e,
per produrre più xeronina c’è bisogno di più proxeronina nella dieta quotidiana. In carenza di xeronina e quindi di
proxeronina le proteine non possono rispondere alle richieste del corpo e, in questo caso, si avranno malattie,
spossatezza, esaurimento etc... Si pensa che sia possibile che molte delle nostre malattie moderne siano in realtà
una conseguenza di una mancanza di xeronina nel corpo. Chi ha una bassa percentuale di xeronina nel corpo, sente
prontamente gli effetti negativi dell’incapacità d’azione delle proteine, ma quando poi viene innalzata questa
percentuale e, grazie all’assunzione di Noni, il livello di xeronina viene portato ad un buon livello, la persona
percepisce ciò che viene generalmente definito come “miracolo”. Questo è il motivo per cui il succo di Noni è un
prodotto unico per la salute. Invece di dare al corpo sostanze chimiche per funzionare meglio, come lo fanno molte
droghe e numerosi farmaci, il succo di Noni fornisce la pre sostanza di questa sostanza chimica attiva e fa sì che il
corpo stesso riprenda in mano il timone per governare le sue funzioni. Non vi è il rischio di assumere troppa
proxeronina assumendo il Noni, in quanto il corpo regola la sua assimilazione usandone la quantità utile per
mantenere un buon livello ed il resto viene eliminato.Come già detto, la xeronina è utilizzata sia nel regno animale che nel regno vegetale, ma la differenza tra questi
due regni sta nel modo in cui la eliminano quando non serve più. Quando la xeronina ha svolto il proprio compito
diventa importante per l’organismo umano eliminare quella non utilizzata affinché non continui ad esercitare la
propria azione laddove non serve più. Si potrebbero creare non pochi problemi se avessimo troppa xeronina che stimoli
le proteine a lavorare più del dovuto, ma la soluzione è data ancora una volta dalla natura stessa. La xeronina è un
composto chimico molto instabile e, lasciata al proprio destino, essa decade e diventa inutilizzabile. Il maggior
numero delle forme di vita lascia decadere la xeronina e poi viene eliminata, ma non fanno così le piante, infatti,
nel regno vegetale le cose cambiano. Molte piante trattengono la xeronina per conservarla, in quanto contiene azoto,
sostanza molto utile per la vita delle piante stesse. Per conservarla ed al contempo disattivarla, la pianta aggiunge
fili e grumi di “rifiuti molecolari” alla xeronina cos’ essa non decade e non si può nemmeno aggregare a qualche
proteina. Quando la xeronina è stata arricchita di questi “rifiuti molecolari” ne nasce la ben nota combinazione
detta “alcaloide”, oggi se ne conoscono più di 10.000 ed alcuni di questi contengono nicotina, cocaina, eroina, o
morfina. Oggi si è portati a pensare che questi alcaloidi non siano altro che forme alterate della xeronina e che la
loro funzione nelle piante sia quella di stabilizzare la stessa xeronina per conservarla al fine dell’assimilazione
dell’azoto. Gli alcaloidi sono simili nella loro struttura alla xeronina e sono inattivi nella pianta, ma all’interno
del nostro organismo vengono scambiati dalle proteine come xeronina e quindi si fanno attivare.Quando si fuma una sigaretta arriva una grande quantità di nicotina nel corpo, nella pianta la nicotina non è attiva,
ma nel momento che entra nel nostro organismo, essendo molto simile alla xeronina, viene presa per tale dalle
proteine che quindi vengono ingannate, di conseguenza la nicotina occupa il posto della xeronina all’interno della
proteina e la attiva, esattamente come avrebbe fatto la xeronina, ma in modo meno efficace a causa dei “rifiuti
molecolari” che si porta dietro. Il continuare a fumare fa sì che si continui ad introdurre nell’organismo nicotina e
di conseguenza il corpo si adeguerà ad essa e cambierà leggermente la forma delle sue proteine affinché si associno
meglio con la nicotina che con la xeronina e questo creerà dipendenza. Col tempo la richiesta di fumo e quindi di
nicotina aumenta, perché molte proteine hanno letteralmente bisogno delle molecole di nicotina per svolgere le
proprie funzioni all’interno del nostro corpo, così come prima la stessa proteina aveva bisogno della xeronina. Più
si fuma, più proteine vengono trasformate da proteina-xeronina in proteina-nicotina, e, ovviamente, sarà sempre più
difficile smettere di fumare. Quando si deciderà di smettere di fumare, questo sarà difficoltoso e doloroso, perché,
mancando la nicotina, molte proteine non saranno più in grado di funzionare bene. Questo è il motivo perché si
avranno i sintomi da astinenza. Lo stesso processo vale per tutti gli alcaloidi estranei al nostro corpo che noi
assumiamo, compresi la caffeina, la cocaina, l’eroina, la morfina, ecc., perché quando assumiamo questi alcaloidi,
che sono sostanze estranee al nostro corpo, le nostre proteine si adeguano a loro e la nostra richiesta naturale di
xeronina si trasforma in un fabbisogno innaturale di questi alcaloidi. Se noi inondiamo il nostro corpo con questi
alcaloidi a noi estranei (come per esempio le droghe), essi stimolano le nostre proteine a un’iperattività e
provocano quindi una sensazione di euforia. Le diverse droghe hanno effetti diversi sul nostro organismo proprio a
causa della non eguale quantità di “rifiuti molecolari” che si sono aggiunti alla loro struttura originaria, quindi,
per esempio, la cocaina susciterà un altro effetto nel nostro corpo rispetto alla morfina e questo grazie alla
leggera differenza nella loro struttura, differenza che limita o amplia determinati aspetti della funzione naturale
della xeronina. La chiave è sempre la stessa: tutte imitano la funzione naturale della xeronina. Diventare dipendenti
è molto facile, ma è poi molto difficile smettere di assumere questi alcaloidi e questo è normale, perché una volta
assunto un alcaloide in grande quantità, questo inonda letteralmente il nostro corpo e la grande affluenza di
alcaloidi estranei all’organismo travolge la quantità minore di xeronina naturale presente in noi e deforma molto
velocemente molte proteine. In farmacologia vengono usati molti alcaloidi, ma alla base di ogni effetto farmacologico
di questi alcaloidi c’è sempre la funzione naturale della xeronina.Il fegato è il principale organo che contiene proxeronina, il secondo è la pelle. La proxeronina viene trasformata in
tutto il corpo nella xeronina, pelle inclusa. Per mantenere sana e liscia la sua superficie, la pelle ha bisogno di
molta proxeronina. Una mancanza può suscitare una condizione malsana e creare numerosi altri problemi. Inoltre la
proxeronina serve per mantenere sani i capelli.Abbiamo visto che gli alcaloidi non sono altro che imitazioni della xeronina prodotti dalle piante ai fini di
conservazione per ottenere azoto, per questo motivo la xeronina sa fare tutto quello che possono fare questi
alcaloidi, se non meglio e in modo naturale. Le endorfine sono gli ormoni responsabili delle buone sensazioni nel
corpo, esse si uniscono a certe proteine proprio come fa la xeronina e, quando la xeronina e l’endorfina sono legate
alla stessa proteina, la xeronina conduce l’energia dell’acqua dentro l’endorfina e quest’ultima produce quella
sensazione di “benessere”. La scienza indaga tuttora sul modo in cui l’endorfina produce queste sensazioni, ma quello
che è certo è che senza la xeronina l’endorfina di fatto è inutile.L’azione stimolante della xeronina si rispecchia nell’azione della sua cugina, la caffeina, l’alcaloide che la imita.
Quando bevete una tazza di caffè la mattina, la caffeina inonda il vostro corpo; le molecole della caffeina si
aggregano subito alle proteine presenti nel corpo e prendono il posto della xeronina e poi le attivano e siccome sono
tante queste molecole di caffeina che vengono assunte bevendo una tazza di caffè, le proteine possono lavorare molto
di più. L’effetto provocato da una quantità significativa di xeronina pura è pari all’effetto della caffeina.
L’effetto stimolante della xeronina può sviluppare un potenziale sorprendente. Può migliorare la capacità di un
atleta, come può aumentare la capacità di concentrarsi e di pensare in piena lucidità.
Il dottor Heinicke è la referenza in materia di Noni; laureato in biochimica all'Università del Minnesota ha fatto
anche degli studi d'ingegneria presso l'Università del Kentucky (Lexington); è vissuto nelle Hawaii dal 1950 al
1986, dove lavorava presso l'Università di Hawaii e faceva delle ricerche sull’Ananas sativa per conto della Società
Dole.Il dottor Heinicke è stato il primo a ricercare i principi attivi contenuti nel Noni (Morinda citrifolia) che fa
parte della famiglia delle rubiacee. Egli voleva sapere quali erano i principi attivi contenuti nel frutto di Noni
che i polinesiani consumano già da secoli.Nel 1957 scoprì nelle cellule umane un alcaloide che chiamò xeronina, poco dopo riscontrò che una quantità troppo
debole di xeronina nelle cellule poteva dare origine a problemi di salute importanti. Il Noni ne contiene poca, ma
contiene molta proxeronina precursore della xeronina. La trasformazione di proxeronina in xeronina incomincia subito
dopo l’assunzione di Noni.Il Noni contiene anche la forma inattiva dell'enzima necessaria a questa trasformazione. Per fare sì che gli effetti
del Noni siano completi questo proenzima deve essere attivato; ecco perché è meglio assumere il Noni a stomaco vuoto.
In queste condizioni questo proenzima è capace di resistere ai succhi gastrici della digestione e passare così
nell'intestino dove diventa attivo e può essere utilizzato dall'organismo. Molti organi del corpo umano contengono
delle proteine capaci di utilizzare la xeronina; essa può alleviare i sintomi di gran parte delle malattie (in questo
caso la malattia è dovuta ad una carenza di xeronina). Lavori di A. Hirazumi dimostrano che il Noni allunga la
speranza di vita nei topi da laboratorio colpiti da cancro dei polmoni. Sembra che il Noni agisca indirettamente sul
sistema immunitario. Il Noni è anche molto efficace nel trattamento delle ustioni, in quanto la xeronina attiva un
enzima specifico che accelera il rinnovamento dei tessuti bruciati. Il noni ha anche un effetto sulla salute
psichica, perché la xeronina trasforma certe proteine del cervello in ricettori attivi dell'endorfina o "ormone del
benessere.'' La xeronina rende possibile il passaggio di molecole più larghe attraverso le membrane cellulari. Ne
consegue perciò un miglioramento della digestione. Altri problemi di salute possono essere migliorati grazie al Noni:
ipertensione, dolori mestruali, artrite, ulcera dello stomaco, distorsioni, depressione, nervosismo, senescenza
precoce, disturbi digestivi, obesità, mancanza di libido e/o piacere, ipertensione arteriosa, diabete di tipo 1 e 2,
astenia psichica e/o fisica, sindrome da stanchezza cronica, disturbi del sonno, tabagismo, dipendenza da droghe,
etc.".La xeronina è un elemento fondamentale per le funzioni del corpo umano. Una debole presenza di xeronina
nell'organismo è funesta per la nostra salute, ma in quantità sufficiente essa permette di restare in piena forma. Il dottor Scott Gerson ha effettuato uno studio in doppio ceco (i pazienti non erano al corrente di ciò che veniva
loro somministrato) per valutare l'influenza del Noni sull'ipertensione.Durante 14 settimane il dottor Gerson ha condotto le sue ricerche su 9 pazienti (6 uomini e 3 donne) affetti da
ipertensione i quali sono stati selezionati casualmente e non sapevano di consumare del Noni. I pazienti hanno
conservato lo stesso regime alimentare e la stessa attività fisica che avevano prima di cominciare il trattamento. 8
dei 9 pazienti hanno manifestato una diminuzione significativa della loro pressione arteriosa, la loro tensione
sistolica (pressione massima) è diminuita in media del 7,5 % e la tensione diastolica (pressione minima) è diminuita
i media del 4 %. Il dottor Gerson è stato il primo a dimostrare questo attraverso questo piccolo studio clinico, in
seguito queste cifre si sono verificate presso la maggior parte dei consumatori di Noni. Nessun medico ha potuto
constatare che la pressione arteriosa poteva scendere sotto la norma e tutti hanno segnalato che gli effetti
secondari erano insignificanti e praticamente inesistenti.La maggior parte dei pazienti hanno constatato un ritorno all'ipertensione dopo l'interruzione del trattamento, poi
un abbassamento della loro tensione fino alla normale dopo avere ripreso il Noni. Gli effetti della xeronina
sull'ipertensione sono innegabili. Altri studi in più grande scala sono stati da allora realizzati ed hanno
confermato il lavoro del dottore Gerson.È riconosciuto che una delle principali azioni del Noni è la capacità di alleviare gran parte dei dolori. Eminenti
medici Occidentali, del Sud Est Asiatico, Hawaiani o ricercatori contemporanei come Ralph Heinicke o clinici
naturopati come il dottor Steve Schechter ribadiscono che il Noni permette al corpo di guarire da solo e di
sopprimere il dolore. La xeronina riduce ed in alcuni casi fa scomparire una gran parte dei dolori.Il Dr. Halton Delbert D.C., laureato in Kiropratica al College di Kiropratica di Palmer e laureato in biologia
riferisce che da quaranta anni circa, soffriva di un dolore insistente nel basso della schiena che gli impediva di
fare qualsiasi attività casalinga normale e che, dopo 6 settimane di assunzione di Noni il dolore è rapidamente
scomparso, dopo l’esperienza vissuta in prima persona ha iniziato a raccomandare ai suoi pazienti ottenendo grandi
successi. Un’altra prova delle meraviglie del Noni, continua a riferire il Dr. Halton Delbert, è la seguente: una
paziente affetta da AIDS dopo aver assunto noni per un certo periodo il Noni ha visto la sua quantità unitarie di
cellule T passare da 169 a 400 ed i suoi sintomi si sono stabilizzati. Il Dr. Halton Delbert riferisce di aver
vissuto altre meravigliose esperienze come quella di un paziente colpito da cancro del polmone che le sue metastasi
hanno iniziato a riassorbirsi da quando ha iniziato ad assumere Noni. Qualche anno fa, uno dei suoi pazienti ha
subito importanti traumi a causa di un incidente stradale; si è fratturato diverse costole, una spalla ed un
ginocchio e da allora aveva molti problemi di artrite ed in modo particolare al ginocchio. Quando ha iniziato ad
assumere Noni il dolore al ginocchio è sparito in pochi giorni e progressivamente anche il dolore alla spalla ed alle
costole; oggi quest'uomo vive felice senza alcun dolore. Un altro dei suoi pazienti si era fratturato una caviglia e
gli era rimasto un dolore insistente e la caviglia era rimasta gonfia per più di un anno e mezzo; dopo solo 10 giorni
di assunzione di Noni, dolori e gonfiori erano spariti completamente. Gli effetti della xeronina contenuta nel Noni
sono spettacolari e questo su parecchie malattie, le più varie
Il Noni è uno dei poli di ricerca più importanti dell'inizio del terzo millennio. Nei prossimi 15 anni, applicazioni
farmaceutiche sempre più specifiche ne dovranno derivare. Il Noni è una delle grandi speranze della ricerca del
ventunesimo secolo.
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Xeronina: Il Segreto del NONU
di Prof. Ralph Heinicke
Un professionista informato in materia di Nonu è il Dr. Heinicke, un biochimico che ha studiato i composti attivi
del frutto di Nonu per numerosi anni. Egli aveva scoperto che il frutto di Nonu Hawaiano contiene un alcaloide
precursore ad un composto vitale denominato xeronina. Senza la xeronina la vita cesserebbe.
Nelle vedute del Dr. Heinicke il frutto di Nonu fornisce un modo sicuro ed efficace per aumentare i livelli di
xeronina nel corpo, incidendo profondamente sulla salute e protezione delle cellule. La sua ricerca suggerisce che il
succo di frutta della M. Citrifolia contiene la proxeronina, un precursore del composto cruciale chiamato xeronina.
La proxeronina avvia il rilascio della xeronina nel tratto intestinale dopo essere venuto in contatto con un enzima
specifico contenuto anch'esso nel frutto. Questa particolare combinazione chimica, si crede, possa influenzare in
modo sostanziale la funzione cellulare in modo positivo.
Regolatore Proteico
Gli studi del Dr. Heinicke sono basati sulla premessa che una delle funzioni principale della xeronina è di regolare
la forma e l'integrità di proteine specifiche. Poiché le proteine e gli enzimi svolgono svariati ruoli nel processo
delle cellule, la normalizzazione di queste proteine con l'integrazione del Nonu potrebbe innescare una varietà molto
ampia di risposte e curare svariati condizioni di malattie. Le proteine sono i più importanti catalizzatori trovati
nel corpo. La bellezza di ottenere un precursore per la xeronina dal frutto di Nonu è che il corpo decide in modo
naturale quanto di questo precursore si debba trasformare in xeronina. Le malattie, lo stress, la collera, il trauma
e le ferite possono diminuire i livelli di xeronina nel corpo, quindi creando una deficienza di xeronina.
L'integrazione del succo di Nonu nel corpo è considerato un modo eccellente per aumentare i livelli di xeronina in
modo sicuro e naturale. Sono le indagini e le teorie del Dr. Heinicke che hanno reso il succo del frutto di Nonu
Hawaiano una vitale sostanza medicinale. Egli scrive:
La Xeronina è un alcaloide, una sostanza che il corpo produce per attivare gli enzimi per far si che funzionino in
modo adeguato. Questo stimola e regola il corpo anche. Questo particolare alcaloide non era stato scoperto prima
perché è il corpo umano che lo produce, lo utilizza immediatamente e poi lo fiacca. In nessun momento è presente una
quantità rilevante e isolabile nel sangue. Ma la xeronina è così importante per il funzionamento delle proteine che
moriremmo senza di essa. Questa assenza puo causare una molteplicità di malattie.
Poiché tantissime malattie si sviluppano a causa del malfunzionamento enzimatico, il Dr. Heinicke crede che
l'utilizzo del frutto di Nonu possa risultare in un'impressionante esposizione di applicazioni curative. Egli crede
che noi produciamo la proxeronina durante il sonno. Il Dr. Heinicke propone che se noi forniamo costantemente il
nostro corpo con la proxeronina da altre fonti, il bisogno di dormire diminuirebbe.
IL TRATTAMENTO DEL NONU
La lavorazione ed il trattamento della pianta sono importanti, specie per quando riguarda quanti e quali benefici puo
offrire. Questo è senz'altro vero in materia di Nonu grazie a questi straordinari enzimi ed alcaloidi. La Morinda
Citrifolia dovrebbe essere raccolta quando il frutto cambia dal colore verde scuro non maturato al colore verde
chiaro, e senza dubbio prima che diventi bianco e semitrasparente, raggiungendo la piena maturazione. Una volta
raccolto, il Nonu, come l'aloe, denaturerà molto velocemente grazie agli enzimi molto attivi. Dopo la raccolta
dovrebbe essere rapidamente cosparso di ghiaccio. Questo procedimento è molto simile a quello della pesca in modo che
il pesce rimanga sempre fresco e inodore, inoltre, il frutto non perderà la sua efficacia e non danneggerà i vari
componenti.
La migliore integrazione del nonu è quello in forma polverizzata e liofilizzata. Il procedimento di liofilizzazione
rimuove soltanto l'acqua senza distruggere gli enzimi vitali della pianta e gli altri elementi fitonutrienti come la
xeronina e la proxeronina. La genuina polvere del succo di frutta di Nonu ad alta qualità è un estratto 4/1, cioè si
useranno quattro chilogrammi di frutto di Nonu per ottenere un chilogrammo di polvere liofilizzato. Questa polvere
verrà in seguito incapsulata (è solamente succo di frutta senz'acqua!). Questo processo è molto importante perché i
tipici succhi di frutta di Nonu contengono 88% di acqua; bisognerebbe letteralmente bere decine di litri di succo per
ricavare gli stessi benefici come quello sotto forma liofilizzata. La maggior parte dei succhi di Nonu disponibili
sul mercato sono trattati commercialmente e contengono acqua, succhi di frutta e conservanti aggiunti.
