Saturday, October 09, 2010

FORMICOLIO, DITA, BRACCIO , ICTUS, VARIE

formicolio, si cerca
un disturbo fastidioso, frequente, spesso innocente. non sempre, pero' : in alcuni casi rappresenta la manifestazione

di una precisa patologia, piu' o meno grave

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: FORMICOLIO, SI CERCA Un disturbo

fastidioso, frequente, spesso innocente. Non sempre, pero' . In alcuni casi rappresenta la manifestazione di una

precisa patologia, piu' o meno grave - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Una

sensazione sperimentata da chiunque, il formicolio alla mano. Un disturbo che in genere si risolve spontaneamente. Ma

che a volte puo' farsi ostinato. E associarsi a sensazioni dolorose all' arto superiore. Dietro le quinte di una

simile condizione c' e' una sofferenza dei "fili elettrici" che assicurano la sensibilita' e il movimento dell' arto.

Una sofferenza provocata da quali problemi? In queste pagine abbiamo voluto fornire l' identikit delle piu' frequenti

cause. Diciamo che alla base dei vari disturbi c' e' in genere una compressione dei tronchi nervosi, un incidente di

percorso che tende spesso a realizzarsi in determinati punti: la' dove il nervo s' impegna in qualche "tunnel".

Infatti attorno al tronco nervoso le strutture muscolari, ossee e tendinee si organizzano a descrivere qua e la'

minute gallerie. Si tratta di spazi anatomici angusti, delicati, ma soprattutto inestensibili. Pertanto qualsiasi

alterazione che provoca un "aumento di pressione" all' interno di tali canali finisce per causare una compressione

del nervo. Un classico esempio, in questo senso, e' la "sindrome del tunnel carpale", un disturbo che interessa

prevalentemente la donna e che e' dovuto alla compressione del "nervo mediano" . come meglio diremo in seguito . in

quella galleria di tessuto osseo e connettivo accolta nel palmo della mano. Grande "spina nel fianco" dei tronchi

nervosi e' , poi, l' artrosi. Questa malattia degenerativa e' caratterizzata dalla formazione di "becchi", di speroni

ossei: il loro sviluppo a livello delle vertebre cervicali finisce per "irritare" le radici nervose che emergono dal

midollo spinale. Vediamo, allora, in dettaglio, i principali "guai" nervosi dell' arto superiore. E, naturalmente, i

mezzi a nostra disposizione per contrastarli. *Servizio di chirurgia ortopedica, Casa di cura "S. Ambrogio", Milano

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: E' IL GOMITO CHE DA' LA SCOSSA - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - A tutti e' sicuramente successo, urtando il gomito, di

avvertire una sensazione simile a una scarica elettrica che "corre" verso la mano. Il fenomeno e' dovuto a una

stimolazione del nervo ulnare, che nel gomito decorre . in posizione assai superficiale . in un canale osseo. Questo

"tunnel" . in seguito a un processo artrosico, a eventi traumatici o per motivi ancora non chiari . puo' andare

incontro a un progressivo restringimento (stenosi), fenomeno che provoca inevitabilmente una compressione del nervo.

I disturbi variano a seconda del grado di questa compressione. All' inizio il paziente avverte soltanto una

sensazione di formicolio sul quinto dito e in parte sul quarto, in corrispondenza della superficie dorsale della

mano. Se non si provvede ad attuare un trattamento precoce, queste sensazioni aumenteranno fino a sfociare in una

vera e propria mancanza di sensibilita' nelle dita interessate. Nel frattempo si assistera' anche a una progressiva

perdita di volume a carico dei piccoli muscoli della mano innervati dal nervo ulnare. Alla fine la mano assume un

aspetto scheletrico ed e' impossibilitata a estendere il quarto e il quinto dito. Il disturbo compare con la stessa

frequenza nell' uomo e nella donna di eta' media. Gia' questo quadro e' sufficiente a indirizzare il medico verso la

diagnosi. Ma, come in tutte le lesioni nervose, un esame elettromiografico, che permette di misurare le "correnti

elettriche" condotte dai nervi, fornisce la prova definitiva. LE CURE Il trattamento della "sindrome compressiva del

nervo ulnare" e' puramente chirurgico. L' intervento consiste nella liberazione del nervo: in pratica alle strutture

nervose si da' piu' spazio ampliando per tutta la sua estensione il canale che le accoglie. Si tratta di un'

operazione rapida, ma assai delicata, data la complessita' delle strutture anatomiche coinvolte. -------------------

------ PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: LA SENSIBILITA PERSA NEL TUNNEL - - - - - - - - - - - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - La "sindrome del tunnel carpale" consiste nella compressione del nervo

mediano a livello di un canale osteo fibroso (composto, cioe' , da strutture ossee e fibrose) situato nel polso: in

questo "tunnel", detto "carpale", passano i tendini flessori delle dita e, per l' appunto, il nervo mediano, che si

trova in una posizione superficiale. Qualsiasi alterazione in tale sede e' pertanto in grado di provocare una

compressione del nervo. L' evento compromette la sensibilita' : insorge un formicolio nelle prime tre dita della

mano, che esordisce di notte e che persiste durante il giorno negli stadi piu' avanzati della malattia. Si arriva

progressivamente alla perdita della sensibilita' . Il sesso piu' colpito e' quello femminile, con un rapporto tra

donne e uomini di 9 a 1. Si manifesta a partire dai 25 30 anni, ma non sono rari riscontri della malattia a 18 20

anni. In ogni caso si calcola che circa il 20 per cento delle donne oltre i 60 anni soffra della sindrome. La

gravidanza e la menopausa (con le modificazioni ormonali che questi momenti della vita comportano) possono favorire

tale condizione. Il medico fonda la sua diagnosi sulla caratteristica sintomatologia. Ma la conferma giunge dall'

esame elettromiografico (che valuta la capacita' del nervo mediano a condurre uno stimolo elettrico). LE CURE Il

trattamento consigliato e' chirurgico e consiste nell' apertura del canale carpale, volta a decomprimere il nervo

mediano. Dal 1991 questo trattamento viene eseguito, nella maggioranza dei casi, con tecnica "mininvasiva", per via

endoscopica. Si procede con l' introduzione, mediante apposite sonde, di un endoscopio all' interno del canale

carpale, che proietta su un monitor la situazione anatomica. Sotto controllo endoscopico si procede, quindi, alla

recisione del "tetto" del canale. ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: NERVI

IN CRISI A CAUSA DELL' ARTROSI - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Tutti noi, a

partire dai quarant' anni, presentiamo segni piu' o meno evidenti di artrosi cervicale. Nella maggioranza dei casi

tale affezione rimane asintomatica, non da' , cioe' , segno di se' . Si rende evidente con dolori che insorgono in

seguito a movimenti del collo e che si irradiano alle braccia (si parla di "cervicobrachialgia"). E anche possibile

che compaiano vertigini. Soltanto in casi eccezionali questa malattia puo' causare formicolio alle mani: cio' dipende

sostanzialmente dalla compressione delle radici nervose provocata dalla progressiva deformazione delle strutture

ossee vertebrali. Nel processo artrosico e' , infatti, tipica la formazione di speroni ossei chiamati "osteofiti",

che possono occludere il foro di passaggio delle radici nervose. LE CURE Il trattamento e' "misto". Innanzitutto e'

fondamentale il consulto dello specialista fisiatra, che deve stilare un programma di attivita' fisica da abbinare

all' impiego di collari cervicali e all' eventuale trattamento farmacologico. Soltanto nei casi piu' gravi e'

consigliabile l' intervento chirurgico, che mira a decomprimere le radici nervose a livello delle vertebre cervicali.