Tradizionalmente il succo di Nonu ha un sapore molto forte ed un odore ripugnante, simile a quello del frutto stesso.
Altri metodi di trattamento sono il procedimento termico, la disidratazione e l'essiccamento ad aria. Il trattamento
termico è generalmente trovato nei liquidi, mentre la versione disidratata è quello macinato ed incapsulato.
Sfortunatamente entrambi i metodi utilizzano calore elevato (45° C+) che potrebbe neutralizzare molti dei componenti
vitali che rendono il Nonu così importante. L'essiccamento ad aria calda è efficace senza l'utilizzo di calore lesivo
ma presenta problemi di controllo di qualità dovuti alla produzione commerciale.
LE APPLICAZIONI MODERNE DEL NONUVedute Complessive
Il Nonu possiede un'ampia varietà di proprietà medicinali che scaturiscono dalle diverse componenti della pianta.
Questo frutto e le foglie dell'arbusto esercitano attività antibatteriche. Le radici promuovono l'espulsione della
mucosa ed il restringimento di membrane gonfie, rendendolo così un ideale prodotto terapeutico per la congestione
nasale, infezioni polmonari ed emorroidi. I componenti della radice del Nonu hanno anche mostrato naturali proprietà
sedative come anche la capacità di abbassare la pressione arteriosa. Gli estratti delle foglie riescono a rallentare
l'eccessivo flusso del sangue o inibire la formazione di grumi di sangue. Il Nonu è particolarmente utile per la
propria abilità di curare dolorosissime condizioni alle articolazioni e di alleviare le infiammazioni cutanee.
Tantissime persone somministrano gli estratti del frutto di Nonu per l'ipertensione, mestruazioni dolorose, artrite,
ulcere gastriche, diabete e depressione. Recenti studi suggeriscono che l'attività anticancerosa potrebbe essere
presa in considerazione.
Per quanto riguarda il potenziale terapeutico del frutto di Nonu, il Dr. Heinicke scrive:
Ho verificato che i componenti trovati nel Nonu fa miracoli. Quando stavo ancora studiando le varie possibilità,
avevo un amico ricercatore medico che aveva somministrato la proxeronina ad una donna in stato di coma da tre mesi.
Due ore dopo aver ricevuto il composto, la donna si era tirata su ed aveva chiesto dove si trovava… Il Nonu è
probabilmente la fonte migliore di proxeronina che possediamo oggi.
Gli studi ed i sondaggi si combinano insieme per sostenere la capacità del Nonu di agire come immunostimolante,
inibire la crescita di certi tumori, accrescere e normalizzare la funzione cellulare e incrementare la rigenerazione
dei tessuti. Il Nonu è considerato un potente purificatore del sangue e contribuisce all'omeostasi complessivo.
Succo di Nonu: Miracolo Molecolare?
Il Dr. Heinicke crede inoltre che i componenti specifici al succo di frutta di Nonu agiscano per realmente riparare
le cellule danneggiate a livello molecolare. Il contenuto di proxeronina di Nonu aumenta la produzione di xeronina
nel corpo che sembra essere capace a regolarizzare la forma e l'integrità di alcune proteine che contribuiscono
individualmente alle specifiche attività cellulari.
Alcuni ricercatori credono che la xeronina è meglio ricavata da un composto precursore trovato nel succo di frutta di
Nonu.
Cancro


Uno studio condotto nel 1994 fatto come riferimento l'attività anticancerosa della Morinda Citrifolia contro il
cancro ai polmoni. Un'équipe di scienziati della "University of Hawaii" utilizzo topi da laboratorio vivi per poter
esaminare le proprietà medicinali del frutto contro i carcinoma polmonari di Lewis che erano stati trasferiti
artificialmente al tessuto polmonare. I topi non trattati morirono dopo 9 - 12 giorni. Comunque, la somministrazione
del succo di Nonu con dosaggi giornalieri consistenti aveva prolungato in modo significativo la durata della loro
vita. Quasi la metà di questi topi vissero per più di cinquanta giorni. Le conclusioni della ricerca affermavano che
i componenti chimici del succo agivano indirettamente spingendo la capacità del sistema immunitaria a dover
affrontare la malignità invasore incoraggiando l'attività linfocita e macrofagica. Ulteriori valutazioni teorizzavano
che questi rari componenti chimici della Morinda Citrifolia promuoveva l'aumento dell'attività della cellula T, una
reazione che potrebbe spiegare la capacità del Nonu a curare una grande varietà di malattie infettive.
In Giappone, studi similari sugli estratti del Nonu hanno accertato che il damnacantale, una composto trovato nella
Morinda Citrifolia, è in grado di inibire la funzione delle cellule K-RAS-NRK, considerati precursori di certi tipi
di malignità. L'esperimento comportava ad aggiungere l'estratto della pianta del Nonu alle cellule RAS ed incubandoli
per un numero limitato di giorni. Quest'osservazione ha svelato che il Nonu era capace di inibire in modo tangibile
la funzione delle cellule RAS. Tra 500 estratti di piante, la Morinda Citrifolia era quella che conteneva i composti
più efficace per combatter le cellule RAS. Il contenuto di damnacantale veniva clinicamente descritto nel 1993 come
"un nuovo inibitore della funzione RAS".
Il fattore xeronina indica inoltre che la xeronina aiuta a normalizzare il modo in cui si comportano le cellule
maligne. Mentre sono ancora tecnicamente cellule cancerogene essi non si comportano più come cellule con crescita
incontrollabile. Nel tempo il sistema immunitario del corpo potrebbe essere in grado di sradicare queste cellule.
Artrite
Secondo le teorie del Dr. Heinicke, il collegamento xeronina trovato nel frutto di Nonu Hawaiano ha l'attitudine di
"aiutare a curare varie manifestazioni di malattie come il cancro, la senilità, l'artrite e la pressione sanguigna
alta e bassa". Esami aneddotici hanno verificato che il Nonu allevia ripetutamente il dolore delle articolazioni
collegate alla malattia artritica. Un legame al dolore artritico puo essere l'incapacità di digerire correttamente o
completamente le proteine che potrebbero allora formare depositi cristallini nelle giunture. La capacità del frutto
di Nonu Hawaiano di aumentare la digestione proteica attraverso l'intensa funzione enzimatica puo agevolare ad
eliminare questo fenomeno particolare.
Inoltre, i componenti alcaloidi e metaboliti delle piante del Nonu potrebbero essere collegate all'apparente azione
antinfiammatoria. Gli steroli delle piante possono assistere durante l'inibizione del responso inibitorio che causa
il gonfiore ed il dolore. L'effetto antiossidante del Nonu puo agevolare a diminuire il danno dei radicali liberi
nelle cellule delle giunture che possono esacerbare sconforto e degenerazione.
Il Sistema Immunitario
L'alcaloide e gli altri composti chimici trovati nel Nonu hanno dimostrato di controllare efficacemente oppure di
sopprimere più di sei tipi di ceppi batterici infettivi come l'Eschirichia coli, salmonella typhi (ed altri tipi),
shigella paradysenteriae, e staphylococcus aureus. Inoltre, il damnacantale riusciva ad inibire la prima fase
antigene del virus Epstein-Barr.
I componenti bioattivi dell'intera pianta, combinati insieme o in porzioni separate, hanno dimostrato la capacità di
inibire diversi ceppi di batteri. Relazioni aneddotiche sostengono quest'azione, cioè che il Nonu sembra
particolarmente efficace ad accorciare la durata di certi tipi di infezioni. Questo potrebbe spiegare il motivo
perché il Nonu viene comunemente utilizzato per curare i raffreddori e l'influenza.
I componenti chimici trovati nel Nonu testimoniano la possibilità che essi stimolino la produzione di xeronina - così
come avviare la terapia alcaloide - potrebbero spiegare la reputazione del Nonu che contiene proprietà
immuno-stimolatorie. Gli alcaloidi sono stati atti a stimolare la fagocitosi che è il processo in cui certi leucociti
chiamati macrofagi attaccano e letteralmente digeriscono gli organismi infettivi. L'azione antitumorale del Nonu è
stata attribuita ad una risposta del sistema immunitario che è coinvolto alla stimolazione delle cellule T.
Stimolante Nutritivo
La maggior parte degli studi suggeriscono che, poiché i componenti della Morinda Citrifolia permettono al sistema
immunitario di funzionare in modo più efficace, la somministrazione del Nonu in forme concentrate potrebbe potenziare
la salute e le altre prestazioni in generale. Questi componenti sembrano avere la capacità di incrementare
l'assorbimento, l'assimilazione e l'utilizzazione delle vitamine e dei minerali. La presenza della proxeronina nel
Nonu promuove l'aumento della xeronina nel tratto intestinale che permette alle pareti degli intestini di assorbire
in modo più efficiente le varie sostanze nutrienti, specialmente gli aminoacidi. Le vitamine agiscono in modo
sinergico con la xeronina in modo da poter alimentare tutti i sistemi che fanno parte del corpo.
Inoltre, gli estratti delle foglie della pianta contengono una quantità rilevante di proteine e la frutta racchiude
un contenuto sostanziale di acido ascorbico. Per anni il frutto della Morinda Citrifolia è stato considerato
l'alimento base nella Polinesia. A quanto pare, anche i soldati impiegati nelle regioni tropicali durante la Seconda
Guerra Mondiale diventarono consapevoli della capacità del frutto di stimolare la forza di resistenza e la tenacia.
Civiltà indigene delle Samoa, Tahiti, Raratonga e Australia utilizzavano il frutto nelle forme cotte e crude. La
Morinda Citrifolia è considerata un tonico ed è specialmente consigliabile per le condizioni più debilitanti.
Antiossidante
Il processo d'invecchiamento bombarda il corpo con radicali liberi che possono causare una miriade di malattie
degenerative. La teoria della xeronina promossa da parte del Dr.Heinicke sostiene che mentre invecchia il nostro
corpo, perdiamo la capacità di sintetizzare la xeronina. A peggiorare la situazione bisogna accettare la presenza di
moltissime tossine ambientali che realmente bloccano la produzione di xeronina. Heinicke crede che il contenuto di
proxeronina nel succo di frutta di Nonu Hawaiano puo aiutare ad arrestare queste azioni, agendo come una sostanza
antinvecchiamento.
Le sostanze fitonutrienti trovate nel Nonu agevolano la promozione dell'alimentazione e protezione delle cellule dai
radicali liberi creati dall'esposizione all'inquinamento ed altri agenti potenzialmente pericolosi e letali. La
Morinda Citrifolia, inoltre, contiene selenio, uno dei migliori componenti antiossidante disponibile oggi.
Diabete
Mentre le ricerche scientifiche scarseggiavano per quanto riguarda il Nonu in questa particolare applicazione, gli
Hawaiani adoperavano varie parti della pianta ed il frutto per curare i disturbi dovuti alla glicemia. Recenti
ricerche aneddotiche hanno approvato che il Nonu è attualmente raccomandabile per chiunque soffre di diabete.
Antidolorifico
Uno studio del 1990 ha rivelato che gli estratti derivati dalla radice della Morinda Citrifolia mostrano la capacità
di sopprimere il dolore negli esperimenti eseguiti sugli animali. Era durante questa ricerca che l'azione sedativa
naturale della radice veniva evidenziata. Questo studio comprendeva un'équipe di scienziati francesi che si accorsero
di una considerevole attività analgesica centrale nei topi da laboratorio. Il Dr. Heinicke asserì: "La xeronina
agisce anche come antidolorifico. Un uomo diagnosticato con un tumore intestinale in stato avanzato aveva ancora tre
mesi di vita, egli inizio a somministrarsi la proxeronina e visse per un anno intero, senza dolori".
Agente Curativo della Pelle
Uno degli usi storici prevalenti del Nonu era in forma di poltiglia per sanare le ferite, tagli, abrasioni, ustioni e
contusioni. Usando gli estratti del frutto per ustioni gravi risultavano guarigioni straordinarie. La cute è fatta di
proteine, risponde immediatamente alla presenza di xeronina. Quando la pelle è traumatizzata o screpolata la
proxeronina s'infiltra nelle regioni affette dalle parti circostanti e la sintesi della xeronina successivamente
s'innalza, dando luogo alla guarigione ed alla rigenerazione del tessuto. Le ustioni sono specialmente vulnerabili a
questo processo biochimico. In conseguenza, l'aumento della produzione di xeronina nella zona dell'ustione con
l'applicazione diretta di un impiastro di Nonu è considerato alquanto efficace secondo il Dr. Heinicke e altri
colleghi che ne hanno studiato la terapia enzimatica. Per quanto concerne le ustioni, egli scriveva:
Credo che tutti i tessuti abbiano cellule contenenti proteine con siti ricettori per l'assorbimento di xeronina.
Alcuni di queste proteine sono forme inerti di enzimi che richiedono l'assorbimento di xeronina per poter diventare
attivi. Questa xeronina, convertendo il sistema di procollagenasi del corpo in una specifica peptidasi, rimuove
tranquillamente e velocemente il tessuto morto dalle ustioni.
Tossicodipendenza
Il legame della xeronina nelle cure della tossicodipendenza è basato sulla nozione che inondando il cervello con Nonu
aggiuntivo puo invertire le fondazioni per cui si è portati all'assuefazione ed alla tossicomania. Questo alcaloide
naturale è pensato a normalizzare i ricettori cerebrali che successivamente risultano nella cessazione della
dipendenza fisiologica su alcune sostanze chimiche come la nicotina. La potenzialità del Nonu Hawaiano come
stimolatore naturale per la produzione di xeronina puo aver trovato profonde implicazioni verso la cura di vari tipi
di tossicodipendenze.
Agenti Complementari del Nonu
Kava kava Papaia Pau d'arco Bioflavonoidi Germanio echinaceo Aloe vera Artigli di gatto Cartilagine di squalo Selenio Estratto di seme d'uva Enzimi proteolitici Glucosamina
Applicazioni Primarie del Nonu
Abrasioni Arteriosclerosi Foruncoli Ustioni Sindrome di fatica cronica Herpes labialis Congestione Depressione Infiammazione agli occhi Fratture Gengivite Alta pressione arteriosa Indigestione Malattie renali Mestruazioni irregolari Disturbi respiratori Sinusite Distorsioni Tumori Artrite Infezioni alla vescica Disturbi intestinali Cancro Circolazione debole Raffreddori Stitichezza Diabete Febbre Ulcere gastriche Cefalee Sistema immunitario Parassiti intestinali Crampi mestruali Afta Dermatofitosi Infiammazione cutanea Mughetto Ferite
CONCLUSIONI
Non vi è alcun dubbio che la dispersione geografica estesa ed il vastissimo uso della Morinda Citrifolia nelle
regioni tropicali, dimostra e testimonia, l'attendibilità che offre questa preziosissima medicina d'erboristeria.
Mentre ulteriori ricerche sugli attributi biochimici sono garantite, cio che è già emerso fornisce convalidazione
sostanziale sul proprio valore medicinale. Le teorie enzimatiche del Dr. Heinicke garantiscono studi supplementari,
ma la sua ricerca e la sua esperienza hanno effettivamente innalzato lo status della pianta di Nonu come una fonte di
guarigione straordinaria. Cio che le civiltà delle isole del Sud Pacifico sapevano e praticavano per generazioni
dovrebbe essere incorporato nella ricerca moderna per il totale sradicamento delle malattie, premiando il completo
avanzamento della salute dell'umanità.
Studi Pubblicati sulla Morinda Citrifolia
Abbott, I. con Shimazu, C., (1985) "The Geographic Origin of the Plants Most Commonly Used for Medicine by
Hawaiians," Journal of Ethnopharmacology numero 14, pagine 213-222.
Abbott, I.A., (1992) La`au Hawai`i: Traditional Hawaiian Uses of Plants, Bishop Museum Press, Honolulu, Hawaii,
numero 3.
Bushnell, O.A., Fukuda, M., Makinodan, T., (1950) "The Antibacterial Properties of Some Plants Found in Hawaii,"
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Elliot, S. e Brimacombe, J., (1987) "The Medicinal Plants of Gunung Leuser National Park, Indonesia," Journal of
Ethnopharmacology numero 19.
Hiramatsu, T., ed altri, (1993) "Induction of normal phenotypes in ras-transformed cells by damnacanthal from Morinda
citrifolia", Cancer Letters volume 73, pagine 161-166.
Hirazumi, A., (1992) "Antitumor Activity of Morinda Citrifolia on IP Implanted Lewis Lung Carcinoma in Mice,"
Proceedings, Annual Meeting of the American Association for Cancer Research volume 33.
Krauss, B., (1993) Plants in Hawaiian Culture, University of Hawaii Press, Honolulu, Hawaii.
Levand, O. e Larson, H.O., (1979) "Some Chemical Constituents of Morinda Citrifolia," Planta Med numero 36, pagine
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Neal, M., (1965) In Gardens of Hawai`i, Bishop Museum Press, Honolulu, Hawaii .
Singh, Y., Ikahihifo, T., Panuve, M., Slatter, C., (1984) "Folk Medicine in Tonga. A Study on the Use of Herbal
Medicines for Obstetric and Gynecological Conditions and Disorders" Journal of Ethnopharmacology numero 12, pagine
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Tabrah, F.L. e Eveleth, B.M., (1966) "Evaluation of the Effectiveness of Ancient Hawaiian Medicine," Hawaii Medical
Journal numero 25, pagine 223-230.
Whistler, W.A. (1985) "Traditional and Herbal Medicine in the Cook Islands," Journal of Ethnopharmacology numero 13,
pagine 239-280.
Whistler, W. (1992) Tongan Herbal Medicine, Isle Botanica, Honolulu, Hawaii.
Altra documentazione:http://www.cancertutor.com/Cancer/Noni.html
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Fonte: http://www.vitanaturale.it/
NONI (CITRIFOLIA) MORINDA La Natura ci da un SUPER ENZIMA Sono millenni che nella Polinesia viene apprezzato il succo di un frutto selvatico come ottimo rimedio curativo
naturale. Esso è parte integrante della cultura polinesiana che si rivela essere ricchissima di storie che riguardano
la meravigliosa "regina delle piante", grande quanto una patata e disseminata un po’ ovunque sull‘intero gruppo di
isole. Il succo del Noni, non trattato, ha il sapore di un formaggio troppo stagionato ed il suo odore sgradevole si
diffonde nell‘aria in vaste zone delle isole. La grande vitalità della pianta ed il clima permettono fino a dodici
raccolti l‘anno e di solito, questa iperproduzione, non veniva sfruttata ed i frutti, rimanevano là. Il succo del
Noni è molto acido, il suo pH va dal 3,4 al 3,8. Nel 1983 un medico portò alcuni di questi frutti a due chimici
alimentari negli U.S.A. e gli raccontò le numerose leggende che circolavano in Polinesia a riguardo di questa fonte
dell’eterna giovinezza. In seguito fu distribuito ad un gruppo di persone campione il succo di Noni e questi, dopo
pochissimi giorni dalla loro prima assunzione, riferirono di aver già notato degli apprezzabili miglioramenti del
loro stato di salute generale. Alcuni anni fa il succo di Noni è stato immesso sul mercato americano e si è
rapidamente trasformato in uno dei più grandi successi del settore alimentare. In occasione di un recente sondaggio,
molto rappresentativo, la stragrande maggioranza dei clienti abituali ha dichiarato di continuare a rimanere fedeli a
questo succo anche in futuro grazie ai miglioramenti della loro salute generale ottenuti e mai immaginati. Numerose
ricerche scientifiche ad ampio raggio hanno evidenziato che si tratta, molto probabilmente, della scoperta più
importante degli ultimi decenni nel campo dell’alimentazione naturale, in quanto il Noni racchiude una concentrazione
incredibilmente alta di principi attivi utili alla produzione del più importante enzima presente nel corpo umano,
ovvero la xeronina. Si tratta di un enzima scoperto circa trent’anni fa e che secondo i dati scientifici dovrebbe
essere un elemento decisivo nei processi di sintesi delle proteine, del metabolismo in generale e della scissione
delle cellule.