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: SE LA CERVICALE MANDA UN SEGNALE - - - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - L' ernia del disco cervicale va sempre sospettata in

caso di formicolio alle mani. Progressive usure, sia di natura artrosica sia in seguito a traumi, possono portare

allo spostamento della parte centrale del disco intervertebrale (il cuscinetto fra una vertebra e l' altra), che

finisce per comprimere il midollo. I disturbi ricordano quelli dell' artrosi cervicale, con dolori (che possono

essere, pero' , piu' severi) e rigidita' al collo. Negli stadi avanzati, possono insorgere zone estese di riduzione

della massa muscolare, dapprima all' arto superiore, successivamente anche all' inferiore. LE CURE Il trattamento e'

chirurgico e consiste nell' asportazione del disco intervertebrale. E un intervento assai delicato, piu' difficile

dell' asportazione del disco a livello lombare. Dev' essere effettuato in centri qualificati (di ortopedia o

chirurgia specializzati nella patologia della colonna cervicale) e seguito da un programma fisioterapico. ----------

--------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: PROBLEMI ALLA RADICE SE IL MUSCOLO E INVADENTE - -

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Si chiama "sindrome dello stretto toracico

superiore" ed e' una condizione causata da vari fattori. E appannaggio del sesso femminile, si riscontra piu' di

frequente dopo i quarant' anni, ma e' osservabile anche a partire dalla trentina. Il tratto distintivo di questa

malattia e' una compressione o, quanto meno, un' alterazione, del decorso del "plesso brachiale", che e' quella

struttura nervosa da cui prendono origine i nervi destinati all' arto superiore. Il plesso brachiale e' costituito da

cinque radici nervose che, partendo dal midollo spinale, s' impegnano, subito al di la' delle vertebre, in uno spazio

triangolare delimitato dai "muscoli scaleni" (tesi dalle vertebre cervicali alla prima costa). Una qualsiasi

alterazione che interessa tale regione anatomica si traduce in una sindrome compressiva a carico del plesso

brachiale. Le cause, come si diceva, sono varie: alterazioni della forma della settima vertebra cervicale (ci puo'

essere addirittura una costola in soprannumero . le costole, infatti, traggono origine dalle vertebre toraciche); un'

abnorme grandezza dei muscoli scaleni (ipertrofia) o presenza di anomalie nelle loro inserzioni sulla prima costola;

legamenti che deviano il decorso dei nervi. La diagnosi e' difficile, perche' , vista la molteplicita' delle cause, i

disturbi sono variabili. Fra questi i piu' frequenti sono: dolori al braccio, diffusi e non ben localizzati in punti

precisi, con tipiche irradiazioni posteriori lungo il contorno della scapola che si acuiscono sollevando pesi;

diffusi formicolii alle mani, soprattutto al quarto e quinto dito; disturbi a carico della circolazione sanguigna,

per il fatto che anche l' arteria puo' rimanere compressa nello spazio delimitato dai muscoli scaleni; disturbi nel

tratto cervicale della colonna vertebrale, non ben differenziabili, pero' , dai fastidi dovuti all' artrosi

cervicale, presente nella maggior parte dei casi (soprattutto quando la sindrome compare in eta' piu' avanzata). LE

CURE Una volta formulata la diagnosi (che, per la molteplicita' dei sintomi, e' posta per lo piu' escludendo

accuratamente altre patologie, come artrosi ed ernia del disco), occorre ricorrere alla fisioterapia e all' impiego

di speciali collari. Se tali trattamenti non hanno successo, bisogna sottoporre il paziente all' intervento

chirurgico. Questo consiste nella "liberazione" dei nervi del plesso brachiale: l' operazione, in pratica, rimuove

tutte le cause della compressione (costole sovrannumerarie, anomalie d' inserzione dei muscoli e cosi' via). E un

intervento molto delicato, vista la complessita' delle strutture che si vanno a toccare; richiede, quindi, un'

estrema attenzione e un' esperienza specifica. ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------

TITOLO: QUEL GELO SULLA PUNTA DELLE DITA - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Il

"morbo di Raynaud" e' un disturbo di probabile origine neurovegetativa: consiste nello spasmo delle arterie digitali

di una o piu' dita, complice l' esposizione al freddo. La sua presenza e' spesso associata a malattie

autoimmunitarie. Piu' che un formicolio provoca una perdita della sensibilita' , con dolori dovuti a deficit della

circolazione. Quando la "crisi" compare, il dito diventa completamente bianco e in un secondo tempo assume un

colorito cianotico. LE CURE Il trattamento all' inizio si basa su farmaci capaci di contrastare lo spasmo delle

arterie. Se questi non sortiscono effetti, bisogna passare all' intervento chirurgico: consiste nel provocare la

paralisi del "sistema nervoso simpatico" (da cui dipende lo spasmo vascolare) agendo o a livello toracico

(gangliectomia toracica) o periferico (asportando la membrana esterna dei vasi arteriosi, la cosiddetta

"avventiziectomia"). ------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ TITOLO: UN PERCORSO DAVVERO

TORTUOSO - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Il nervo mediano, di cui abbiamo gia'

parlato nella "sindrome del tunnel carpale", puo' subire compressioni nel suo decorso a livello del gomito. Infatti,

dopo la piega del gomito, il nervo transita o al di sotto o nello spessore dei muscoli dell' avambraccio. L'

esistenza di formazioni cistiche o tumorali o, piu' semplicemente, la presenza di "nastri" fibrosi, puo' deviare il

decorso del nervo fino a provocarne una compressione. I disturbi non sono dissimili da quelli che si accusano nella

sindrome del tunnel carpale (formicolio nelle prime tre dita della mano). La differenza consiste nel periodo d'

insorgenza dei disturbi: questi compaiono per lo piu' nelle ore diurne e sotto sforzo (la "sindrome del tunnel

carpale" si fa, invece, "sentire" di notte). Inoltre e' presente una maggior perdita di forza, perche' la

compressione del nervo mediano a livello del gomito compromette tutta la muscolatura flessoria della mano. LE CURE Il

trattamento consiste nella decompressione del nervo, mediante esplorazione chirurgica e rimozione di tutti gli

ostacoli che premono sul nervo o ne provocano la deviazione. ------------------------- PUBBLICATO ------------------

------------ TITOLO: UNA STRETTA DI MANO TROPPO FORTE - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

- - - La possibilita' che il nervo ulnare possa essere compresso si realizza a livello del gomito. Un' altra

evenienza e' che la compressione avvenga nella mano, in quel "tunnel" che si trova sul suo lato interno e che

contiene, oltre al nervo ulnare, anche l' arteria e le vene ulnari ("canale di Guyon"). E questa una struttura assai

rigida, avendo pavimento e pareti laterali fatte di tessuto osseo e un tetto fibroso. Un' alterazione a carico di

tali strutture, dovuta a varie cause (eccessivo spessore del "tetto" o presenza di neoformazioni all' interno del

canale) provoca una compressione a carico del nervo ulnare. La compressione nel canale di Guyon e' assai simile a

quella che si verifica a livello del gomito (produce formicolio in corrispondenza del quarto e quinto dito). Anche in

questo caso l' esame elettromiografico e' il test decisivo per formulare la diagnosi. LE CURE Il trattamento e'

chirurgico e consiste nell' apertura del canale mediante asportazione del tetto. Ovviamente la presenza di formazioni

varie nel tunnel si risolvera' con la loro rimozione, che dovra' essere completa.

Morelli Alberto


Pagina 006/007
(7 marzo 1994) - Corriere della Sera

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Formicolii
di Attilio Speciani
Una fastidiosa sensazione di formicolio può dipendere da moltissime cause, sia fisiche (compressione nervosa,

alterazione circolatoria, eccetera) sia psichiche (tensione nervosa, iperemotività, ansia, eccetera).