Il miracolo dell’azione chimica della XERONINA


Nelle culture tropicali il frutto della pianta Noni (Morinda citrifolia) è noto da migliaia di anni, esso ha
molteplici ed incredibili proprietà, ed a tuttoggi le origini di tali effetti benefici non sono ancora del tutto
studiate. Il principio attivo più importante del Noni è un alcaloide chiamato “proxeronina”. La pianta cresce nella
natura selvaggia e contiene 800 volte più di proxeronina rispetto a quella contenuta nell’ananas, che è comunque la
seconda fonte naturale di proxeronina . Quando si assume il Noni, grazie alla fase digestiva, la proxeronina giunge
nell’intestino crasso e di qui viene trasportata al fegato, che è il contenitore di molte sostanze nutritive
essenziali per il nostro corpo. Ogni due ore il fegato immette un determinato quantitativo di proxeronina nel flusso
sanguigno, così essa può giungere ai diversi tessuti. Andiamo ora a vedere cosa succede a livello molecolare.


La proxeronina ha un peso molecolare di 17.000 unità, per renderci conto della dimensione basta sapere che la
molecola dell’acqua ha un peso molecolare di 18 unità, e la sua forma assomiglia a quella di un manubrio dalle
estremità ingrossate. Perché la proxeronina possa trasformarsi in xeronina, che è la molecola attiva, ha bisogno
dell’aiuto di un preciso enzima, questo enzima è il proxeronase, il quale è presente in grande quantità nel nostro
organismo. Il processo che trasforma la proxeronina in xeronina è complesso, ma possiamo cercare di farlo capire
semplicemente spiegando in parole povere cosa accade. La proxeronina avvolge l’enzima proxeronase, quest’ultimo
unisce le due estremità della proxeronina (ricordate? Estremità ingrossate del manubrio) e quindi le separa dalla
catena, che ora è diventata inutile; le due parti ingrossate, ora unite, producono a loro volta, insieme alla
serotonina, la molecola relativamente piccola della xeronina. La xeronina prodotta dalla proxeronina ora si può unire
alle proteine presenti nell’organismo, affinché esse diventino attive. Per capire meglio quest’ultimo processo
diciamo qualcosa di più sulle proteine. Il nome proteina deriva dal greco “proteios” che significa “primario,
innanzitutto” e questo ci fa capire l’importanza delle proteine. Le proteine si compongono di lunghe catene di
aminoacidi e forse sono le sostanze attive più importanti del nostro corpo. Gli aminoacidi di cui il nostro corpo ha
bisogno per costruire le varie proteine sono venti e si uniscono grazie a specifiche sequenze date dal DNA di ogni
singolo individuo ed è proprio la diversa successione degli aminoacidi nella proteina che ne determina la struttura.
La catena si avvolge su se stessa e si raggruppa per formare, o un enorme grumo di aminoacidi, o una proteina.


Le proteine hanno diverse funzioni nel corpo e tutte molto importanti, in primis nutrono la struttura dei nostri
capelli, della pelle e delle ossa, in secondo luogo sono sempre loro a rendere possibile il trasporto delle sostanze
chimiche all’interno della cellula e al suo esterno. Le proteine giungono attraverso la membrana cellulare fin dentro
la cellula e da qui attraggono importanti sostanze nutritive, permettendo così a queste ultime di entrare all’interno
della cellula stessa, in terzo luogo le proteine agiscono al pari degli ormoni e, in questa funzione, sono in grado
di coordinare tutti i processi del corpo sul piano molecolare, in quarto luogo fungono come anticorpi ed aiutano il
sistema immunitario. Gli anticorpi si attaccano agli elementi estranei che aggrediscono il nostro organismo, come
batteri e virus, in modo da indebolirli e combatterli. In quinto ed ultimo luogo, ma non per questo meno importante
degli altri, agiscono come enzimi facilitando l’attività chimica nel corpo, perché il nostro corpo trasforma
continuamente le composizioni chimiche, componendole e componendole e sono proprio le proteine che rendono possibile
questo processo. Ora che abbiamo visto l’importanza delle proteine e le funzioni che svolgono, dobbiamo sapere che
senza la xeronina molte di queste proteine non possono svolgere il proprio compito in quanto ci sono proteine che
hanno specifiche caratteristiche grazie alle quali possono unirsi alla xeronina. Non tutte le proteine hanno bisogno
della xeronina per diventare attive, ma molte di esse, fondamentali per la vita e che funzionano come ormoni,
anticorpi o enzimi, necessitano della xeronina. Quando la xeronina si è unita alla proteina, essa rende possibile lo
svolgimento del compito trasformando l’energia sottratta all’acqua in energia utile, o a livello chimico, o a livello
elettrico. Questo processo è un processo meraviglioso ed affascinante, ma anche misterioso, cerchiamo di descriverlo
il più semplicemente possibile per renderlo il più possibile chiaro e comprensibile. L’acqua contiene un’enorme
quantità d’energia, la sua molecola è costituita da un atomo di ossigeno (O) in stretta relazione con due atomi di
idrogeno (H2), formando così la formula chimica H2O. Quando numerose molecole di acqua si trovano assieme, come in un
recipiente, l’ossigeno di alcune (O) viene attratto dalle molecole di idrogeno di altre (H), dando origine ad un
fenomeno noto come composto d’idrogeno; questo composto di idrogeno (composto H) non ha la stessa forza della
composizione originaria all’interno della molecola stessa, ma, sommando tutti i composti di idrogeno all’interno di
un recipiente pieno d’acqua, essa può produrre qualcosa di più forte dell’acciaio, in realtà, non tutti gli atomi di
idrogeno e di ossigeno stanno insieme in questo tipo di composto H. In sperimentazione si è dimostrato che il 15-20%
di tutti i composti H possono scomporsi in qualsiasi momento. L’acqua è sempre stata un segreto per gli scienziati,
perché i fatti non sono calcolabili. Analizzando l’acqua, si può constatare che, sebbene si sia scomposto il 20% dei
composti H e dovrebbe avere di fatto una struttura “più dura dell’acciaio”, guardandola e osservandola semplicemente
è evidente che la sua struttura non è affatto “dura come l’acciaio”, ma molto debole. Vediamo ora come ciò è
possibile: se i composti H si decompongono secondo il principio del caso (cioè senza una precisa teoria o procedura)
in tutto il liquido presente, allora la struttura rimane forte, se invece si decompongono lungo una linea, allora
l’acqua si comporta come un liquido. Ecco allora che se allora questi composti H si rompono continuamente lungo una
linea, ma attraverso tutto il liquido, essa presenterà le caratteristiche tipiche dell’acqua e così la forza dei
composti e le caratteristiche visibili, ovvero il suo stato liquido, diventano compatibili. Ora diventa comprensibile
dove la xeronina prende il potere di attivare la proteina. A causa di queste separazioni continue dei composti H,
l’acqua forma forti “blocchi” che scivolano via, l’uno accanto all’altro, trascinando e portando con sé tutto quello
che trovano lungo il percorso. Sul piano teorico se fossimo in grado di dirigere questa scomposizione, caratteristica
dei composti H, potremmo determinare i punti in cui questi blocchi d’acqua si rompono. Noi non siamo in grado di fare
ciò, invece è esattamente quello che riesce a fare la xeronina che, grazie alla sua singolare struttura chimica, può
emettere un segnale che dirige le soluzioni H all’interno dell’acqua, determinando così, i punti in cui i composti si
rompono. La xeronina può anche dirigere velocemente i movimenti di questi enormi blocchi d’acqua così, mentre i
blocchi d’acqua scorrono, l’uno davanti od accanto all’altro, nel mezzo, in modo specifico e straordinario, essi
trascinano e portano con sé la proteina. Questo è un processo che assegna alla proteina una grande forza d’azione che
essa poi usa per svolgere il proprio lavoro utile. Questo processo avviene in tutte le forme di vita, infatti, sia le
piante, sia gli animali producono la xeronina per mezzo della proxeronina ed utilizzano quindi la xeronina per la
mobilità delle loro proteine, esattamente come lo facciamo noi esseri umani, questo ci fa capire che tutti i tessuti
sani sia di piante, sia di animali, contengono questo precursore della xeronina, che è la proxeronina. L’essere umano
riceve la proxeronina dagli alimenti che assume, ma a volte questo non è sufficiente ed allora occorre integrare
questa assunzione ed un buon modo è quello di assumere il Noni che è ricchissimo in proxeronina. Ad esempio con la
cultura intensiva si è svuotato il terreno delle sue sostanze nutritive e così i raccolti sono malati e deboli con la
conseguenza che questi raccolti hanno un deficit di molte sostanze nutritive d’importanza vitale per l’essere umano,
come per l’appunto la proxeronina. Al giorno d’oggi, l’uomo medio non riceve più un’alimentazione equilibrata che
apporta la proxeronina nella giusta quantità per svolgere bene le funzioni vitali, ecco perché nasce la necessità di
integrare la proxeronina. Ci sono altri fattori che determinano un’integrazione di proxeronina, come la malattia,
l’età avanzata ed una vita molto attiva; in queste situazioni le proteine per svolgere il loro duro lavoro e
rispondere alle richieste hanno bisogno di più xeronina e, per produrre più xeronina c’è bisogno di più proxeronina
nella dieta quotidiana. In carenza di xeronina e quindi di proxeronina le proteine non possono rispondere alle
richieste del corpo e, in questo caso, si avranno malattie, spossatezza, esaurimento etc... Si pensa che sia
possibile che molte delle nostre malattie moderne siano in realtà una conseguenza di una mancanza di xeronina nel
corpo. Chi ha una bassa percentuale di xeronina nel corpo, sente prontamente gli effetti negativi dell’incapacità
d’azione delle proteine, ma quando poi viene innalzata questa percentuale e, grazie all’assunzione di Noni, il
livello di xeronina viene portato ad un buon livello, la persona percepisce ciò che viene generalmente definito come
“miracolo”. Questo è il motivo per cui il succo di Noni è un prodotto unico per la salute. Invece di dare al corpo
sostanze chimiche per funzionare meglio, come lo fanno molte droghe e numerosi farmaci, il succo di Noni fornisce la
pre sostanza di questa sostanza chimica attiva e fa sì che il corpo stesso riprenda in mano il timone per governare
le sue funzioni. Non vi è il rischio di assumere troppa proxeronina assumendo il Noni, in quanto il corpo regola la
sua assimilazione usandone la quantità utile per mantenere un buon livello ed il resto viene eliminato. Come già
detto, la xeronina è utilizzata sia nel regno animale che nel regno vegetale, ma la differenza tra questi due regni
sta nel modo in cui la eliminano quando non serve più. Quando la xeronina ha svolto il proprio compito diventa
importante per l’organismo umano eliminare quella non utilizzata affinché non continui ad esercitare la propria
azione laddove non serve più. Si potrebbero creare non pochi problemi se avessimo troppa xeronina che stimoli le
proteine a lavorare più del dovuto, ma la soluzione è data ancora una volta dalla natura stessa. La xeronina è un
composto chimico molto instabile e, lasciata al proprio destino, essa decade e diventa inutilizzabile. Il maggior
numero delle forme di vita lascia decadere la xeronina e poi viene eliminata, ma non fanno così le piante, infatti,
nel regno vegetale le cose cambiano. Molte piante trattengono la xeronina per conservarla, in quanto contiene azoto,
sostanza molto utile per la vita delle piante stesse. Per conservarla ed al contempo disattivarla, la pianta aggiunge
fili e grumi di “rifiuti molecolari” alla xeronina cos’ essa non decade e non si può nemmeno aggregare a qualche
proteina. Quando la xeronina è stata arricchita di questi “rifiuti molecolari” ne nasce la ben nota combinazione
detta “alcaloide”, oggi se ne conoscono più di 10.000 ed alcuni di questi contengono nicotina, cocaina, eroina, o
morfina. Oggi si è portati a pensare che questi alcaloidi non siano altro che forme alterate della xeronina e che la
loro funzione nelle piante sia quella di stabilizzare la stessa xeronina per conservarla al fine dell’assimilazione
dell’azoto. Gli alcaloidi sono simili nella loro struttura alla xeronina e sono inattivi nella pianta, ma all’interno
del nostro organismo vengono scambiati dalle proteine come xeronina e quindi si fanno attivare. Quando si fuma una
sigaretta arriva una grande quantità di nicotina nel corpo, nella pianta la nicotina non è attiva, ma nel momento che
entra nel nostro organismo, essendo molto simile alla xeronina, viene presa per tale dalle proteine che quindi
vengono ingannate, di conseguenza la nicotina occupa il posto della xeronina all’interno della proteina e la attiva,
esattamente come avrebbe fatto la xeronina, ma in modo meno efficace a causa dei “rifiuti molecolari” che si porta
dietro. Il continuare a fumare fa sì che si continui ad introdurre nell’organismo nicotina e di conseguenza il corpo
si adeguerà ad essa e cambierà leggermente la forma delle sue proteine affinché si associno meglio con la nicotina
che con la xeronina e questo creerà dipendenza. Col tempo la richiesta di fumo e quindi di nicotina aumenta, perché
molte proteine hanno letteralmente bisogno delle molecole di nicotina per svolgere le proprie funzioni all’interno
del nostro corpo, così come prima la stessa proteina aveva bisogno della xeronina. Più si fuma, più proteine vengono
trasformate da proteina-xeronina in proteina-nicotina, e, ovviamente, sarà sempre più difficile smettere di fumare.
Quando si deciderà di smettere di fumare, questo sarà difficoltoso e doloroso, perché, mancando la nicotina, molte
proteine non saranno più in grado di funzionare bene. Questo è il motivo perché si avranno i sintomi da astinenza. Lo
stesso processo vale per tutti gli alcaloidi estranei al nostro corpo che noi assumiamo, compresi la caffeina, la
cocaina, l’eroina, la morfina, ecc., perché quando assumiamo questi alcaloidi, che sono sostanze estranee al nostro
corpo, le nostre proteine si adeguano a loro e la nostra richiesta naturale di xeronina si trasforma in un fabbisogno
innaturale di questi alcaloidi. Se noi inondiamo il nostro corpo con questi alcaloidi a noi estranei (come per
esempio le droghe), essi stimolano le nostre proteine a un’iperattività e provocano quindi una sensazione di euforia.
Le diverse droghe hanno effetti diversi sul nostro organismo proprio a causa della non eguale quantità di “rifiuti
molecolari” che si sono aggiunti alla loro struttura originaria, quindi, per esempio, la cocaina susciterà un altro
effetto nel nostro corpo rispetto alla morfina e questo grazie alla leggera differenza nella loro struttura,
differenza che limita o amplia determinati aspetti della funzione naturale della xeronina. La chiave è sempre la
stessa: tutte imitano la funzione naturale della xeronina. Diventare dipendenti è molto facile, ma è poi molto
difficile smettere di assumere questi alcaloidi e questo è normale, perché una volta assunto un alcaloide in grande
quantità, questo inonda letteralmente il nostro corpo e la grande affluenza di alcaloidi estranei all’organismo
travolge la quantità minore di xeronina naturale presente in noi e deforma molto velocemente molte proteine. In
farmacologia vengono usati molti alcaloidi, ma alla base di ogni effetto farmacologico di questi alcaloidi c’è sempre
la funzione naturale della xeronina. Il fegato è il principale organo che contiene proxeronina, il secondo è la
pelle. La proxeronina viene trasformata in tutto il corpo nella xeronina, pelle inclusa. Per mantenere sana e liscia
la sua superficie, la pelle ha bisogno di molta proxeronina. Una mancanza può suscitare una condizione malsana e
creare numerosi altri problemi. Inoltre la proxeronina serve per mantenere sani i capelli. Abbiamo visto che gli
alcaloidi non sono altro che imitazioni della xeronina prodotti dalle piante ai fini di conservazione per ottenere
azoto, per questo motivo la xeronina sa fare tutto quello che possono fare questi alcaloidi, se non meglio e in modo
naturale. Le endorfine sono gli ormoni responsabili delle buone sensazioni nel corpo, esse si uniscono a certe
proteine proprio come fa la xeronina e, quando la xeronina e l’endorfina sono legate alla stessa proteina, la
xeronina conduce l’energia dell’acqua dentro l’endorfina e quest’ultima produce quella sensazione di “benessere”. La
scienza indaga tuttora sul modo in cui l’endorfina produce queste sensazioni, ma quello che è certo è che senza la
xeronina l’endorfina di fatto è inutile. L’azione stimolante della xeronina si rispecchia nell’azione della sua
cugina, la caffeina, l’alcaloide che la imita. Quando bevete una tazza di caffè la mattina, la caffeina inonda il
vostro corpo; le molecole della caffeina si aggregano subito alle proteine presenti nel corpo e prendono il posto
della xeronina e poi le attivano e siccome sono tante queste molecole di caffeina che vengono assunte bevendo una
tazza di caffè, le proteine possono lavorare molto di più. L’effetto provocato da una quantità significativa di
xeronina pura è pari all’effetto della caffeina. L’effetto stimolante della xeronina può sviluppare un potenziale
sorprendente. Può migliorare la capacità di un atleta, come può aumentare la capacità di concentrarsi e di pensare in
piena lucidità.


Il dottor Heinicke è la referenza in materia di Noni; laureato in biochimica all'Università del Minnesota ha fatto
anche degli studi d'ingegneria presso l'Università del Kentucky (Lexington); è vissuto nelle Hawaii dal 1950 al 1986,
dove lavorava presso l'Università di Hawaii e faceva delle ricerche sull’Ananas sativa per conto della Società Dole.
Il dottor Heinicke è stato il primo a ricercare i principi attivi contenuti nel Noni (Morinda citrifolia) che fa
parte della famiglia delle rubiacee. Egli voleva sapere quali erano i principi attivi contenuti nel frutto di Noni
che i polinesiani consumano già da secoli. Nel 1957 scoprì nelle cellule umane un alcaloide che chiamò xeronina, poco
dopo riscontrò che una quantità troppo debole di xeronina nelle cellule poteva dare origine a problemi di salute
importanti. Il Noni ne contiene poca, ma contiene molta proxeronina precursore della xeronina. La trasformazione di
proxeronina in xeronina incomincia subito dopo l’assunzione di Noni. Il Noni contiene anche la forma inattiva
dell'enzima necessaria a questa trasformazione. Per fare sì che gli effetti del Noni siano completi questo proenzima
deve essere attivato; ecco perché è meglio assumere il Noni a stomaco vuoto. In queste condizioni questo proenzima è
capace di resistere ai succhi gastrici della digestione e passare così nell'intestino dove diventa attivo e può
essere utilizzato dall'organismo. Molti organi del corpo umano contengono delle proteine capaci di utilizzare la
xeronina; essa può alleviare i sintomi di gran parte delle malattie (in questo caso la malattia è dovuta ad una
carenza di xeronina). Lavori di A. Hirazumi dimostrano che il Noni allunga la speranza di vita nei topi da
laboratorio colpiti da cancro dei polmoni. Sembra che il Noni agisca indirettamente sul sistema immunitario. Il Noni
è anche molto efficace nel trattamento delle ustioni, in quanto la xeronina attiva un enzima specifico che accelera
il rinnovamento dei tessuti bruciati. Il noni ha anche un effetto sulla salute psichica, perché la xeronina trasforma
certe proteine del cervello in ricettori attivi dell'endorfina o "ormone del benessere.'' La xeronina rende possibile
il passaggio di molecole più larghe attraverso le membrane cellulari. Ne consegue perciò un miglioramento della
digestione. Altri problemi di salute possono essere migliorati grazie al Noni: ipertensione, dolori mestruali,
artrite, ulcera dello stomaco, distorsioni, depressione, nervosismo, senescenza precoce, disturbi digestivi, obesità,
mancanza di libido e/o piacere, ipertensione arteriosa, diabete di tipo 1 e 2, astenia psichica e/o fisica, sindrome
da stanchezza cronica, disturbi del sonno, tabagismo, dipendenza da droghe, etc.". La xeronina è un elemento
fondamentale per le funzioni del corpo umano. Una debole presenza di xeronina nell'organismo è funesta per la nostra
salute, ma in quantità sufficiente essa permette di restare in piena forma. Il dottor Scott Gerson ha effettuato uno
studio in doppio ceco (i pazienti non erano al corrente di ciò che veniva loro somministrato) per valutare
l'influenza del Noni sull'ipertensione. Durante 14 settimane il dottor Gerson ha condotto le sue ricerche su 9
pazienti (6 uomini e 3 donne) affetti da ipertensione i quali sono stati selezionati casualmente e non sapevano di
consumare del Noni. I pazienti hanno conservato lo stesso regime alimentare e la stessa attività fisica che avevano
prima di cominciare il trattamento. 8 dei 9 pazienti hanno manifestato una diminuzione significativa della loro
pressione arteriosa, la loro tensione sistolica (pressione massima) è diminuita in media del 7,5 % e la tensione
diastolica (pressione minima) è diminuita i media del 4 %. Il dottor Gerson è stato il primo a dimostrare questo
attraverso questo piccolo studio clinico, in seguito queste cifre si sono verificate presso la maggior parte dei
consumatori di Noni. Nessun medico ha potuto constatare che la pressione arteriosa poteva scendere sotto la norma e
tutti hanno segnalato che gli effetti secondari erano insignificanti e praticamente inesistenti. La maggior parte dei
pazienti hanno constatato un ritorno all'ipertensione dopo l'interruzione del trattamento, poi un abbassamento della
loro tensione fino alla normale dopo avere ripreso il Noni. Gli effetti della xeronina sull'ipertensione sono
innegabili. Altri studi in più grande scala sono stati da allora realizzati ed hanno confermato il lavoro del dottore
Gerson. È riconosciuto che una delle principali azioni del Noni è la capacità di alleviare gran parte dei dolori.