Una cosa è certa: se si mette a formicolare una gamba dopo mezz'ora che si è seduti a gambe accavallate, oppure se si

informicola un braccio durante la notte perché ci si dorme sopra, questo non è da considerare una situazione

patologica e dei semplici esercizi fisici e un po' di ginnastica attuata con costanza risolveranno il problema.

Se, invece, il formicolio è persistente e fastidioso durante il giorno, può essere utile consultare il medico che

saprà valutare la causa tra i Dolori artro-reumatici, la Circolazione, le forme tossiche (vedi Alcolismo) o specifici

disturbi del nervo o del sistema nervoso centrale.

Prima di discuterne col proprio medico in molti casi è possibile tentare un riequilibrio spontaneo.

Omeopatia
Si possono valutare i prodotti già descritti alle voci Sciatica, Nevralgia e Nevrite.

Oligoelementi
Il Magnesio è uno dei minerali più importanti per il riequilibrio del nervo. Insieme a questo altri minrerali come

Manganese, Zinco e Rame sono importanti. È utilissima la assunzione di 1 misurino di Oximix 4+ (miscela di

oxiprolinati) alla sera quando la componente nervosa ed emotiva sia dominante.

Quando invece si sospetta maggiormente un disturbo di circolazione la miscela più indicata è Oximix 5+ (1 misurino al

mattino).

Nel dubbio, mezzo misurino (2,5 ml) di Oximix 5+ al mattino e altrettanto alla sera di Oximix 4+.

Vitaminoterapia e integrazione alimentare
Vale quanto detto alla voce Nevrite, cioè riequilibrare comunque l'apporto di vitamina B, e quanto detto alla voce

Dolori muscolari per riequilibrare la nutrizione dei muscoli.

Note di dietologia
Assumere obbligatoriamente dei cereali integrali e della lecitina di soia, oltre che arricchire la propria

alimentazione di magnesio (contenuto nelle noci e nella verdura in foglia).

La medicina popolare
Se i formicolii sono agli arti superiori, è buona cosa dormire per qualche giorno con una rivista arrotolata e

avvolta in un asciugamano sotto il collo, in modo che la colonna cervicale riprenda la sua giusta conformazione.

Quando comunque interviene il formicolio durante il giorno, si può cercare di farlo scomparire “misurando a spanne”

un tavolo o una scrivania, premendo con tutto il proprio peso sull'arto.

Questo riattiva la circolazione, ridà tono muscolare e fa cessare, in genere, la sensazione di formicolio.

Dott. Attilio Speciani
Allergologo e Immunologo clinico


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Che cos’è l’Ictus

L’Ictus è una malattia che colpisce il cervello quando improvvisamente una parte di questo viene danneggiata o

distrutta. E’ il risultato di un’interruzione di sangue ai tessuti cerebrali, dovuta alla chiusura o alla rottura di

un’arteria.
Il cervello è diviso in aree, ognuna delle quali è responsabile per il movimento e il funzionamento di diverse parti

del corpo.
Ogni lato del cervello controlla il lato opposto del corpo. Per esempio, se è danneggiato il lato destro del

cervello, la parte sinistra del corpo ne porterà le conseguenze.

Ci sono due tipi di Ictus:

• ISCHEMICO: dovuto alla chiusura di un’arteria cerebrale .
Si parla in questo caso di ischemia cerebrale: le cellule che prima venivano nutrite da quell’arteria subiscono un

infarto e muoiono. L’ischemia cerebrale rappresenta l’85% di tutti i casi di Ictus cerebrale.
L’occlusione dell’arteria può essere causata da un coagulo o trombo (che va a chiudere definitivamente un’

irregolarità della parete dell’arteria stessa formando la placca ateromasica): in questo caso si parla di trombosi

cerebrale.
Nel caso invece di embolia cerebrale l’arteria viene raggiunta da coaguli o emboli partiti dal cuore o da placche

ateromasiche delle arterie che portano sangue al cervello.