Eminenti medici Occidentali, del Sud Est Asiatico, Hawaiani o ricercatori contemporanei come Ralph Heinicke o clinici
naturopati come il dottor Steve Schechter ribadiscono che il Noni permette al corpo di guarire da solo e di
sopprimere il dolore. La xeronina riduce ed in alcuni casi fa scomparire una gran parte dei dolori. Il Dr. Halton
Delbert D.C., laureato in Kiropratica al College di Kiropratica di Palmer e laureato in biologia riferisce che da
quaranta anni circa, soffriva di un dolore insistente nel basso della schiena che gli impediva di fare qualsiasi
attività casalinga normale e che, dopo 6 settimane di assunzione di Noni il dolore è rapidamente scomparso, dopo
l’esperienza vissuta in prima persona ha iniziato a raccomandare ai suoi pazienti ottenendo grandi successi. Un’altra
prova delle meraviglie del Noni, continua a riferire il Dr. Halton Delbert, è la seguente: una paziente affetta da
AIDS dopo aver assunto noni per un certo periodo il Noni ha visto la sua quantità unitarie di cellule T passare da
169 a 400 ed i suoi sintomi si sono stabilizzati. Il Dr. Halton Delbert riferisce di aver vissuto altre meravigliose
esperienze come quella di un paziente colpito da cancro del polmone che le sue metastasi hanno iniziato a
riassorbirsi da quando ha iniziato ad assumere Noni. Qualche anno fa, uno dei suoi pazienti ha subito importanti
traumi a causa di un incidente stradale; si è fratturato diverse costole, una spalla ed un ginocchio e da allora
aveva molti problemi di artrite ed in modo particolare al ginocchio. Quando ha iniziato ad assumere Noni il dolore al
ginocchio è sparito in pochi giorni e progressivamente anche il dolore alla spalla ed alle costole; oggi quest'uomo
vive felice senza alcun dolore. Un altro dei suoi pazienti si era fratturato una caviglia e gli era rimasto un dolore
insistente e la caviglia era rimasta gonfia per più di un anno e mezzo; dopo solo 10 giorni di assunzione di Noni,
dolori e gonfiori erano spariti completamente. Gli effetti della xeronina contenuta nel Noni sono spettacolari e
questo su parecchie malattie, le più varie



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La Lamina Bior....................... Una cura contro tutti i mali esiste... lo afferma il dott. MARIANO ORRICO,

studioso di medicina, inventore di uno strumento terapeutico semplice ma straordinario nelle sue illustrate applicazioni; una lamina sintetica, formata dalla fusione di 3 diversi tipi di resine che, strofinata su una pelle di pecora appropriatamente trattata, riequilibra la funzione cellulare; i benefici si ottengono semplicemente avvicinando la lamina al corpo. Come tutte le idee geniali, siamo di fronte a qualcosa di estremamente semplice, ispirato dalle conoscenze già diffuse da Talete da Mileto nel VI secolo a.C.
Il dott. Orrico parte dalla legge naturale secondo la quale "l'univrso_intero_esiste": la presenza delle forze elettriche positiva e negativa. La terra obbedisce alla stessa legge e l'essere umano che sopra di essa e' posto, fa altrettanto. L'uomo e' costituito da " un corpo elettrizzato, dal concepimento fino alla morte, da carica prevalentemente negativa 90% e 10% positiva" Questo e' il frutto della ricerca del dott. Orrico che si allineano con il premio Nobel per la Fisica (1903) Antoine Henri' Bequerel. Egli affermo' che la carica negativa nel nostro corpo e' vitale, tanto che quando scarseggia ci si ammala e quando e' carente la vita cessa. Noi ci nutriamo di cariche negative in diversi modi: 1)con la respirazione, 2)attraverso la superficie cutanea, 3)con il cibo, 4)tramite il sangue e 5)con la vibrazione cellulare.
La membrana cellulare di ogni singola cellula è formata prevalentemente da cariche negative e il suo nemico si chiama serotonina che possiede cariche positive, essa viene prodotta in grandi quantità rispetto alla norma, nell'intestino sopratutto quando questo e' stitico o colitico. Le cariche positive attaccano la cellula eliminandone quelle negative, indebolendola e predisponendo il corpo alle malattie. Quando l'ormone viene immesso nel circolo sanguigno, visto che è un vasocostrittore, provoca la rigidità di tutti i muscoli lisci del corpo: i bronchi causando l'asma, le pareti dei vasi sanguigni affaticando il cuore, l'utero causando alterazioni della funzione dei genitali femminili e l'intestino peggiorando la peristalsi.
Dagli studi del dott.Orrico sulla bioelettrologia , è nata la Bioelettroterapia, che si applica avvicinando al corpo uno strumento a forma di lamina di resina blu che non comporta efetti collaterali. La lamina BIOR [BI(os)+OR(rico)], strofinata su una pelle di pecora si carica di elettricità negativa e avvicinata al corpo va a caricare le cellule dalle cariche negative che la serotonina ha ridotto, unita ad altri fattori specialmente quello alimentare. Cosi le cellule della zona trattata riprendono il suo normale funzionamento. A testimonianza ci sono molte persone che affette da malattie tipo; tumore, leucemia, cancrena, cirrosi epatica, asma, osteoporosi, piastrinopenia, diabete, encefalopatie, cardiopatie ecc. sono guarite.
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Gli antiche greci avevano osservato che l’ambra, strofinata con uno straccio di lana, era in grado di attirare corpi leggeri come pagliuzze o segatura. Allo stesso modo una bacchetta di plastica strofinata con un panno di lana attira piccoli pezzi di carta. Nel XVII secolo l’inglese W. Gilbert chiamò fenomeni elettrici quei fenomeni di cui sembrava essere responsabile l’ambra ed elettrizzate le sostanze che sono in grado di attirare corpi leggeri.
Nel 1733 fu dimostrato che esistono in natura due stati elettrici, cioè due modi in cui i corpi si possono caricare. Convenzionalmente è chiamata carica positiva, indicata con segno positivo, la carica del vetro, mentre è chiamata negativa, e indicata con il segno -, la carica delle sostanze resinose. Le cariche elettrihe determinano l’attrazione e la repulsione dei corpi carichi. Corpi elettrizzati con cariche dello stesso segno si respingono, corpi elettrizzati con cariche di segno opposto si attirano. Le sostanze e i corpi che ci circondano non manifestano generalmente proprietà elettriche. Essi sono definiti neutri, cioè non manifestano alcuno stato elettrico. Gli stati elettrici non sono evidenti, ciò significa che ch’essi o non esistono, oppure che si equivalgono I corpi neutri contengono un numero uguale di cariche positive e negative.
Esiste il principio di conservazione della carica elettrica. Tale principio, fu enunciato dall’americano Benjamin Franklin, e sancisce che nei fenomeni di elettrizzazione non si ha la creazione, ma solo il trasferimento di carica elettrica da un corpo all’altro, in modo che il bilancio complessivo della carica sia costante nel tempo. Le cariche elettriche sono responsabili dei legami chimici . Benjamin Franklin intuì la presenza di elettroni, protoni e neutroni.
_______________________________________________________________________________________Un po' di storia L'idea di una possibile misurazione delle microcorrenti organiche risale al 1925, ad opera di Charles Laville, noto maggiore della Scuola superiore di Elettricità di Parigi, che, con i suoi esperimenti, riuscì a determinare che i muscoli si muovono per mezzo di un'azione elettrodinamica e le cellule emettono una seppur debole corrente elettrica. Le sue teorie furono poi riprese dal fondatore della Bioelettronica il prof. L.C. Vincent.
La produzione di campi elettroma­gnetici da parte degli esseri viventi, campi che si annullano alla loro morte, fu anche rilevata da G. Stromberg attorno al 1942.
È comunque solto nel 1943 che F. Viess, professore all'Università di Strasburgo, con i suoi collaboratori, stabilì il modo con cui variano il pH e l'rh2 del sangue e la correlazione tra le variazioni e le malattie in genere, offrendo così alla metodologia diagnostica un valido strumento.
All'incirca nel 1948, il prof. L.C. Vincent, che pare non conoscesse gli esperimenti condotti dal Viess, aggiunse ai due parametri esistenti, pH e rh2, il rò, ovvero la capacità di una certa sostanza di far passare o meno la corrente elettrica (abilità detta "resistività") ponendo così le basi per la Bioelettronica.
Le teorie del Vincent sono state poi ampiamente suffragate dal prof. J. Kemeny, vice rettore dell'Università e prof. di Biologia e Matematica del politecnico di Budapest, che, nel 1953, ha scritto il trattato Contributo alla spiegazione fisico matematica della capacità di reazione degli organismi viventi, ignorando, tra l'altro, i lavori del prof. Vincent.
Va anche ricordato che l'Ente Spaziale Americano (NASA) tiene sotto controllo la situazione fisica degli astronautici esaminando i dati delle loro urine ricevuti per mezzo di radiotrasmissioni.
La Bioelettronica al servizio della salute Fondamentalmente la Bioelettronica, lo dice il nome stesso, si interessa delle microcorrenti che scorrono nel corpo umano e nei miliardi di cellule che lo compongono. Queste microcorrenti non sono costanti nel tempo, esse, infatti, risentono del passare degli anni e segnano la grande differenza che passa tra un corpo sano ed uno ammalato. Appare perciò chiaro come uno strumento, capace di misurare con precisione le variazioni di queste microcorrenti, sia anche in grado di stabilire lo stato in cui si trova un organismo nel momento in cui vengono fatte le misurazioni.
L'Analisi Bioelettronica permette di misurare le differenze che distinguono un buon terreno (corpo sano) ed un terreno degenerato (corpo ammalato). La Bioelettronica si può perciò definire come "la scienza che misura oggettivamente, con apparecchiature elettroniche, qualsiasi soluzione liquida o resa liquida per mezzo di acqua distillata". Nelle analisi fatte sull'organismo umano viene considerato un campione di sangue, urina e saliva.
Conoscendo lo stato del terreno di una persona è possibile effettuare la correzione più opportuna al fine di riportare i valori alterati nel limite accettabile. Ciò consentirà una salute migliore ed un'aumentata capacità di difesa immunitaria, consentendo perciò una migliore prevenzione di ogni tipo di patologia, anche quelle concernenti le sindromi degenerative.
L'analisi bioelettronica viene eseguita su un campione di sangue, urine e saliva, per un totale di 9 misurazioni. I risultati elaborati da un computer, determinano l'età biologica del soggetto ovvero le condizioni in cui si trova il suo terreno biologico.
Il principio su cui si basano queste analisi si basa sul fatto che tutto l'equilibrio della nostra vita cellulare è regolato dalle variazioni elettromagnetiche. La quantità e la qualità di tali scambi avviene entro valori piuttosto ristretti. Le cellule, infatti, si comportano come delle "microbatterie", destinate a "scaricarsi" con il passare degli anni definendo così la degenerazione dell'organismo. Con le misurazioni effettuate mediante la Bioelettronica è pertanto possibile determinare lo stato del terreno ovvero l'età biologica di ogni individuo.
L'evoluzione dalla giovinezza alla vecchiaia, è di fatto la tendenza ad una progressiva cristallizzazione dei tessuti che compongono il corpo umano. Un accresciuto deposito di elettroliti è infatti la causa di problematiche quali: artrosi, nevrosi, calcoli, arterosclerosi, tumori, cancri, ecc.
È per questo motivo che in bioelettronica si analizzano i valori del terreno senza tener conto di quale tipo di "agente patogeno" vi è insediato. Se verranno riequilibrati i valori elettronici dell'ambiente, magari avvalendosi di un Mineralogramma, sarà possibile sopprimere o ridurre le pericolosità che i cosiddetti agenti patogeni presentano.
La Bioelettronica di Vincent, comunque, fornisce soltanto delle informazioni generali sullo stato dell'intero organismo. Per un'analisi mirata ad organi specifici ci si avvale di altri esami ed in particolare delle Cancerometrie di Vernes e del Carcinochrom.
Per ottenere, invece, delle informazioni atte a determinare quali sono i Farmaci e/o gli Alimenti più appropriati per un dato paziente ci si avvale di apparecchiature assai sensibili, quali il Vega Test o l'Elettroagopuntura di Voll.
L'uso di questi strumenti permette un'accurata selezione tra vari prodotti al fine di determinare quelli più adatti per aiutarlo a mantenere o ristabilire uno stato di buona salute. Va precisato che le indagini di tipo bioelettronico consentono di intervenire ancora prima che una malattia degenerativa si sia instaurata nell'organismo.
IL TERRENO BIOLOGICO O BIOTERRENO È noto che in ogni laboratorio biochimico, per far proliferare un dato microbo, si preparano colture adatte alla sua sopravvivenza. Solo in un ambiente, che chiameremo "terreno adatto", potremo ottenere la proliferazione del microbo.
Il "terreno biologico", comunemente detto "terreno", è l'insieme dei fattori e delle condizioni che caratterizzano un determinato organismo in un certo momento. Pasteur stesso dopo aver speso una vita studiando la microbiologia, prima di morire disse ad un suo assistente: "Claude Bernard aveva ragione, il terreno è tutto, il microbo è nulla". Pertanto un individuo che ha un "buon terreno" non lascia spazio alla malattia; è quindi il terreno che dobbiamo considerare e non gli eventuali aggressori (microbi, virus, ecc.).
A questo proposito va ricordato che durante tutte le gravi epidemie del passato non tutta la popolazione veniva colpita, ed erano proprio coloro rimasti sani a prestare le cure ai malati. Essi, pur essendo a stretto contatto con i malati, non contraevano la malattia. Coloro che restavano sani avevano infatti un buon terreno e perciò non adatto all'insediamento di quel dato agente patogeno.
È solo quando un agente patogeno trova il terreno adatto che si genera una "malattia". Quando, parlando bioelettronicamente, il terreno è nei giusti valori, nei valori relativi alla Perfetta Salute (PS), gli agenti patogeni non possono fare alcun danno. Da quanto esposto appare evidente come tutti i vaccini NON servano a nulla, anzi possono essere dannosi per la salute.
Il concetto di "terreno," non solo presenta un grande interesse nel campo della biologia, ma anche in quello relativo alla ricerca scientifica ed al controllo dell'efficacia o dannosità degli alimenti e dei prodotti farmacologici. Questo perché l'analisi del terreno biologico permette un approccio veramente scientifico nella prevenzione e cura delle malattie. Appare infatti evidente quanto sia valido conoscere in anticipo la situazione organica e se esistono compatibilità o meno fra il paziente, la sua dieta e gli eventuali medicamenti.
LE VALUTAZIONI DIAGNOSTICHE Apparecchiatura per Bioelettronica di Vincent
La Bioelettronica di Vincent, detta anche "BEV", analizza le microcorrenti che scorrono nel corpo umano e nei miliardi di cellule che lo compongono. Dalle indagini scientifiche appare che i vari processi di degenerazione e ricostruzione, che avvengono nel nostro organismo, non dipendono solo dai cambiamenti che si verificano a livello molecolare ma anche dalle variazioni elettroniche che possono influire sui vari processi che tengono aggregati gli elementi costitutivi della materia organica.
Un cambiamento infinitamente piccolo delle particelle atomiche (atomi, ioni ed elettroni) riesce infatti a disturbare i processi che creano nuovi legami tra gli atomi (necessari affinché possano avvenire l'assimilazione e la ricostruzione), oppure impedirne il distacco (necessario per i processi di eliminazione). Si comprende pertanto come sia complesso il lavoro dell'organismo al fine di mantenere le molecole che lo costituiscono in un relativo equilibrio di conservazione.
Le microcorrenti biologiche La Bioelettronica misura le "microcorrenti", ovvero delle correnti debolissime che circolano normalmente nel corpo umano.
Dal 1941 al 1943, G. Stromberg, effettuò alla Fondazione Carnegie (USA) alcuni esperimenti che misero in evidenza la produzione di campi elettroma­gnetici da parte degli esseri viventi; campi che spariscono alla loro morte. Nel corpo umano vi sono circa 60 trilioni di cellule immerse nell'acqua; queste cellule nascono, si riproducono, assolvono alla loro funzione specifica e muoiono. Esse, durante la loro vita, producono una debole corrente elettrica che è una delle caratteristiche di tutta la materia vivente.
Queste deboli correnti si possono misurare applicando ad una cellula di grandi dimensioni (ad esempio, una cellula nervosa di calamaro) due elettrodi, l'uno in superficie, l'altro in profondità. Collegando uno strumento sensibile (galvanometro) a questi elettrodi è possibile notare il passaggio della corrente che testimonia le forze elettromotrici presenti nella cellula. La superficie interna della cellula offre una polarità negativa mentre quella della superficie esterna è positiva.
Questo fenomeno può essere spiegato con la differenza di concentrazione ionica tra l'ambiente interno della cellula (ricco di potassio), l'ambiente esterno (ricco di sodio), e l'attività della membrana che stabilisce il giusto passaggio degli elementi da un ambiente all'altro (osmosi). È interessante notare che una qualsiasi eccitazione della superficie esterna della cellula provoca una corrente che tende a raggiungere la zona sollecitata. Sulla superficie interna, invece, il fenomeno è esattamente l'opposto.
L'utilizzo di sofisticati strumenti (elettrocardiogramma, elettroencefalogramma, ecc.) permette di anche di studiare e misurare i potenziali elettrici dei muscoli e dei nervi umani.
Il fattore "pH" Per facilitare la comprensione di quanto segue, ricordiamo al lettore che gli ioni negativi sono degli atomi (o gruppi di atomi legati tra loro) che hanno captato uno o più elettroni (carica negativa), mentre gli ioni positivi sono degli atomi (o gruppi di atomi legati tra loro) che hanno ceduto uno o più elettroni.
Tutte le reazioni che definiscono le condizioni essenziali di un terreno in cui la "vita" sia possibile si svolgono nell'ambito di determinati valori, tra questi il più importante è il rapporto acido/basico. Un terreno può essere troppo acido (per eccesso di potassio) oppure troppo basico (per eccesso di sodio).
Per misurare il grado di acidità/basicità viene utilizzato un termine di paragone chiamato "pH". Nel campo medico il pH viene utilizzato per misurare il liquidi organici ed in particolare il sangue, la saliva e l'urina.
Il pH detiene il posto preponderante in ogni manifestazione dell'energia vitale ed indica, numericamente, la concentrazione di ioni idrogeno liberi in una soluzione. Un eccesso di ioni positivi indica che la soluzione è acida, mentre un eccesso di ioni negativi indica che essa è basica o alcalina.
Una soluzione viene pertanto definita:
ACIDA quando il pH è compreso tra 0 e 7,06, NEUTRA quando il pH è uguale a 7,07, BASICA o ALCALINA quando il pH è compresa tra 7,08 e 14,14.
Il pH si può misurare con metodologie elettriche oppure immergendo una cartina reagente nella soluzione, il colore della cartina cambierà in funzione del pH stesso.
Il pH di un terreno biologico, per rientrare nei limiti accettabili, non deve essere inferiore a 6.40 e non superare 9.40 mentre i valori ottimali del pH per i liquidi dell'organismo umano sono:
Sangue = 7.3. Saliva = 6.5. Urina = 6.8.
Quando si parla del pH di una soluzione è però necessario considerare anche la carica elettrica della medesima. Questo perché il pH, a tutti gli effetti, fornisce soltanto un valore quantitativo relativo alla presenza di Ioni liberi. Una misurazione completa deve invece tenere conto anche della carica elettrica presentata dalla soluzione. Tale carica elettrica viene misurata in millivolt ed il termine di paragone viene chiamato rh2.
Il fattore "rh" Il fattore "rh" definisce la concentrazione di molecole di idrogeno in una soluzione, più molecole vi sono e più l'rh assume valori elevati. Questa concentrazione è assai importante perché da essa dipendono numerose reazioni biochimiche che permettono la nascita e l'esistenza degli organismi viventi. Dal punto di vista patologico le nefriti abbassano il fattore rh mentre i tumori tendono ad innalzarlo.
Il fattore "rh" si può misurare con metodologie elettriche oppure con indicatori colorati.
Ossidazione e ossidoriduzione Con il termine "ossidazione" si indica la perdita di atomi di idrogeno o di elettroni oppure l'assunzione di atomi di ossigeno. Durante l'ossidazione si vengono a creare degli atomi anomali definiti "ioni positivi".
Con "riduzione", si indica il fenomeno opposto, ovvero l'acquisizione di atomi di idrogeno o di elettroni oppure la perdita di atomi di ossigeno. Durante la riduzione si vengono a creare degli atomi anomali definiti "ioni negativi".
Si parla perciò di ossidazione quando vi è la tendenza a donare elettroni e di riduzione quando vi è la tendenza ad assumerli.
Il fattore "rh2" Quando accade che l'ossidazione di una molecola è contemporanea alla riduzione di un'altra si ottiene una "ossidoriduzione", un fenomeno che provoca un passaggio di elettroni dalla prima alla seconda sostanza. Il rapporto di ossidoriduzione, chiamato "rh2", definisce pertanto la capacità di scambio tra i componenti organici. Appare perciò evidente quanto sia utile che un tale rapporto possa essere misurato ed eventualmente corretto.
A parità pH, un rh2 forte corrisponde ad una soluzione ossidante mentre un rh2 debole corrisponde ad una soluzione riduttrice.
I valori ottimali del fattore rh2 sono:
Sangue = 22. Saliva = 22 Urina = 24
Fra due prodotti analizzati aventi lo stesso pH, ma che hanno rispettivamente un rh2 di 10 ed uno di 35, vi è una grande differenza dell'azione compiuta qualora introdotti nel corpo umano. Questa differenza li può trasformare da rimedi in veleni.
Il fattore "rò" Il "rò" rappresenta la resistività o il fattore dielettrico. In altri termini ci informa di quanto una data soluzione è capace di ostacolare il passaggio della corrente elettrica. Questo passaggio è tanto più facile quanto più la soluzione contiene degli sostanze che riducono il rò. Queste sostanze vengono chiamate "elettroliti", i sali minerali in genere sono dei validi elettroliti.
Il rò, praticamente, si misura in Ohm per cm quadrato. Più la concentrazione in elettroliti è grande e tanto minore sarà il rò (resistività) di una soluzione. Ne consegue che un'alimentazione che fornisce molti sali minerali tenderà ad abbassare il valore del rò.
I valori ottimali del rò per i liquidi organici sono:
Sangue = 210 ohm. Saliva = 180 ohm. Urina = 29 ohm.
Riassunto La Bioelettronica, in definitiva, misura i 3 fattori: pH (magnetico), rh2 (elettrico) e rò (dielettrico) del sangue, urina e saliva (alle volte delle feci) di un individuo e ne determina il terreno biologico o, in altre parole, la situazione del suo organismo. Tutte le reazioni biochimiche, attualmente conosciute all'interno del corpo umano, avvengono solo e limitatamente nel dominio delimitato dall'interazione dei tre fattori descritti, ovvero:
pH: fattore magnetico espresso in unità di pH, rh2: fattore elettrico espresso in millivolt, rò: fattore dielettrico espresso in ohm.
I valori di questi tre fattori sono in grado di definire lo stato del terreno. Essi, infatti, cambiano in modo notevole in presenza di una patologia, specialmente se degenerativa, ed in modo meno apparente nel corso degli anni.
Negli individui sani, infatti, i tre fattori pH, rh2 e rò, misurati sul sangue, evolvono con l'età in un certa direzione. Il pH (fattore magnetico) diventa sempre più alcalino, l'rh2 (fattore elettrico) si sposta verso valori sempre più ossidati ed il rò diminuisce a causa di una accresciuta concentrazione di sali minerali (elettroliti). Questa alta concentrazione, a sua volta, è la causa di varie patologie tra cui citiamo: artrosi, arteriosclerosi, calcoli, nevrosi e tumori.
UTILITÀ DELLA BIOELETTRONICA La diagnostica per mezzo delle apparecchiature biolettroniche permette le seguenti indagini e valutazioni:
Esami preventivi per diagnosticare (molto tempo prima della loro manifestazione) tutte le malattie (AIDS e cancro compreso). Verifica dell'azione di un medicinale, di un alimento, di una bevanda o di una cura, sul malato. Determinazione del momento ideale per sospendere od interrompere una terapia o l'assunzione di medicinali. Controllo dei parametri fondamentali (pH, rh2, rò) di un qualunque prodotto che sia stato prima diluito in acqua distillata. Verifica dello stato di morte reale di un defunto per evitare errori di interpretazione dei sintomi manifestati. Ecco un esempio: MORTE APPARENTE: sul sangue venoso. pH inferiore a 7,5, rh2 superiore a 18, rò superiore a 120 Ohm. MORTE REALE: sul sangue venoso. pH superiore a 8, rh2 inferiore a 15, rò inferiore a 90 Ohm.
Teoricamente non esiste alcun campo nel quale la bioelettronica non si possa dimostrare utile ed efficace. Va comunque precisato che essa andrebbe integrata con il Mineralogramma e la Cancerometrie di Vernes.
Questi sistemi diagnostici sono appunto in grado di stabilire le condizioni del terreno ed individuare le tendenze e/o gli indici di rischio. Con le informazioni ricavate si può intervenire nel modo più opportuno (dieta, medicinali, cure, ecc.) al fine di riportare il terreno, o mantenerlo, nelle condizioni necessarie per una vita sana ed efficace.
Riferimenti Bibliografici
_______________________________________________________________________________________La formula everett storey CELLFOOD: L’inizio Per raccontare la storia del CELLFOOD, iniziamo a dare qualche informazione sul suo creatore, Everett L. Storey. Albert Einstein lo ha definito “un genio”, e gli ha attribuito la scoperta della tecnica della “scissione dell’acqua”. Era un uomo veramente sorprendente.
Sebbene questo straordinario scienziato sia ricordato soprattutto per la sua invenzione del meccanismo di avviamento della fusione, le scoperte più importanti di Everett Storey riguardano il miglioramento dell’ambiente e la cura del corpo umano. Era esperto degli usi secondari del deuterio, l’isotopo non radioattivo dell’idrogeno (e sapeva tutto delle tecniche dipolari, bibasiche basate sul deuterio). Conosceva anche le tecnologie energetiche dell’acqua pesante (biossido di deuterio) e dell’energia atomica. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Ev (come preferiva essere chiamato) vide che le sue scoperte venivano usate per ideare la bomba all’idrogeno, ma dato che era un umanitario, volle fare qualcosa di buono per l’umanità, perciò a metà degli anni 50 formulò un prodotto che battezzò CELLFOOD (un integratore alimentare che considerava come una possibile soluzione a tutte le malattie sulla terra.) La stessa tecnica di “scissione dell’acqua” impiegata nel meccanismo di avvio della fusione della bomba H è stata adoperata per produrre il CELLFOOD. Storey ha creato perciò una terapia all’ossigeno basata sulla capacità degli ioni del deuterio di autosostenere una reazione di tipo catalitico in cui l’acqua contenuta nel nostro corpo viene scissa in ossigeno e idrogeno.
La formulazione esclusiva CELLFOOD di Everett Storey è il risultato di 42 anni di ricerca (e in effetti, ci vogliono 9 mesi per produrre ogni lotto!) Composto da sostanze estratte dalle piante migliori, è una formulazione in grado di mantenere i suoi potenti elementi in soluzione totale e di distribuirli, per via orale, ad ogni singola cellula del corpo umano. Questa formula miracolosa sostiene e migliora l’attività nutritiva biochimica e apporta al nostro regime alimentare ciò che è stato sottratto dalla vita moderna e dalla tecnologia. I suoi costituenti, tra cui 78 elementi e minerali, 34 enzimi, 17 amminoacidi, ed elettroliti (oltre ad ossigeno ed idrogeno nascenti, come prodotti secondari) sono tutte sostanze che si trovano in natura, essenziali alle molte funzioni biochimiche del corpo.
Ecco quello che Everett Storey ha scritto in Beyond Belief, pubblicato dalla Feedback Books, Copyright del 1982:
Il CELLFOOD scinde l’acqua in ossigeno e idrogeno nascenti, e le singole cellule del corpo sono nutrite da un flusso costante di 78 elementi essenziali conservati liberi in soluzione, grazie alla presenza di idrogeno e ossigeno allo stato libero, che causano il processo di ossidazione e riduzione in una reazione a catena che elimina le tossine. I tessuti vengono ricostruiti, e una buona nutrizione completa il processo.
I minerali sono necessari al 95% delle funzioni quotidiane del nostro corpo; i minerali garantiscono la vitalità. Gran parte del contenuto di minerali naturali presenti in tracce è andato perduto nel cibo, al giorno d’oggi, per impoverimento, mancata rotazione onde evitare scarsi raccolti, e minor fertilità del terreno causata da alluvioni ed eccessiva irrigazione.
Gli scienziati contemporanei impiegheranno degli anni a capire il metodo unico di Everett Storey di estrarre e bilanciare le sostanze nutritive in ciò che ha definito come “equazione elettromagnetica”.
Biografia di Everett StoreySTOREY, EVERETT LAFAYETTE, editore; nato il 6 settembre 1914; chimico fisico; microbiologo; editore; autore; e allenatore di football. Studi: Università di Chicago. Incarichi: editore della Donnelley Advertiser, Chicago; proprietario della Canterbury Remembrancy Counselors, Chicago & New York City; direttore della campagna del partito repubblicano, 17^ circoscrizione, Chicago. Inventore: meccanismo di avvio della fusione, 1942. Tra i riconoscimenti: presidente del Sigma Chi; presidente del Southtown Speakers Club; fondatore della Chicago Community Football League, dell’American Medical Research Social & Academic; dell’American Football; coordinatore della W. Alliance; le sue produzioni includono: pubblicazioni, produzione e direzione di film, scultura, pittura, articoli; dell’American Chemical Society, Elettroculture Cuts World Food Costs, 1976; perfezionamento della tecnica del deuterio per la continua normalizzazione del suolo.
La sua fortuna nel mondoEdizione Marquis / Chicago 1978-79, pag. 896STOREY, EVERETT LAFAYETTE, editore: nato a Colorado Springs, Colorado, il 6 settembre 1914, figlio di Walter Fletcher e Lois (DeLay) S.: Studia all’università di Chicago 1932-1936. Editore della Donnelley Advertiser, R.H. Donnelley Corporation, Chicago, 1939-1946; proprietario della Canterbury Advertising Counselors, Chicago & New York City, 1946-1947; fondatore, editore del West Magazine Inc., Las Vegas, Nevada 1956-P, fondatore dei laboratori Deutrel, Santa Paula California, 1965; socio dirigente, 1966; presidente della Desert Reclamation Corporation, Las Vegas, 1957-P, segretario esecutivo del Long Beach Junior Football Club, 1949-; direttore esecutivo dell’American Medical Research Society, 1959-1963. Socio fondatore dello Shrimp Bowl, Chicago, 1948; presidente del San Miguel Automated Univ. Study Group, Ventura, California; fondatore, allenatore principale dell’Academy of American Football, Santa Paula, California; presidente del Youth for Green, Illinois, 1942-4946. Presidente dei repubblicani per Cannon, Nevada, 1958. Riconoscimento della Community Service Marshall Field, 1947, membro del Sigma Chi. Club: Southtown Speakers (fondatore Chicago, 1938), autore: Getting Down to Fundamentals, 1943, 1966. Brevetto del meccanismo di avvio della fusione, perfezionamento del trattamento con deuterio per la normalizzazione del suolo.Oltre ai dettagli biografici citati, Ev Storey ha scritto il libro Beyond Belief, copyright 1982, pubblicato da Feedback Books. In questo libro descrive la sua vita e le sue credenze più dettagliatamente. Le sue scoperte che riguardano il deuterio e il trizio hanno aperto molte strade nuove, inclusa la normalizzazione del suolo, mostrando il potenziale futuro delle soluzioni bibasiche che ne risultano. Coprendo più di 400 persone e soggetti, Beyond Belief è in se stesso istruttivo. Il numero con cui questo libro è catalogato alla Biblioteca del Congresso è 82-70619.
CAPITOLO 2
Ossigeno, idrogeno & altri elementi essenzialiIl Dr. Otto Warburg, noto biochimico e premio Nobel 1931, ha dimostrato che le cellule cancerogene non possono svilupparsi in un ambiente ricco di ossigeno. Nelle sue conferenze ha sostenuto che quando l’ossidazione diminuisce e la fermentazione prende il posto dell’energia cellulare, la strada verso il cancro è aperta. Il Dr. Warburg ha affermato che “La causa primaria del tumore è la presenza, al posto della normale assunzione d’ossigeno da parte delle cellule del corpo, di un tipo di respirazione anaerobica (senza ossigeno).” La scoperta del Dr. Warburg è solo uno dei molti eventi scientifici affascinanti che sottolineano l’importanza vitale dell’ossigeno.
Ogni giorno: respiriamo aria inquinata;beviamo acqua e altri liquidi contaminati con scorie nocive, oppure che contengono sostanze chimiche e additivi dannosi;mangiamo cibi privi di minerali, trattati, stracotti e con un contenuto eccessivo di grassi, conservati e preparati con sostanze chimiche nocive, additivi e procedimenti di cottura particolari;fumiamo e beviamo alcool in eccesso.Facciamo poco esercizio fisico.
Questo “mondo moderno” appesantisce il nostro corpo di tossine e di scorie acide, che rallentano il nostro metabolismo, e indeboliscono il sistema immunitario, così da perdere gradualmente la capacità di proteggerci dalla malattia e dall’invecchiamento.
Associato agli effetti dannosi di questi fattori fisici, ve ne sono di psicologici ed emozionali, che ci bombardano ogni giorno. Viviamo e lavoriamo in condizioni sempre più stressanti, come il traffico intenso, lavori impegnativi, relazioni famigliari problematiche, incertezza economica, crimine, difficoltà personali, e così via.
Poiché tutto ciò ha un impatto deprimente sulla qualità della nostra vita, oggi abbiamo bisogno di qualcosa di speciale che ci aiuti ad affrontare lo stress della vita moderna. Abbiamo bisogno di qualcosa che ci purifichi costantemente dalle tossine dannose e dalle scorie contenute nel nostro corpo, che ripari il danno a livello cellulare, che ricostruisca il nostro corpo, rafforzi il nostro sistema immunitario, e ci dia equilibrio a livello fisico, elettromagnetico, biologico e chimico.
L’ossigeno è vitaOssigeno, carbonio, idrogeno, azoto e zolfo sono i cinque elementi basilari della vita. Di tutti gli elementi che mantengono in vita, l’ossigeno è il più abbondante. L’ossigeno è essenziale alla combustione (ossidazione), e agisce da disinfettante, deodorante, igienizzante e conservante. L’ossigeno forma quasi il 50% del peso della crosta terrestre, il 42% di tutta la vegetazione, l’85% dell’acqua di mare, il 46% delle rocce ignee e il 47% del suolo asciutto. Questo elemento, senza gusto né odore, così essenziale alla vita, forma il 65% del nostro corpo.Possiamo vivere qualche giorno senz’acqua e qualche settimana senza cibo, ma solo pochi minuti senza ossigeno. Tutte le funzioni del nostro corpo sono regolate dall’ossigeno, che deve essere rimpiazzato di momento in momento, poiché il 90% della nostra energia vitale dipende da esso. L’ossigeno dà energia alle cellule in modo da potersi rigenerare. Il nostro corpo usa l’ossigeno per metabolizzare il cibo ed eliminare le tossine e le scorie attraverso l’ossidazione. Il nostro cervello ha bisogno di ossigeno ogni secondo per elaborare le informazioni. In effetti, tutti i nostri organi hanno bisogno di molto ossigeno per funzionare in modo efficiente. La capacità di pensare, provare sensazioni, muoversi, mangiare, dormire, e persino parlare dipende dall’energia generata dall’ossigeno.L’ossigeno è l’unico elemento in grado di combinarsi con quasi tutti gli altri elementi per formare i componenti essenziali necessari a costruire e mantenere il nostro corpo.
Per esempio, ossigeno + azoto + carbonio + idrogeno = proteine. Ossigeno + carbonio + idrogeno = carboidrati. Ossigeno + idrogeno = acqua. La combinazione dell’ossigeno nell’aria, acqua, proteine e carboidrati dà origine all’energia vitale. Nessuna parte di questa energia potrebbe essere prodotta senza ossigeno. Come potete vedere, senza ossigeno non potremmo fare questa grande esperienza di vivere.
Ossigeno e saluteL’ossigeno è uno dei cinque elementi necessari al sostentamento in vita (e, chiaramente, uno dei più importanti). Per decenni l’ossigeno è stato usato nel trattamento dei malati e dei feriti, e per curare certi disturbi medici come infezioni alle ossa, ferite e altri casi d’emergenza, come l’avvelenamento da ossido di carbonio e i disturbi della decompressione. (Solo recentemente le professioni mediche e sportive hanno iniziato per la prima volta a prendere in seria considerazione il valore di aumentare i livelli d’ossigeno e i benefici che si possono ottenere.)L’ossigeno porta vita ed energia ad ogni singola cellula vivente. Se le cattive abitudini alimentari, il bere, l’inquinamento, le tossine, le medicine o la mancanza di esercizio fisico danneggiano il corpo, le cellule vengono private dell’ossigeno vitale e il sistema immunitario può indebolirsi. Un livello basso d’ossigeno influenza negativamente il metabolismo cellulare del corpo, e può anche fargli produrre sostanze chimiche sbagliate, e/o provocare vari problemi di salute. Sebbene l’ossigeno sia una delle soluzioni più importanti per mantenere la salute, non tutti ne sono consapevoli. Gli scienziati solo ora osservano l’importanza del ruolo svolto dall’ossigeno nella prevenzione della malattia. Tutti i quattro agenti che provocano stress (stress tossico, emozionale, trauma fisico e infezioni) si basano e riducono eccessivamente la riserva d’ossigeno del corpo.
L’ossigeno viene legato all’emoglobina nel sangue ed è distribuito ad ogni cellula del corpo.