• EMORRAGICO: dovuto alla rottura di un’arteria cerebrale. Si parla allora di emorragia cerebrale. Questa rappresenta

il 15% dei casi di Ictus cerebrale. La causa più frequente è la pressione arteriosa troppo alta, che determina la

rottura di vasi normali o malformati, detti aneurismi.

Le funzioni del corpo colpite dall’Ictus

Un danno al lato sinistro del cervello può causare:
• Paralisi del lato destro e/o perdita di sensibilità
• Difficoltà di linguaggio e di deglutizione
• Lentezza nelle reazioni
• Perdita della visione nel lato destro di entrambi gli occhi

Un danno al lato destro del cervello può causare:

• Paralisi del lato sinistro e/o perdita di sensibilità
• Perdita dell’abilità di giudicare la distanza e le dimensioni (percezione spaziale)
• Tendenza ad essere impulsivi e non valutare correttamente le proprie capacità
• Perdita della visione nel lato sinistro di entrambi gli occhi

Fattori di rischio

Alcuni fattori di rischio non sono modificabili: ad esempio l’età, il sesso, la familiarità.
Altri invece si possono modificare. Tra questi i più importanti sono: l’ipertensione arteriosa, le malattie

cardiache, il diabete, i TIA, il fumo, l’obesità ed altri.

Un corretto stile di vita ed una giusta alimentazione riducono il rischio di Ictus ed aiutano i farmaci a tenere

sotto controllo la pressione, il colesterolo e la glicemia.

Se il rischio di Ictus è legato alla presenza di una placca aterosclerotica che ostruisce l’arteria carotide, la

rimozione chirurgica della placca può ridurre significativamente il rischio di un nuovo e più grave Ictus nella

maggior parte dei casi.

Chi è a rischio per Ictus è anche a rischio di demenza: contrasta i tuoi fatto di rischio!

Riconoscere i sintomi

L’Ictus cerebrale può manifestarsi con diversi sintomi, ma insorge sempre all’improvviso.
I sintomi più frequenti sono:
• Paralisi o debolezza o formicolio al viso, al braccio e alla gamba, soprattutto se interessano un solo lato del

corpo
• Perdita della visione, visione annebbiata o diminuita in uno o entrambi gli occhi
• Difficoltà a pronunciare o comprendere semplici frasi
• Perdita di equilibrio, vertigine e mancanza di coordinazione

Diagnosticare l’Ictus


L’Ictus è un’emergenza. La persona con sospetto Ictus deve ricevere immediatamente cure più adatte a lui. Per capire

se ha un’ischemia o un’emorragia è necessario fare una TC cerebrale. Bisogna recarsi immediatamente al pronto

soccorso di un ospedale specializzato nell’emergenza ICTUS, dotato di Stroke Unit, strutture dove lavorano esperti

aggiornati sulla cura della malattia!
In caso di ICTUS è necessario chiamare subito il 118.

Il TIA
I sintomi possono sparire completamente entro 24 ore da quando sono comparsi, senza lasciare nessun segno, si parla

allora di TIA (attacco ischemico transitorio).

Il TIA è un campanello d’allarme che precede l’Ictus. Esso può durare da pochi minuti a parecchie ore.
Nessuno può sapere se i sintomi scompariranno presto o no.
Quindi non perdere tempo: ai primi sintomi chiama il 118.

Se invece pensi di avere avuto un TIA, vai dal tuo medico curante, chiedi di fare presto tutti gli esami che

spieghino il motivo del TIA, e poi assumi le terapie che ti vengono prescritte con accuratezza.

Cosa fare periodicamente

Chiedi al tuo medico curante se sei a rischio di ictus, esegui tutti gli esami ed assumi le terapie che ti vengono

prescritti.