L’omeostasi cellulare dipende da un’adeguata scorta di ossigeno nel sangue. La vita è in effetti alimentata dall’ossigeno contenuto nel nostro sangue una mancanza di ossigeno dà come risultato la malattia, la mancanza di vitalità , l’affaticamento e uno stato generale di debolezza.I nostri livelli normali di ossigeno possono diminuire nel tempo per alcuni fattori tra cui:
Stress Tossico: sostanze chimiche tossiche e inquinamento dell’aria, che stanno diventando prevalenti nelle nostre città industrializzate (oltre ad un aumento nell’uso di farmaci );
Stress Emozionale: produce adrenalina e ormoni surrenali, che aumentano il consumo di ossigeno;
Trauma fisico: riduce la circolazione e l’apporto di ossigeno di molte cellule e tessuti in tutto il corpo;
Infezioni: consumano le forme di ossigeno dette “radicali liberi” utili a combattere batteri, funghi e virus. Anche l’uso frequente di medicine riduce le scorte di ossigeno a livello cellulare.
Le ricerche hanno dimostrato che nella maggior parte del mondo i livelli naturali della concentrazione d’ossigeno vitale nella nostra atmosfera stanno scendendo continuamente, a causa dei cambiamenti nell’utilizzo climatico ed industriale che ha avuto luogo negli anni.
Il Dr. Stephen Levine, un biologo molecolare e stimato ricercatore nutrizionista, ha anche affermato: “Possiamo considerare la carenza di ossigeno come la sola grande causa di tutte le malattie.” Formulando la sua ipotesi originale, ha affermato che una “carenza d’ossigeno accompagna ed è un aspetto integrale di tutti gli stati di malattia”, perciò gli effetti di una mancanza d’ossigeno nel sangue potrebbero essere molto probabilmente il punto d’inizio di un indebolimento del sistema immunitario e di temuti problemi di salute, come cancro, leucemia, AIDS, malattie, deperimento nervoso e candida.
Se si riesce a mantenere l’ambiente normale della cellula, non perderà il suo potenziale di crescita e riproduzione. La carenza d’ossigeno crea una carenza dell’ossidazione. Una deficienza d’ossigeno svolge un ruolo importante nella contaminazione delle cellule. L’ossigeno è un disintossicante e quando il livello è basso, allora le tossine cominciano a guastare le funzioni del corpo e a diminuirne la vitalità che dà energia.
Sintomi di carenza d’ossigenoI sintomi iniziali di carenza d’ossigeno includono soprattutto debolezza, stanchezza, problemi circolatori, cattiva digestione, dolori ed affaticamenti muscolari, vertigini, depressione, perdita della memoria, comportamento irrazionale, irritabilità, acidità di stomaco e complicazioni bronchiali. Quando il sistema immunitario viene compromesso da una mancanza d’ossigeno, il corpo è più suscettibile a batteri occasionali, infezioni virali e parassitarie, raffreddori, ed influenza. La mancanza d’ossigeno può anche provocare malattie rischiose per la vita dell’individuo - ha sottolineato il Dott.Otto Warburg, vincitore di due premi Nobel, affermando che il cancro, e altre infezioni o malattie non potrebbero sopravvivere in un ambiente ricco d’ossigeno.
Quando gli scienziati analizzarono il contenuto dell’ossigeno di bolle d’aria intrappolate in perforazioni di ghiaccio nell’Antartico, scoprirono che l’atmosfera terrestre conteneva tra il 38% ed il 50% d’ossigeno. Nel corso degli anni, l’aumento dell’inquinamento, delle tossine, la distruzione delle foreste pluviali, e la riduzione d’altri produttori naturali d’ossigeno hanno causato l’abbassamento del livello d’ossigeno presente nell’attuale atmosfera del 20%. Nelle aree urbane sovrappopolate, i livelli d’ossigeno sono sempre più bassi. Poiché i nostri corpi non sono predisposti ad un consumo d’ossigeno basso, le tossine dannose si accumulano nelle nostre cellule, nei nostri tessuti, organi, e flusso sanguigno. Secondo risultati comparativi, un livello d’ossigeno del 6% causa l’asfissia e la morte.
La rivoluzione industriale, lo sviluppo tecnologico ed i mezzi di trasporto moderni hanno seriamente esaurito i livelli d’ossigeno nell’atmosfera. La nostra ossessione per i combustibili a base di carbonio, usati per alimentare generatori, aerei ed auto causa un vasto consumo giornaliero d’ossigeno. Inoltre vi è la pesante riduzione delle nostre aree verdi e di tutta la flora per la necessità di legname e di carta continua al di là della nostra capacità produttiva. Oggi, gli scienziati hanno determinato che i livelli di concentrazione d’ossigeno atmosferico si stanno riducendo di circa 0,8% ogni 15 anni. Al momento non c’è ragione di credere che in un futuro prossimo quest’andamento cambierà.
Nel corpo l’ossigeno gioca un altro ruolo molto importante, agendo come guardiano e protettore contro i batteri nemici e gli organismi malati. Una delle maggiori funzioni dell’ossigeno è la disgregazione. Scorie, rifiuti, tossine, detriti, altre sostanze inutili vengono distrutte dall’ossigeno ed eliminate dal sistema.
Ossigeno TerapiaQuant’è importante l’ossigeno per la salute del nostro corpo? Molti esperti concludono che la mancanza di ossigeno nelle cellule e nei tessuti umani è legata ad una ampia gamma di problemi di salute (o forse a tutti), e che le ossigeno terapie apportano notevoli benefici fisiologici. Oggi vengono utilizzati diversi tipi di ossigeno terapie benefiche.Che cos’è l’ossigeno terapia? L’ossigeno terapia è un processo supplementare che aumenta il contenuto di ossigeno disponibile nel corpo. Tali terapie possono anche includere processi che aumentano la capacità del corpo di usare o favorire l’assorbimento dell’ossigeno. Molte di queste terapie sono generalmente costose e devono essere gestite e controllate dal medico. Ecco alcune brevi descrizioni di alcune terapie d’ossigeno accettate:
Ossigeno Liquefatto - viene spesso prescritto come terapia inalatoria per seri problemi bronchiali e respiratori.Ozono Terapia O3 - generalmente infuso per via rettale o endovena, viene principalmente usato per potenziare l’ossigenazione del sangue, la circolazione, il sistema immunitario, e per eliminare i batteri, i virus ed i funghi. La molecola d’ozono dell’ossigeno è estremamente instabile e può essere tossica se non somministrata correttamente;Perossido d’Idrogeno Terapia (H2O2) - Il perossido d’idrogeno si produce nel flusso sanguigno per combattere batteri, virus, fermentazioni, funghi, e altri agenti patogeni invadenti. L’ingestione di questa sostanza è estremamente controversa perché può causare una reazione avversa nel tratto digestivo: l’eccesso d’idrogeno causa uno squilibrio del pH e può inoltre produrre radicali liberi pericolosi. Tale sostanza dovrebbe essere utilizzata sotto stretto controllo medico.
Esercizi Respiratori - per migliorare la capacità polmonare, per dare più ossigeno al flusso sanguigno. Molti fanno respiri poco profondi, e le discipline come lo yoga ed altre basate sulla respirazione diaframmatica possono essere di grande aiuto;
Terapia Iperbarica (HBO) - comporta l’assunzione d’ossigeno in una camera pressurizzata. Questa terapia satura i tessuti e le cellule d’ossigeno, favorendo la guarigione e la risposta del sistema immunitario. Inizialmente destinata alla cura di embolie ed embolie gassose di tuffatori ed aviatori, oggi viene impiegata per la cura di varie malattie, agenti patogeni e condizioni degenerative;
CELLFOOD - Integratore Dietetico - secondo il mio punto di vista, più semplice, più efficace e con un costo più conveniente dell’ossigeno terapia, è l’assunzione giornaliera di CELLFOOD.
L’IDROGENOL’idrogenazione (chiamata anche riduzione) è l’aggiunta d’idrogeno ad una molecola. Quasi tutti i processi del corpo richiedono idrogeno. L’idrogeno gioca un ruolo fondamentale nella catena di trasporto dell’elettrone (la strada attraverso la quale gli elettroni si spostano mediante un numero di composti intermedi che prontamente accettano e rilasciano elettroni, alternando tra forma ridotta ed ossidata.) Alimentato da fusione e scissione, l’idrogeno è l’elemento più comune nell’universo. Costruisce le cellule e, se non le modifica, diventano dure e fragili. Queste tendenze sono bilanciate dall’azione dell’ossigeno.
L’idrogeno è necessario al corpo per costruire e ristabilire il sistema immunitario, gli organi e la struttura della cellula. Everett Storey ha affermato “La strada tortuosa verso la salute conduce sempre a qualche forma di idrogeno, probabilmente il Deuterio (il suo più multiforme isotopo) che viene quasi considerato come la forza creativa ed elevata della vita” Il Dott. Ev Storey ha utilizzato il deuterio - usato nel processo produttivo del CELLFOOD- per aiutare gli oligoelementi a rimanere “in soluzione”. Ciò permette poi alla tecnologia detta della “scissione dell’acqua” di svolgere la sua funzione vitale.
Il corpo di norma riceve idrogeno dall’acqua, e da altri liquidi, frutta, e legumi. Una carenza di idrogeno può condurre alla disidratazione - causando un’estrema secchezza ed un anomalo surriscaldamento dei nervi all’interno del corpo.
A causa della disidratazione le sostanze nutrienti umide e grasse non vengono ben assimilate; ciò può portare , corrugamento del viso, secchezza delle mucose, e crampi tendinei.
Altre condizioni causate da una carenza d’idrogeno includono gotta, reumatismi, confusione ed inadeguatezza mentale, rigidità del collo, irritazione cutanea, dolori alle articolazioni. L’idrogeno, come l’ossigeno, viene rilasciato quando si aggiunge CELLFOOD all’acqua, e continua ad essere prodotto in una reazione a catena per più di tre giorni.
AcquaOltre all’ossigeno e all’idrogeno abbiamo bisogno d’acqua per vivere. Sfortunatamente l’inquinamento crescente nel nostro mondo moderno rappresenta un fattore dannoso per la nostra acqua potabile. I rischiosi prodotti chimici come il mercurio, il piombo, l’arsenico, il cianuro, l’alluminio, ed il fosforo entrano nel sistema dell’acqua ogni giorno. Altri prodotti chimici pericolosi e tossici, compresi cloro e fluoro, vengono aggiunti all’acqua per ridurre i microrganismi dannosi e prevenire problemi ai denti. Tutti questi elementi si aggiungono al peso delle tossine che il nostro corpo deve espellere.Per depurare e nutrire le nostre cellule, la ricerca ha provato che abbiamo bisogno di liquidi pari alla metà del peso corporeo ogni giorno (e anche di più, se si vuole perdere peso), esclusi caffè, tè, alcool, succhi di frutta ed altri liquidi. La disidratazione ostacola le funzioni del corpo perché vengono rimosse meno tossine, e una quantità minore di ossigeno e di elementi nutritivi possono essere distribuiti nel corpo - specialmente al cervello formato dall’80% al 90% d’acqua. L’acqua restante del corpo varia dal 65% al 90%.Per avere una buona acqua potabile, dobbiamo purificare o filtrare l’acqua prima di berla. Non basta bollirla perché sebbene uccida gli agenti patogeni, concentra gli agenti inquinanti. Le nuove scoperte su i processi di purificazione dell’acqua mi hanno portato a consigliare di non bere assolutamente acqua distillata o acqua trattata con osmosi. Questi trattamenti fanno diventare l’acqua acida. L’acqua dovrebbe rimanere viva ed il suo pH neutro. CELLFOOD, naturalmente, è un purificatore d’acqua straordinario (vi suggerisco comunque di iniziare a bere la migliore qualità d’acqua per ottenere i più grandi benefici possibili.)
MineraliNoi siamo stati creati dalla polvere della terra. Abbiamo così bisogno in quantità e proporzioni giuste di circa 70 minerali per raggiungere la performance di ogni cellula nel nostro corpo. Ma nel nostro suolo stanno mancando sempre più i minerali necessari. Molti tipi di frutta e legumi hanno, oggi, meno di 12 minerali sui 70 di cui l’essere umano necessita per un corretto funzionamento, e che erano presenti nei nostri cibi centinaia di anni fa. Abbiamo bisogno di minerali per una composizione corretta dei fluidi corporei, per la formazione di sangue e di cellule ossee, e perché il nervo sano continui a funzionare correttamente. La mancanza di un singolo minerale nel nostro corpo può causare problemi mentali e fisici. Dobbiamo, perciò, prendere coscienza del valore nutritivo di ogni tipo di cibo, e mangiare nel modo più corretto possibile. Noi tutti sappiamo dell’importanza del calcio nella nostra alimentazione per rafforzare le ossa e i denti. Talvolta, a causa della grande carenza di minerali nel nostro cibo, la maggior parte di noi ha bisogno di integratori per supplire questa mancanza e per rendere la performance ottimale del nostro corpo. “Sapete che oggi la maggior parte di noi soffre di rischiose carenze alimentari che non possono essere risolte se i nostri cibi non ricevono una giusta quantità di minerali? Il fatto allarmante è che i nostri cibi – frutta, legumi, e cereali – stanno ora crescendo su milioni di acri di terra che non contengono abbastanza minerali per il benessere del nostro corpo….non è importante la quantità, ma la qualità. Mancando le vitamine, il sistema può usufruire dei minerali, ma mancando i minerali, le vitamine sono inutili… La carenza di minerali dà come risultato le malattie…Nessuno oggi mangia abbastanza frutta e legumi per fornire il suo stomaco dei sali minerali richiesti…Il nostro benessere fisico dipende più direttamente dai minerali che dalle vitamine o calorie”.Documento del Senato N.264 (1936)
Stranamente, tutto ciò che abbiamo detto sui minerali sembra oggi essere insolito e quasi allarmante. Infatti tali informazioni risalgono al 1936. Una presa di coscienza generale sull’importanza dei minerali nel cibo è così nuova, che molti manuali sui regimi alimentari contengono poche informazioni a proposito.
Nonostante ciò è sicuramente qualcosa che riguarda tutti noi, ed è oggi sempre più pertinente. La verità è che i nostri cibi variano enormemente per qualità, e alcuni non hanno valore nutritivo. Il benessere del nostro fisico dipende molto più dai minerali che prendiamo dal nostro sistema che dalle calorie o vitamine, o dalla corretta proporzione di amido, proteine o carboidrati che consumiamo.
Voi sicuramente penserete che una carota è una carota, che l’una è uguale all’altra, ma non è così; possono avere lo stesso sapore, ma una diversa quantità di minerali e quindi un diverso valore nutritivo. Diversi test di laboratorio provano che la frutta, i legumi, i cereali, le uova, e persino il latte e la carne non sono oggi com’erano qualche generazione fa (ciò spiega perché i nostri antenati sono cresciuti vigorosamente su una selezione di cibi che manca oggi a noi).
Un regime alimentare pienamente equilibrato non consiste solo principalmente in una quantità considerevole di calorie, vitamine, amido, proteine, carboidrati. Sappiamo che la nostra alimentazione deve contenere soprattutto minerali. Suggerisco perciò un consumo di frutta e legumi organici quando disponibili. I cibi che crescono senza fertilizzanti chimici, pesticidi, erbicidi, hanno un sapore diverso e certamente migliore, ed hanno una quantità maggiore di vitamine e minerali. Come menzionato prima, i cibi prodotti industrialmente di oggi sono carenti nei valori nutritivi fondamentali per la salute del nostro corpo.
Sappiamo che le vitamine sono sostanze chimiche complesse indispensabili ad una corretta alimentazione, e che ognuna di essa è importante per una funzione normale del nostro corpo. Una carenza vitaminica può causare condizioni di squilibrio e malattie rischiose. Oltre alle vitamine sono necessari i minerali, senza i quali le prime non hanno valore.
Benefici degli OligoelementiGli oligoelementi sono minerali che il corpo richiede in quantità di 100 mg o meno, al giorno. Per alcuni, compreso lo iodio, un dosaggio giusto può essere un decimo di 1 mg. Quantità così piccole possono arrecare danno alla nostra salute.
CELLFOOD ha 78 oligoelementi e minerali; qui ho ne ho citati alcuni e spiegato la loro importanza specifica:
Cromo(Cr) - Permette al corpo di bruciare lo zucchero, fornendo energia e evitando danni ai vasi sanguigni ed agli organi. Fonti naturali: fegato, lievito di birra, pepe nero, timo, carne di manzo, pollame, broccoli, crusca e cereali.Rame(Cu) - Necessario per la formazione di cellule sanguigne e di tessuto connettivo. Viene coinvolto anche nella produzione di melanina della pelle. Fonti naturali: fegato di manzo o pollo, cioccolata, frutta, granchio, fagioli, noci, e semi.Iodio (I) - Usato dalla ghiandola tiroidea per produrre gli ormoni essenziali per la crescita, la riproduzione, la formazione dei nervi e delle ossa, e le malattie mentali. Fonti naturali: pesce, molluschi, e alghe.Ferro (Fe) - Produce emoglobina, la proteina che porta ossigeno al corpo. Produce anche alcuni ormoni, tessuti connettivi e neurotrasmettitori del cervello, e controlla il sistema immunitario. Fonti naturali: fegato, carne, pollame, pesce, fagioli, noci, frutta secca, cereali, e legumi Manganese (Mn) - Antiossidante; gioca un ruolo importante nelle reazioni chimiche implicando produzione di energia, il metabolismo delle cellule nervose, contrazione muscolare, e crescita ossea.Fonti naturali: noci, legumi e frutta.Molibdeno(Mo) - Antiossidante; aiuta il corpo a rimanere in salute con solfiti disintossicanti e composti di zolfo. Fonti naturali: latte, fagioli, pane, e cereali.Selenio (Se) - Può aiutare a prevenire alcune forme di cancro e problemi cardiaci. Aiuta anche ad incrementare il sistema immunitario. Fonti naturali: broccoli, funghi, cetrioli, cipolle, cavolo, sedano, ed aglio. Zinco (Zn) - Coinvolto nella struttura e nella funzione di tutte le membrane cellulari come nella produzione di più di 200 enzimi. E’ essenziale per la guarigione di ferite. Fonti naturali: carne di manzo, fegato di manzo e di maiale, agnello, granchio, germe di grano, e ostriche.
Metabolismo ed EnzimiIl metabolismo è la somma di tutte le reazioni chimiche nelle cellule viventi usate per l’attività del corpo, e la sintesi dei costituenti delle cellule. Quasi tutte le reazioni cellulari sono catalizzate da un complesso di molecole proteiche chiamate enzimi, che sono capaci di accelerare i tassi di reazione con un coefficiente che varia da centinaia a milioni. La maggior parte delle strutture nelle cellule viventi sono complesse e richiedono una sostituzione periodica. Questo processo di ricostruzione delle molecole viene chiamato anabolismo. Le strutture che non vengono usate a lungo si decompongono in molecole più piccole e vengono persino riusate o eliminate – questo processo prende il nome di catabolismo.
Ossidazione e RiduzioneLa grande maggioranza di organismi viventi si basa sull’ossigeno per generare il potere ossidante. Il meccanismo effettivo non è una reazione chimica diretta, ma piuttosto una serie di trasferimenti di elettroni attraverso un numero di componenti intermedi che prontamente accettano e rilasciano elettroni alternativamente in forma ossidata e ridotta. Questo processo è detto “catena di trasferimento degli elettroni” ed è simile in tutti gli organismi. Come agente ossidante più forte della catena, l’ossigeno è l’elettron-ricettore finale.
Il ruolo vitale dell’ossigeno negli organismi viventi è quello di essere essenzialmente una sostanza sulla quale si “scaricano” gli elettroni. (Molti microrganismi sono anaerobici e non richiedono ossigeno per la sopravvivenza. Questi organismi sono capaci di utilizzare zolfo e altri componenti come agenti ossidanti.)Tutti gli organismi generano un potere di riduzione attraverso reazioni chimiche reversibili di nicotinamide-adenina dinucleotide (NAD), citocromi, flavina, e altre sostanze già esistenti in una forma ossidata o ridotta. Partecipando alla catena di trasferimento degli elettroni, la forma ridotta viene generata continuamente da quella ossidata.
EnzimiPerché il corpo assuma sostanze nutritive dal cibo che noi mangiamo, è necessario che il cibo venga digerito e metabolizzato nel modo giusto. Gli enzimi digestivi si occupano della digestione. L’amilasi, ad esempio, decompone i carboidrati. Gli enzimi metabolici aiutano a catalizzare le varie reazioni chimiche all’interno delle cellule, come la produzione di energia e la disintossicazione – e in questo modo assistono alla formazione nel corpo di proteine, carboidrati e grassi. La catalasi decompone il perossido d’idrogeno nel corpo e libera più ossigeno. Sfortunatamente, ancora una volta, il nostro stile di vita moderno sta avendo un impatto negativo su questi importanti enzimi. Gli enzimi sono estremamente sensibili al calore e vengono distrutti da temperature di circa 50 gradi Celsius o 122 gradi Fahrenheit. Poichè noi cuociamo i nostri cibi (e spesso eccessivamente), dobbiamo mangiare una maggior quantità di verdura e frutta cruda per aumentare così il nostro apporto d’enzimi. CELLFOOD fornisce 34 enzimi metabolici e digestivi.
AminoacidiInfine, perché il corpo usi il cibo che noi mangiamo, ha bisogno di aminoacidi che gli forniscano le proteine necessarie. Abbastanza stranamente, le proteine che il corpo usa non provengono direttamente dal cibo che mangiamo. La proteina alimentare viene prima decomposta in aminoacidi, che il corpo in seguito usa per formare le specifiche proteine, ormoni, anticorpi, e neuro trasmettitori di cui ha bisogno. CELLFOOD fornisce 17 aminoacidi per assistere queste funzioni.
CAPITOLO 3
Anatomia del CELLFOOD CELLFOOD è una formula altamente concentrata e super energetica contenente 78 oligoelementi ionico/colloidali e minerali (provenienti: 34 dalle piante fossilizzate prese dalla terra vergine, e 44 dai Mari del Sud incontaminati che circondano la Nuova Zelanda, ancora allo stato naturale),combinati con 34 enzimi, 17 aminoacidi, ossigeno disciolto – e tutti tenuti in sospensione in una soluzione di Solfato di Deuterio (D2SO4). Come integratore minerale e nutritivo completo, CELLFOOD aumenta le attività biochimiche nutritive e restituisce al nostro corpo quello che la tecnologia e lo stile di vita moderno gli stanno portando via.
Tutti gli elementi contenuti nel CELLFOOD sono sostanze naturali. CELLFOOD non ha alcol, né glucosio, né ingredienti presenti nella lista delle sostanze vietate dalle associazioni atletiche internazionali. Gli elementi di CELLFOOD derivano solo da fonti naturali, che sono estratte criogenicamente (con la tecnica del freddo) e non chimicamente – e che sono totalmente naturali.
Gli elementi nutritivi in CELLFOOD sono sia in forma ionica che colloidale. Le particelle colloidali sono piccolissime (4-7 nanometri di diametro), e a causa del Fenomeno del Moto Browniano, esse agiscono su una carica negativa (ionica), e rimangono sospese nel liquido. Poiché la maggior parte dei fluidi del corpo (come il sangue e la linfa) sono colloidali e caricati negativamente, il corpo percepisce CELLFOOD come un fluido salutare del corpo, e permette agli elementi nutritivi presenti nel CELLFOOD di passare immediatamente attraverso le membrane cellulari per l’assorbimento, che si trovano nella bocca, nella gola e nell’esofago, direttamente nel flusso sanguigno.
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ALOE E IL NONI
Fin dall’inizio dei tempi nel regno di Tinga, Madre Natura ha pazientemente creato il suo più grande miracolo: il Noni. Catalogato come Morinda Citrifolia, il Noni è la pianta sacra degli sciamani polinesiani; diventa tale per l’alto valore nutritivo e le funzioni terapeutiche individuate dai polinesiani in oltre 2000 anni di utilizzo.Vi sono creazioni della natura che sembrano un vero concentrato di qualità. È il caso dell’Aloe Vera, come del Noni. E il parallelismo non è casuale: l’elevato contenuto di preziosi nutrienti, l’utilizzo a vario spettro, le modalità di assunzione, perfino il sapore poco gradevole del succo ricordano la tanto osannata Aloe. Un paragone senz’altro gratificante per il Noni ma che cela un pericolo che gli estimatori della pianta vorrebbero evitare: la mercificazione del Noni, con conseguente messa sul mercato anche di prodotti scadenti che finiscono con lo sminuire ciò che in realtà è un prezioso dono della natura. Insomma, evitare l’immissione sul mercato di yogurt o detergenti – per fare un esempio – che del Noni hanno solo il nome è quanto auspica chi conosce le potenzialità della pianta. Il valore nutritivo del Noni, come d’altronde di ogni alimento, è strettamente legato a una produzione e trasformazione dell’alimento il più rispettoso possibile della pianta e dei principi attivi che la compongono, talvolta assai instabili, come è il caso di enzimi e alcune vitamine sensibili alla luce e variazioni termiche.Se l’Aloe è un concentrato soprattutto di vitamine – le contiene tutte tredici – ed enzimi, quindici, oltre a Sali minerali e oligoelementi: il Noni è reso eccezionale dalla presenza di tutto lo spettro degli amminoacidi, ciò che ne fa un’ottima fonte di proteine, oltre alle vitamine (C, tiamina, riboflavina, niacina, beta-carotene) e minerali (potassio, sodio, magnesio, ferro, calcio, fosforo, selenio), e alla già citata xeronina, alcaloide dalla marcata proprietà antiossidante.Il Noni non è dunque un medicinale, ma un alimento da noi consumabile piuttosto alla stregua di un integratore alimentare o ricostituente, non permettendoci il nostro clima di godere dei frutti direttamente dal giardino… Come abbiamo già visto è commercializzato in diverse forme: importante è assicurarsi della qualità del prodotto acquistato. Qualità significa costo maggiore certo, ma pure la presenza di tutti i principiativi che rendono il Noni un toccasana. Per mantenerli è ad esempio indispensabile la spremitura a freddo del succo. Diffidate inoltre della semplice scritta “100% naturale”, che da sola non basta a garantire la genuinità del prodotto in quanto la legislazione Svizzera permette questa dicitura a prodotti contenenti un minimo del 12% del frutto anche sottoforma di concentrato.Benvenuti nel sito di Bio Natural Noni. Questo sito vuole di farci conoscere e comprendere meglio le particolarità ed i benefici di questo straordinario frutto. Il nostro scopo è quello di proporre un prodotto lavorato in modo da mantenere intatte le caratteristiche del Noni. Aggiungiamo a questo un prezzo di vendita dei prodotti estremamente interessante. Fin dall’inizio dei tempi nel regno di Tinga, Madre Natura ha pazientemente creato il suo più grande miracolo: il Noni. Catalogato come Morinda Citrifolia, il Noni è la pianta sacra degli sciamani polinesiani; diventa tale per l’alto valore nutritivo e le funzioni terapeutiche individuate dai polinesiani in oltre 2000 anni di utilizzo.Vi sono creazioni della natura che sembrano un vero concentrato di qualità. È il caso dell’Aloe Vera, come del Noni. E il parallelismo non è casuale: l’elevato contenuto di preziosi nutrienti, l’utilizzo a vario spettro, le modalità di assunzione, perfino il sapore poco gradevole del succo ricordano la tanto osannata Aloe. Un paragone senz’altro gratificante per il Noni ma che cela un pericolo che gli estimatori della pianta vorrebbero evitare: la mercificazione del Noni, con conseguente messa sul mercato anche di prodotti scadenti che finiscono con lo sminuire ciò che in realtà è un prezioso dono della natura. Insomma, evitare l’immissione sul mercato di yogurt o detergenti – per fare un esempio – che del Noni hanno solo il nome è quanto auspica chi conosce le potenzialità della pianta. Il valore nutritivo del Noni, come d’altronde di ogni alimento, è strettamente legato a una produzione e trasformazione dell’alimento il più rispettoso possibile della pianta e dei principi attivi che la compongono, talvolta assai instabili, come è il caso di enzimi e alcune vitamine sensibili alla luce e variazioni termiche.Se l’Aloe è un concentrato soprattutto di vitamine – le contiene tutte tredici – ed enzimi, quindici, oltre a Sali minerali e oligoelementi: il Noni è reso eccezionale dalla presenza di tutto lo spettro degli amminoacidi, ciò che ne fa un’ottima fonte di proteine, oltre alle vitamine (C, tiamina, riboflavina, niacina, beta-carotene) e minerali (potassio, sodio, magnesio, ferro, calcio, fosforo, selenio), e alla già citata xeronina, alcaloide dalla marcata proprietà antiossidante.Il Noni non è dunque un medicinale, ma un alimento da noi consumabile piuttosto alla stregua di un integratore alimentare o ricostituente, non permettendoci il nostro clima di godere dei frutti direttamente dal giardino… Come abbiamo già visto è commercializzato in diverse forme: importante è assicurarsi della qualità del prodotto acquistato. Qualità significa costo maggiore certo, ma pure la presenza di tutti i principiativi che rendono il Noni un toccasana. Per mantenerli è ad esempio indispensabile la spremitura a freddo del succo. Diffidate inoltre della semplice scritta “100% naturale”, che da sola non basta a garantire la genuinità del prodotto in quanto la legislazione Svizzera permette questa dicitura a prodotti contenenti un minimo del 12% del frutto anche sottoforma di concentrato.
http://www.ilnoni.com/ (http://www.ilnoni.com/)
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aspes01-02-2007, 01.36.29TAHITIAN NONI INTERNATIONAL : prodotto originale, diffida dalle imitazioni . Con il frutto di Noni (Morinda Citrifolia) , oggi la scienza stanno rivalutando il reale valore di ciò che i popoli della Polinesia si sono tramandati, per secoli, di padre in figlio per arrivare a noi solamente alla soglia del terzo millennio !!! L' elisir è il mitico prodotto in grado di fare dimenticare il peso che gli anni, inesorabilmente, caricano sul nostro corpo e la nostra psiche. Casualmente, all' inizio degli anni '90, uno scienziato americano ha "riscoperto" ciò che le popolazioni della Polinesia, da millenni, si tramandavano di padre in figlio: un rimedio contro il dolore, contro la stanchezza, un potente agente curativo in grado di curare le malattie, combattere le infezioni e mantenere elevato il livello di energia e vitalità di quanti ne facevano uso . Del Noni si sta parlando in tutto il mondo e recentemente più di 40 Università nel mondo sta facendo studi su questo inarrivabiler frutto tropicale , a detta degli Scienziati è un antiossidante 140 volte più potente di qualsiasi altro frutto in natura . Gli studi scientifici indicano :1. Lavora perfettamente quando è assunto con integratori alimentari e farmaci prescritti. 2. Stimola il corpo a generare "T cellule". Le "T cellule" hanno un ruolo determinate nel combattere le malattie. 3. Aiuta il corpo a produrre macrofagi; un componente vitale nel sistema immunitario. 4. Aiuta a combattere i batteri. 5. Ha un effetto incredibile nell' alleviare il dolore cronico.6. Inibisce l'incremento della funzione precancerosa delle cellule e aiuta le cellule sane a lavorare normalmente. Benefici : contiene una ampia varietà di vitamine, minerali, amminoacidi, micronutrienti che forniscono energia al corpo in modo rapido e diretto e antiossidanti che contrastano l'azione dei radicali liberi. Aiuta anche a migliorare la salute ed il benessere . Collateralmente ha un effetto speciale sul sistema nervoso.Dipendentemente da quanto sopra, chi beve il succo di Noni con regolarità dichiara che esso incrementa anche le prestazioni sul lavoro e acuisce le abilità mentali. I 20 Benefici apportati dal succo di Noni : 1. Allevia i dolori artritici 2. Incrementa l'energia del corpo e diminuisce la fatica cronica 3. Agisce come antinfiammatorio e antistaminico 4. Aiuta i processi di guarigione delle ossa e dei muscoli 5 Aiuta il corpo a disintossicarsi dalle tossine 6. Diminuisce i sintomi di arteriosclerosi 7. Aiuta il corpo ad eliminare i grassi8. Diminuisce la dipendenza da droghe9. Nei pazienti affetti da AIDS incrementa la risposta del sistema immunologico 10. Aiuta a diminuire gli effetti degli stati depressivi e dello stress 11. Inibisce la crescita dei tessuti pre-cancerosi/cancerosi 12. Diminuisce l'ulcera (esofagea, gastrica e duodenale) 13. Aiuta il sistema immunitario a combattere i batteri 14. Aiuta a prevenire gli attacchi di cuore 15. Riduce il dolore cronico ( è un grande antidolorifico naturale ! )16. Aiuta a regolare disordini digestivi 17. Aiuta a regolare la pressione del sangue 18. Riduce l'impatto dei sintomi di invecchiamento ( è il più grande antiossidante naturale esistente sulla terra )19. Aiuta il corpo a guarire le cellule malate, aiuta a disintossicarle e aiuta anche a regolare le loro funzioni 20. Lavora insieme alla melatonina e serotonina nella regolazione dei cicli del sonno e dell'umore .I benefici dei componenti dell succo di TAHITIAN NONI JUICE IL Il succo di mirtillo e il succo d'uva sono molto utilizzati dall'industria alimentare e farmaceutica perché hanno un elevato contenuto di sostanze nutrienti, amminoacidi, micronutrienti basilari e amminoacidi essenziali. Componenti del succo di Noni Vitamina A ,Calcio Ferro , Vitamina E ,Vitamina B1 , Vitamina B2 , Vitamina B12 , Vitamina B15, Vitamina B25 , Niacina , Acido folico , Biotina , Acido pantotenico , Fosforo , Magnesio , Zinco , Rame In minori quantità Cromo , Manganese , Molibdeno , Sodio , Potassio , Fruttosio , Glucosio , Fibre . Il Noni non contiene grassi saturi, colesterolo e nemmeno carboidrati aggiunti. Le proprietà del Noni Le sua magnifiche proprietà sono dovute ad uno dei suoi principali componenti : Proxeronase e Proxeronina . Nel corpo, la Proxeronase si trasforma in Xeronina, un alcaloide che è il responsabile di gran parte delle proprietà guaritrici. La Xeronina produce positivi effetti a livello cellulare rendendo possibile un migliore nutrimento della cellulare di conseguenza il corpo intero esperimenta un benessere generale. ! Il succo noni di Tahitian Noni International è il solo succo Noni ad essere stato sottoposto, in anonimato, alle analisi di controllo del prestigioso "ConsumerLab.com" per la ricerca di 170 sostanze dopanti bandite dal C.I.O. (Comitato Olimpico Internazionale . Il prodotto finito è analizzato da laboratori indipendenti per verificare 400 differenti parametri. Anche la religione ebraica riconosce la sua elevatissima purezza assegnando, ad alcuni lotti controllati personalmente da un Rabbino all'uopo incaricato , il certificato ?Qualità Koscher? . Quando si ha a che fare con qualcosa di importante quale è la salute, si ha il dovere fare del proprio meglio...
Info : http://www.noni-tni.net/ TEL. : 3396657575 Skype : aspes100 noniitalia@libero.it
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ilnoni01-02-2007, 21.16.58Condivido pienamente quanto da te scritto circa i benefici del Noni. Quello che mi piacerebbe il consumatore sappesse è il prezzo di vendita poco popolare con il quale sistemi di vendita come quello cui tu appartieni lo lanciano sul mercato. Sul portale web http://www.ilnoni.com/ si possono trovare prodotti a base di Noni ad un prezzo decisamente più conveniente, in realtà credo che il mio prezzo di vendita al pubblico sia più o meno il prezzo di acquisto tuo presso il multilivello. Questo mi porterebbe a credere che i prodotti venduti da te siano migliori di quelli da me proposti. Niente affatto, la qualità dei prodotti da me proposti sono senza ombra di dubbio migliori, in quanto non modificati chimicamente per ottenerne un migliore gusto e soprattutto conservati in modo del tutto naturale e con un'aggiunta dichiarata del 18% di acqua. Forse a te sembrerà una cosa di poco conto, sono altresì convinto però che la gente sappia oggi fare delle scelte sagge e mature.-_________________L'Aloe vera nella medicina veterinaria [ Retour ] Il rapido degrado ambientale induce numerosi allevatori a contemplare l'abbandono dell'allevamento intensivo in batteria, terribilmente inquinante e bisognoso di terapie d'urto, per tomare a metodi d'alleva-mento più tradizionali. Privilegiando la qualità dei prodotti al loro rendimento, l'allevamento ecobiologico rende talvolta la riconversione complessa, ma i risultati si vedono. Negli Stati Uniti ed in Canada, al-cuni agricoltori sperimentano tecniche di allevamento biologico facendo ricorso all'Aloe vera per combattere alcune malattie degli animali. Già ora i risultati ottenuti appaiono sorprendenti e talvolta vanno oltre le aspettative iniziali (Si legga, dello stesso autore: Aloès, hygiène et santé des animaux).
L'uso dell'aloe nel trattamento delle malattie degli animali è ben noto sin dall'antichità. La sua azione antibatterica è stato evidente dopo gli anni '40, in seguito ai risultati convincenti di alcuni test sugli animali, dove si è altresì dimostrata l'assenza di tossicità della pianta.
Tutti gli studi di medicina veterinaria dimostrano che l'efficacia della terapie a base d'aloe, spesso accusata in medicina di avere un mero effetto psicosomatico, è data dalle sue notevili virtù curative e non ad un semplice effetto placebo, che gli animali non conoscono.
Da lungo tempo i ricercatori hanno constatato che numerosi rimedi che guariscono l'uomo agiscono anche sugli animali e viceversa. Nella terapia degli animali, l'aloe ha le stesse proprietà curative cha ha sull'uomo. E` battericida, antivirale, fungicida, antiinfiammatorio ed ha un notevole potere di penetrazione e di nutrimento della pelle. Grazie agli enzimi e agli amminoacidi che fanno parte della sua composizione, favorisce la rigenerazione dei tessuti malati o feriti.
Dal 1970, l'impiego dell'Aloe vera stabilizzata da parte dei veterinari americani ha avuto una crescita considerevole.
«Nel 1975, il dott. Robert Northway di Van Nuys (California) pubblicò un rapporto sul trattamento con l'Aloe vera stabilizzata su 42 cani, 25 gatti e 4 cavalli, per affezioni quali: tigna, otote, atopia ed infezioni micotiche. Su 67 die 71 casi trattati, ebbe dei risultati altrettanto buoni o superiori a quelli ottenuti con le terapie tradizionali. I risultati furono altrettanto eccellenti nelle cure somministrate ai cavalli da corsa per problemi come tendiniti ed infiammazioni alle articolazioni.» Gli animali d'allevamento Da qualche anno, l'impiego dell'Aloe vera nella terapia delle malattie delle mucche da latte, come la mastite (o mastadenite), è diventato una pratica comune. Questo stato infiammatorio della mammella, provocato dall'allattamento o dai traumi inflitti da macchine mungitrici mal regolate, produce una diminuzione della produzione lattiera. Quest'affezione, dovuta ad agenti patogeni quali batteri, livieti, fughi o micosi, costringeva sino ad ieri gli allevatori a fare ricorso agli antibiotici. Ora, dal 1979, le latterie francesi possono rifiutare un latte che contenga tracce di antibiotici, obbligando l'allevatore a rispettare un tempo di sospensione nella consegna molto pregiudizievole. Il trattamento delle mastiti con l'Aloe vera per uso interno ed esterno offre, in effetti, dei risultati degni di nota.
Gli agricoltori della California utilizzano sempre più frequentemente l'Aloe vera per curare i giovani vitelli. Poiché il maggior numero die vitelli è separato dalla madre pochi giorni dopo la nascita, resta fragile e si ammala facilmente. Aggiungendo qualche grammo di Aloe vera stabilizzata nel loro biberon, gli agricoltori hanno migliorato la salute del loro bestiame e ridotto le perdite.
Si è osservato un altro fenomeno straordinario: aggiungendo del succo d'aloe nell'acqua degli abbeveratoi, la quantità di latte prodotto dalle mucche aumenta sensibilmente. E, allorché si mettono a disposizione delle vacche due abbeveratoi, uno con acqua mescolata ad aloe ed uno senza, le mucche vanno quasi sempre a bere da quello contenente l'aloe.
M. Harriman, un fattore del Dakota, ha studiato per un anno la produzione lattiere dalla sua mandria di 50 vacche. Ha così rilevato negli animali che avevano a loro disposizione un'acqua arrichita di Aloe vera un aumento medio annuale di 2000 litri al mese (40 litri per mucca).
Nel suo libro, il dott. Richard Holland racconta ancora com'è giunto alla convinzione che l'Aloe vera sia un prodotto indispensabile in medicina veterinaria:
«Dopo aver studiato i numerosi rapporti sui successi ottenuti nel trattamento di svariate affezioni umane con l'Aloe vera, ho deciso di provarla sugli animali . Nel corso delle mie prime richerche, tuttavia, ho commesso il classico errore dei neofiti: anziché chiedere consiglio an un conoscitore del prodotto, io l'ho ordinato per posta, pensando ingenuamente, come tanti, che essendo l'aloe vera una pianta naturale, non dovessi preoccuparmi della qualità del succo e che un prodotto valesse l'altro. Dopo aver testato il prodotto in diversi casi, senza gran successo, ho incontrato una donna che vendeva prodotti a base d'Aloe vera che erano testati per le loro qualità di sterilità, di stabilità e di non-tossicità.
Dopo una sola settimana d'impiego in trattamenti diversi, che andavano dalle allergie della pelle agili eczemi, passando per le micosi, avevo già ottenuto risultati molto buoni. La cicatrizzazione e la riduzione delle infiammazioni e delle infezioni erano più rapide che con i medicinali che avevo l'abitudine di utilizzare sino allora. Un mese dopo, dovetti confrontarmi con un grave caso d'influenza suina accompagnato da febre alta. Curai la scrofa molto mal ridotta con i classici antibiotici, ma senza troppo successo. La sua salute continuava a peggiorare. Decisi di applicare un trattamento con Aloe vera, per iniezione intra-nasale, al fine di bloccare l'infezione e aiutare la respirazione, ed un 'iniezione intramuscolare per ridurre la febbre e l'infezione. Ripetei due volte le dosi ad intervalli di diverse ore. 24 ore dopo, la febbre era diminuita e la scrofa aveva ritrovato l'appetito. qualche giorno dopo, completamente guarita, diede alla luce una bella figliata di maialini in ottima salute.
Studiando l'efficacia dell'Aloe vera, mi sono molto presto reso conto che tanto in applicazione esterna che interna, non presentava alcuna contro-indicazione. In medicina vaterinaria, la tossicità die farmaci ed i loro effetti secondari sono molto importanti, giacché curiamo animali di svariate specie, la cui sensibilità ai medicinali è altrettanto varia. Così, un medicinale come l'acido borico può essere utilizzato senza alcun rischi per curare i cavalli, ma si rivela tossico per i gatti.» Gli occhi del gatto Il sistema visivo del gatto è molto perfezionato ma, come ogni essere vivente, anche il gatto è soggetto a malattie. La più nota tra queste `la cataratta: una membrana opaca inizia a ricoprire la cornea e, coll'aggravarsi, il gatto può diventare cieco.
Un giorno, una signora ci portò un gatto che non aveva più che il 50% di vista e le sue condizioni continuavano a peggiorare. La signora ci riferì che il gatto soffriva di questa malattia da quattro anni e che lei l'aveva fatto curare da più veterinari che gli avevano prestato le cure tradizionali: antibiotici, cortisone, etc., ma la malattia continuava ad aggravarsi. Prendemmo una bottiglia di Aloe stabilizzato e ne mettemmo qualche goccia in ciascun occhio. Abbiamo dato il flacone alla cliente con la prescrizione d'instillare tre gocce del prodotto in ciascun occhio tre volte al giorno. Due settimane dopo, la signora venne a farci visitare il suo gatto e noi osservammo che le comee erano tomate quasi limpide, cosa del tutto sorprendente considerato il suo precedente stato. Dopo oltre due settimane, la cliente ci ha telefonato per informarci che entrambi gli occhi erano tomati chiari e limpidi, liberi dal loro velo bianco. Cura dei cavalli Il veterinario inglese Edward Johnson, specialista in malattie equine, ha lungamente esercitato negli Stati Uniti, dove ha scoperto delle terapie efficaci a base d'aloe vera stabilizzata. Oggi lavora presso degli allevamenti di puro sangue ed ecco la dichiarazione che ci ha rilasciato:
«La castrazione di uno stallone è un'operazione delicata. Capita frequentemente che gli allevatori mi portino dei cavalli sofferenti. Negli Stati Uniti, il famoso medico veterinario con il quale ho lavorato e dal quale ho molto appreso, era un sostenitore incondizionato dell'Aloe vera. In casi simili, lui cominciava col pulire la ferita con l'Aloe, poi faceva delle applicazioni locali di gel puro, due volte al giorno, oltre a mescolare un bicchiere di succo d'aloe all'acqua dell'abbeveratoio. In quarantott'ore si aveva un nettissimo miglioramento e dopo una settimana di terapie, la piaga era generalmente guarita.» Ferite e strappi Ed Johnson consiglia caldamente l'Aloe vera nei seguenti casi: Strappi muscolari e ferite da contatto con chiodi arrugginiti o filo spinato. In questi casi, lui prima pulisce le ferite con dell''acido borico o del perossido (acqua ossigenata), poi, con una siringa, injetta del gel d'aloe vera nelle cavità. Per curare le ferite profonde, introduce una garza impregnata d'aloe nella piaga, poi, ogni giorno, cambia la garza imbibita d'Aloe vera, riducendo progressivamente la lunghezza del tampone dei qualche centimetro fino alla completa guarigione. Al suo avviso, l'Aloe vera combatte l'infezione ed aiuta la formazione del tessuto sano.
Il dott. Allan Fredrickson, veterinario nello stato di Washington, specialista di cavalli, afferma che l'Aloe vera stabilizzata è indicata nel trattamente delle seguenti affezioni: • Infiammazioni oculari: qualche goccia di Aloe • Infiammazioni del colon: cura di succo puro d'Aloe vera • Ferite ai pastorali • Sarcoide o tumore della pelle • Distorsioni, strappi muscolari, infiammazioni artricolari. Per trattare queste affezion, frequenti nei cavalli da corsa, il dott. Fredrickson raccomanda di massaggiare ogni giorno la regione colpita con la lozione d'aloe vera, poi di ricoprirla con bambagia impregnata di Aloe vera. Nei casi più gravi, egli aggunge un po' di succo d'aloe vera al pasto dell'animale, cosa che contribuisce alla sua guarigione.
Il dott. Fredrickson ritiene che l'aloe vera stabilizzata sia eccellente per curare le brutte lacerazioni e le ferite, giacché possiede le seguenti sei proprietà:
1) agisce come coagulante per arrestare le emorragie,2) calma il dolore,3) riduce l'infiammazione,4) è batteriostatico,5) elimina i tessuti necrotizzati e6) è un eccellente cicatrizzante.
In Europa, l'uso dell'aloe nell'igiene e la cura degli animali è ancora poco diffuso. Qua e là, tuttavia, medici ed allievi hanno sperimentato questi prodotti e, di fronte ai successi ottenuti, li hanno adottati.
Gli effetti sopraindicati si ottengono esclusivamente con un succo d'Aloe vera puro ed inalterato, tratto da foglie fresche e mature dell'Aloe barbadensis, stabilizzato a freddo. L'uso dell'Aloe vera per le più comuni malattie animali L'uso dell'Aloe nel trattamento delle malattie degli animali è ben noto sin dall'antichità. Nella terapia degli animali, l'Aloe ha le stesse proprietà curative cha ha sull'uomo. Gli studi di medicina veterinaria dimostrano che l'efficacia delle terapie a base d'Aloe, spesso accusata in medicina di avere un mero effetto psicosomatico, è data dalle sue notevoli virtù curative e non ad un semplice effetto placebo, che gli animali non conoscono. Abrasioni, Adenite equina, Arrembatura, Articolazioni gonfie, Artrite, Ascessi, Catarro, Congiuntivite, Contusioni, Convalescenza, Diarrea, Esantema, Faringite, Febbre, Ferite, Gonfiori, Granulazione suberante, Infezioni alla gola, Infezioni calcaree, Infezioni uterine, Infiammazioni, Legamento sospensorio, Lesioni alla corona, Mal di gola, Morsi, Muco nasale, Mughetto, Piaghe alla bocca, Piaghe alle zampe, Problemi agli occhi, Punture, Problemi cutanei (eczema, tricofitosi, ecc.), Problemi respiratori, Prurito, Punture, Sangue nelle orine, Scottature solari, Slogature e stiramenti, Tagli, Tosse, Ustioni, Verruche, Virus, etc. Il cane ha subito un trauma cranico e una ferita lacero contusa con perdita di cute a tutto spessore (epidermide e derma) per una superficie di 15x7 cm che è stata trattata con terapia sistemica e con medicazioni locali sostituite ogni 3 giorni, fatte con gel di Aloe vera VERDALOE.
Nell'arco di 15 giorni la ferita si è completamente cicatrizzata e dopo circa un mese, all'ultimo controllo, è addiritura tornato a crescere il pelo. Del brutto incidente è rimasta solo una cicatrice sottile e praticamente invisibile.Maggio 2005, Dr. Giovanni Seneca, Como _________Percorso Storico dell'AloeL'Aloe L'Aloe, tra le molte piante di questo pianeta, vanta sicuramente una affascinante storia millenaria, testimoniata da molti testi antichi che ne documentano l'uso e le caratteristiche terapeutiche.Definita pianta dell'immortalità dagli antichi Egizi, essa veniva piantata presso l'entrata delle piramidi per indicare il cammino dei Faraoni verso la terra dei morti; era utilizzata come ingrediente nella preparazione di sostanze per l'imbalsamazione (un caso per tutti, il Faraone Ramses II), sia in Egitto sia nell'antica Mesopotamia, ma era coltivata soprattutto ad uso terapeutico. Sempre gli antichi Egizi, inventori del clistere, la utilizzavano come enteroclisma purgante, associandola ad altre erbe. Persino la Bibbia fa riferimento più volte a questa pianta; ad esempio nel Vangelo di Giovanni, capitolo 19 verso 39, leggiamo che Nicodemo realizzò una miscela di Mirra ed Aloe per preparare il corpo di Gesù per la sepoltura, e nei Salmi (45:8), le vesti dei Re sono profumate di Mirra e Aloe. Si sa, inoltre, che gli antichi Assiri ingerivano il succo di Sibaru o Siburu (Aloe) per risolvere i disagi dovuti all'ingestione e alla formazione di gas intestinali. Non fu difficile per gli Assiriologi, infatti, identificare l'Aloe, nella decifrazione dei testi cuneiformi, sulle tavolette d'argilla ritrovate durante gli scavi in quella che doveva essere la biblioteca del re Assurbanipal (Dizionario Botanico Assiro di Thompson), laddove si poteva leggere: "Le foglie assomigliano a foderi di coltelli". Nella cultura Maya, l'Hunpeckin-ci (Aloe) era considerato un meraviglioso rimedio per il mal di testa; il succo si preparava in infusione, e veniva bevuta diluito con acqua, mentre le donne Maya strofinavano il gel (dal forte gusto amaro) sui seni per imporre lo svezzamento ai loro bambini. Nel 1° secolo a.C., sia Dioscoride, medico greco al servizio dell'Impero Romano, che Plinio il Vecchio, autore del famoso trattato "Historia Naturalis", descrivevano gli usi terapeutici del succo d'Aloe per curare ferite, disturbi di stomaco, stipsi, punture d'insetto, mal di testa, calvizie, irritazioni della pelle, problemi orali ed altri disagi. Molto più tardi, anche Cristoforo Colombo, durante il viaggio verso il Nuovo Mondo, annotava nel suo diario: "Todo està bien, hay Aloe a bordo". Sicuramente, diverse civiltà e vari popoli attribuirono a questa pianta anche poteri magici ed esoterici: ad esempio, secondo un testo cuneiforme accadico di oltre 4000 anni fa, l'Aloe, posta davanti all'ingresso di molte case, in particolar modo di nuova costruzione, assicurava lunga vita e prosperità ai suoi residenti; ancora oggi, in Egitto è considerata protettrice e portatrice di felicità se collocata presso le abitazioni. Anche oggi, si può trovare all'interno dei negozi: qualcuno crede, infatti, che essa protegga il nucleo familiare assorbendo le energie negative portate da alcuni visitatori; un fiocco rosso attorno alla pianta, poi, serve ad invocare l'amore, mentre uno verde ad invocare la fortuna; in alcuni rituali, inoltre, è ancora utilizzata per il suo "potere energetico".Ricercatori moderni Questo breve tracciato storico, che contempla anche aspetti legati alla superstizione, dimostra come l'Aloe, da oltre quattromila anni, faccia parte della medicina popolare nella storia dell'umanità. Ai nostri giorni, dopo essere stata relegata ad un posto di second'ordine, com'è avvenuto per la maggior parte delle piante medicinali a causa di un uso generalizzato dei farmaci moderni, l'Aloe è tornata a far parlare di sé, in particolar modo a partire dal 1851, quando due ricercatori, Smith e Stenhouse isolarono un principio attivo con proprietà lassative che essi chiamarono Aloina. Nel 1935, Creston Collins e suo figlio rivelarono, in un rapporto divenuto poi celebre, il possibile utilizzo dell'Aloe per sopperire agli effetti devastanti delle radiazioni; così, da quel momento, molti scienziati presero in considerazione uno studio più approfondito di questa pianta. Arriviamo alla fine degli anni '50, quando il farmacista texano Bill Coats riuscì a stabilizzare la polpa con un procedimento naturale: si aprirono, in tal modo, le porte alla commercializzazione per uso industriale di prodotti a base d'Aloe. In precedenza i limiti erano posti dal problema dell'ossidazione del succo che non si conservava a lungo, alterandosi rapidamente una volta estratto a freddo dalla pianta. Alcuni ricercatori tentarono di risolvere il problema con l'esposizione del gel ai raggi ultravioletti, ma questo procedimento alterava la sua composizione chimica; si tentò inoltre con la pastorizzazione del gel a temperature superiori ai 60° dopo aver aggiunto perossido d'idrogeno, ma anche questo tentativo fallì. Bill Coats fu il primo a realizzare un procedimento atto a conservare gli enzimi e le vitamine presenti nell'Aloe; tale procedimento consisteva nell'incubazione del gel con aggiunta di vitamina C (acido ascorbico), vitamina E (tocoferolo) e sorbitolo. Il dottor G.W. Reynolds classificò, nel 1950, almeno 350 specie di Aloe; oggi, oltre 600 varietà di piante del genere Aloe, che appartenevano alla famiglia delle Liliacee, sono state classificate recentemente come Aloaceae. Ben 125 specie sono state catalogate solo nel Sud Africa (inclusi lo Swaiziland ed il Lesotho), mentre le altre sono distribuite in ulteriori zone del continente africano, in Israele in India, in Pakistan, nel Nepal, in Cina, in Tailandia, in Cambogia, nei Caraibi, in Spagna, a Cuba, nell'America Centrale e del Sud, nell'America del Nord (Texas e Florida) e in Messico. Il ceppo d'origine dell'Aloe, dunque, è da ricercare in (Reynolds, 1966). Il suo habitat è tipico delle zone aride e desertiche e può raggiungere altezze che variano dai pochi centimetri ai venti metri, secondo la specie. Va chiarito che in botanica, in genere, si usa chiamare una pianta con la denominazione assegnata dall'ultimo studioso; per fare un esempio, l'Aloe Barbadensis o delle Barbados, di Miller, è il nome attuale dell'Aloe vera di Linneo e dell'Aloe Vularis di Lamarck. Il termine Aloe ("Allo eh" in arabo, "Halal" in ebraico, "Alo hei" in Cina, Aloe nei paesi occidentali) deriva dalla radice greca "Als" o "Alos", che significa sostanza amara, salata come l'acqua del mare. I suoi fiori vanno dal bianco-verdastro, per esempio, dell'Aloe Integra dello Swaziland che fiorisce da ottobre a dicembre; dal rosa-aranciato dell'Aloe Zebrina (distribuita in Botswana, Namibia, Angola e Zimbabwe), con fioritura da gennaio a marzo e da novembre a dicembre, secondo il clima, al rosa più intenso, con tendenza al rosso, dell'Aloe Peglerae presente in Magaliesberg, Witwatersberg (Petroria), con fioritura da luglio ad agosto. Le tre specie più conosciuteVediamo ora, in dettaglio, confrontandole fra loro, le tre specie più conosciute: l'Aloe Vera Barbadensis, l'Aloe Arborescens Miller e l'Aloe Ferox. Va, innanzitutto, detto che l'Aloe Vera, così battezzata e descritta da Linneo, l'Aloe Barbadensis di Miller, e l'Aloe Vulgaris di Lamarck sono la stessa pianta. L'Aloe Barbadensis deve il suo nome alle Isole Barbados, ma è anche presente nel resto delle Antille, nei Caraibi e soprattutto sulla costa nord orientale dell'Africa da cui probabilmente si diffuse. Il problema del nome, è complicato dal fatto che Miller aveva a sua volta denominato e battezzato Aloe Vera un'altra varietà di Aloe, creando una certa confusione nell'ambiente botanico. Così, oggi, abbiamo sia l'Aloe Barbadensis, chiamata spesso Aloe Vera, sia un altro tipo di Aloe denominata Aloe Vera qualità Vera, per differenziarla dalla prima. Confrontandole, però, è abbastanza facile distinguere la Barbadensis dall'Aloe Vera qualità Vera, pur senza essere dei botanici di professione: la prima ha le foglie raccolte intorno ad un rosone centrale, mentre l'altra ha le foglie sovrapposte. L'Aloe Barbadensis può raggiungere un'altezza massima di 60-90 cm, e vive, in genere, cinque anni. Le sue foglie spinose possono raggiungere una lunghezza di 40-50 cm, con una larghezza alla base che varia dai 6 ai 10 cm. Queste foglie, maculate in fase di crescita, assumono un colore verde uniforme allo stato adulto, rivestite da una pellicola protettrice che permette alla pianta di filtrare l'aria e l'acqua. Sotto questa membrana troviamo un primo strato cellulosico che racchiude cristalli di ossalato di calcio e le cellule pericicliche dell'Aloina, l'essudato giallo-rosato con proprietà lassative. Racchiuso in questa triplice protezione vegetale, troviamo il Parenchima, un tessuto incolore costituito dal gel della pianta così tanto ricercato. La qualità di quest'ultimo dipende molto dal tipo di clima e dall'irrigazione. L'Aloe Arborescens, spesso confusa con l'Aloe Mutabilis, presenta le seguenti caratteristiche: il suo tronco può superare i due metri di altezza; le foglie vanno dal colore grigio - verde al verde chiaro e possono arrivare ad una lunghezza di 50, 60 cm. Il suo paese di origine è il Sud Africa. Chiamata anche Aloe del Capo (Cape Aloe), cresce spontaneamente nella provincia del Capo, nel KwaZulu-Natal, nel Mpumalanga e nel nord della provincia, nel Mozabico, nello Zimbabwe e nel Malawi. Oggi diffusissima in varie parti del globo, questa specie fiorisce da maggio a luglio e i suoi fiori possono essere gialli, rosa o arancio. Poiché contengono poca acqua, le foglie presentano una quantità maggiore di principi attivi. L'Aloe Ferox, infine, è molto robusta e la sua altezza varia dai 2 ai cinque metri nelle piante più vecchie. Le sue foglie, molto carnose, hanno una tendenza di colore che va dal verde al grigio - verde, con spine di colore più scuro rispetto alla foglia. Presenta infiorescenze erette, con 5-12 fiori rosa - corallo disposti in verticale su un unico stelo; generalmente confusa con altre specie (A. Marlothii, A. Spectabilis), fiorisce da maggio ad agosto (nelle zone più settentrionali, invece, da settembre a novembre). È anch'essa originaria dell'Africa meridionale; in particolar modo, è diffusa nelle zone aride della provincia del Capo (est ed ovest), nel sud del kwaZulu-Natal e in alcune zone del sud-ovest del Lesotho.